di Domizia Dalia
È definito l’artista dei LEGO® per la sua abilità nel costruire gigantesche sculture tridimensionali, assemblando migliaia di mattoncini colorati. Siamo fortunati e non dobbiamo andare troppo lontano per incontrarlo visto che è proprio Reggio Emilia a custodire questo grande talento riconosciuto e apprezzato nel mondo. Il suo nome è Riccardo Zangelmi, classe 1981, ed è uno dei sedici ingegneri LEGO® certificati al mondo, l’unico italiano ad aver ottenuto il prestigioso titolo LEGO® Certified Professional. Un riconoscimento internazionale che gli ha permesso di trasformare la passione per questo gioco in una vera e propria professione. Ideare, progettare ed infine costruire sono per Riccardo la base per riuscire ogni volta in un’impresa realizzata con pazienza e sapiente maestria. Le sue opere sono state esposte alla Triennale di Milano e alla Biennale del Mosaico. Ma non è tutto, perché recentemente la città meneghina gli ha dedicato una personale. In ogni suo lavoro emerge la voglia di evadere e sognare, un fil rouge che l’artista stesso condensa in un personalissimo motto: “serve il coraggio di sognare e non smettere mai”.
Nato a Reggio Emilia trentasette anni fa, lei ha dichiarato che fin da piccolo fantasticava di “inventare astronavi in LEGO® per esplorare nuovi mondi”. Può raccontarci quando nasce questa sua passione?
Fin da piccolo i LEGO® sono stati per me il gioco per antonomasia, così come per molti miei coetanei. Dedicavo molte ore della mia giornata alla costruzione delle mie creazioni, in camera o in terrazzo, per poi scendere in cortile con gli amici e giocare con le invenzioni che ognuno aveva ideato.
Riccardo, la sua passione per questi mattoncini le ha consentito di diventare uno dei sedici ingegneri LEGO® certificati al mondo, tra l’altro l’unico italiano. Un ruolo di grande soddisfazione visto che siete davvero in pochissimi. Come si diventa un “LEGO® Certified Professional”?
Come può immaginare il raggiungimento di questo traguardo è stato per me fonte di immensa soddisfazione, potrei dire la realizzazione di un sogno. In molti mi chiedono quale sia la ricetta per diventare un ingegnere LEGO® certificato. In realtà non ci sono studi appositi, le basti pensare che io sono un perito agrario, un mondo molto lontano da quello che mi appartiene oggi. Posso dire che la creatività ha sempre fatto parte della mia vita e credo sia uno degli ingredienti fondamentali per diventare un LEGO® Certified Professional, insieme ad un pizzico di talento, determinazione e coraggio.
Non solo un esperto di mattoncini colorati, ma anche un vero e proprio artista. È infatti riuscito a trasformare le sue realizzazioni in vere e proprie opere d’arte, tanto che la città di Milano le ha appena dedicato una personale intitolata “Potere ai Piccoli”. Tra le sue creazioni spiccano per fama opere come Magic Bunny, esposta anche alla Triennale Design Museum di Milano e Fly un agglomerato di ben 105mila mattoncini presentato alla Biennale del Mosaico 2017, un’opera che come ha dichiarato “invita ad intraprendere il volo verso i propri sogni”. Tra le tante, qual è l’opera a cui è più legato?
Direi sicuramente Chiedilo alle stelle, un lavoro che vuole rappresentare la metafora del mio mondo e della mia infanzia.
Guardandolo ripenso a quando da bambino, seduto tra migliaia di mattoncini colorati, cercavo quello giusto per riuscire a dare forma alla mia immaginazione. In questa opera i pezzi LEGO® diventano stelle e lo spazio diventa un Universo sospeso e onirico. Il fruitore osservandola può ritrovare il bambino che è in sé, uno spazio immaginario dove poter ancora sognare o dove cercare il proprio sogno.
Da dove parte quando inizia un nuovo lavoro?
La scintilla si accende sempre da un dettaglio. È il particolare che fa da innesco, che mi indica il punto da dove partire, poi tutto prende forma. Non seguo degli schemi, lascio le mie mani lavorare senza chiedergli troppo.
Sa già più o meno, quanti mattoncini le serviranno?
No, non me lo chiedo mai.
Come fa a non perdere mai il conto?
Anni di allenamento e tanta pratica.
Qual è l’opera realizzata con più mattoncini?
Sicuramente Uphold me un’opera composta da circa 170mila pezzi. Ma Anche Build The Change una scultura realizzate per LEGO® nel 2016 che rappresenta due gigantesche mani, simbolo del sostegno verso il cambiamento ambientale. Entrambe esposte nella fontana di palazzo Lombardia a Milano.
Ha mai pensato di entrare nel Guinness dei Primati?
Sì, certo. Ci sto lavorando e spero di poter raggiungere presto anche questo obiettivo.
La sua è una professione originale che può essere definita in molti modi a seconda dello scopo con cui si realizza un progetto. Potremmo dire, infatti, che lei è allo stesso tempo un designer, un artista e un ingegnere. È per mettere insieme tutte queste competenze che ha creato l’azienda BrickVision, di che cosa si occupa?
BrickVision si occupa di realizzare per i propri clienti tra cui LEGO®, Warner Bros, Aeroporti di Roma e tanti altri, progetti ad hoc dove il mattoncino diventa medium artistico e comunicativo. Immaginiamo di entrare in un’azienda che produce gelati e di scorgere come prima cosa un orso polare life-size in mattoncini lego che mangia un gelato. La sorpresa e il divertimento sarebbero le prime emozioni che ci investirebbero. Ecco, BrickVision realizza questo per i propri clienti. Da una farfalla a un orso polare, da un albero di Natale alto quattro metri ad un auto o una moto in scala reale, passando per un ritratto e un logo in 2D o 3D. Non c’è un limite all’immaginazione, non c’è limite all’esperienza che LEGO® può regalare.
Qual è il messaggio che cerca di lanciare con ogni sua creazione?
Con le mie opere cerco sempre di creare l’effetto stupore, mi piace far emozionare il fruitore e strappargli un sorriso.
Tutto questo mi rende felce e soddisfatto del mio lavoro. Come vede basta poco per credere nei propri sogni e realizzarli.