di Giorgio Galli

Sulla cima del Monte Cusna c’è stata la classica foto di gruppo e poi tutti nuovamente in discesa, questa volta su un sentiero che raggiunge lo splendido vallone settentrionale della montagna, che in ogni stagione si rivela ricco di soprese. Il cammino di rientro e stato sul bellissimo sentiero che attraversa l’anfiteatro glaciale della Borra, sul versante sud-est del Monte Contessa. Si è raggiunto il Rifugio Zamboni alla Peschiera, da qui poi si è tornati al punto di partenza, a Febbio-Rescadore, per concludere la escursione con un pranzo in compagnia prima dei saluti finali e dello scambio della promessa di “tante altre escursioni insieme”.

Insieme? Facciamo un passo indietro.
In un particolare weekend ottobrino la Sottosezione Cai Novellara del Club alpino italiano di Reggio Emilia ha organizzato una bellissima due giorni sul Monte Cusna, con pernottamento al Rifugio Battisti, in compagnia della sezione “gemellata” del Cai Egna-Bassa Atesina. A questa uscita hanno partecipato oltre a tanti e buoni camminatori, i reggenti dei due gruppi, Alice Pilati e Giordano Lusuardi. Ormai da diversi anni i due Sodalizi organizzano escursioni, a volte in Appennino reggiano e a volte in Alto Adige, con l’intento di rafforzare l’amicizia e di far conoscere reciprocamente le bellezze delle “montagne di casa”.

L’itinerario scelto questa volta non poteva che svolgersi all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, nella splendida cornice del Monte Cusna, montagna cara ai reggiani, ma soprattutto cima da far scoprire e conoscere intimamente a chi reggiano non è e, in modo particolare, nel periodo autunnale, foriero di quei colori accesi, dal giallo al rosso all’arancione, che solo il nostro Appennino riesce a regalare con tanta intensità.
L’inizio della escursione, nel pomeriggio del primo giorno, è avvenuto sotto una pioggerellina intensa, che però non ha scalfito il buon umore del gruppo, peraltro sempre ben equipaggiato e pronto al cammino anche in condizioni meteo sfavorevoli, come da buona organizzazione “made in Cai”. Se c’è una cosa infatti che il Cai sempre offre e assicura è la cura nell’organizzazione delle uscite e l’attenzione alla sicurezza e al benessere di tutti i partecipanti.

Quindi raggiunto Febbio-Pian Vallese si è saliti verso il Passone, dal versante nord del crinale del Monte Cusna, attraversando il bel vallone ad anfiteatro che soggiace al Monte Piella, che le nuvole basse e la pioggia battente hanno reso al contempo selvaggio e poetico. Anche perché nel corso della salita, avvolti dalla nebbia, ci hanno fatto compagnia alcuni suoni tipici dell’Appennino: il belato di un centinaio di pecore e il relativo abbaiare dei cani pastore, fortunatamente ben addestrati e non fastidiosi (su questo aspetto sarebbe necessario fare diversi ragionamenti nelle sedi opportune, per capire come portare avanti assieme, tra i vari soggetti coinvolti, la tutela degli interessi degli allevatori e contemporaneamente degli escursionisti, per evitare di metterli “uno contro l’altro”).
Al valico del Passone, completamente immersi nelle nubi, non poteva mancare la classica foto di gruppo prima di scendere verso la meta del primo giorno: l’amato Rifugio Battisti, presso il valico di Lama Lite.

E non poteva che essere il Battisti, di proprietà del Cai di Reggio Emilia e quindi “rifugio di casa”, a fare da location calda, asciutta e soprattutto ristoratrice per il bel gruppo reggiano-sudtirolese. Ancora una volta si è avuta la dimostrazione di come il rifugio di montagna rappresenti una “zona di conforto” in cui le persone possono trovare, oltre che il riparo, anche la giusta dimensione per incontrarsi, conoscersi ed esprimersi dal loro lato migliore.
L’ottima cena in rifugio ha di fatto rappresentato l’anteprima del miglioramento delle condizioni generali dell’escursione, perché l’alba si è presentata in tutto il suo splendore, con totale assenza di nubi e panorami a 360° dalla Pianura Padana alle Alpi Apuane, dal Cimone al Golfo di La Spezia.

Gli amici di Egna hanno potuto così verificare e certificare la centralità del nostro Appennino, non solo geografica, ma anche storico-culturale, punto di confine e di passaggio tra province e regioni diverse ed eredità di un passato che storicamente ha visto questi territori come punto di incontro tra popoli diversi. Il bel tempo ha finalmente accompagnato il gruppo sul crinale del Cusna, dal Monte Piella al Sasso Morto, fino alla becca finale della cima, raggiunta da tutti i partecipanti con grande soddisfazione (si tratta pur sempre della cima più alta dell’Appennino reggiano, la seconda dell’Appennino emiliano).
Il “gigante addormentato” è stato conquistato e ha conquistato tutti, nel suo massimo splendore!
Sulla cima del Monte Cusna c’è stata la classica foto di gruppo e poi tutti nuovamente in discesa, questa volta su un sentiero che raggiunge lo splendido vallone settentrionale della montagna, che in ogni stagione si rileva ricco di soprese. Il cammino di rientro e stato sul bellissimo sentiero che attraversa l’anfiteatro glaciale della Borra

Per informazioni: http://www.caireggioemilia.it