di Domizia Dalia

Fin dal suo primo show sul palco di X Factor Violetta Zironi ha incantato il pubblico. L’Approccio sofisticato, a detta di molti critici simile a quello di Lana Del Rey, e il suo timbro di voce hanno portato la cantautrice reggiana a guadagnarsi il terzo posto del famosissimo talent musicale. Un risultato sorprendente che sicuramente ha dato il via alla sua carriera musicale. Prima un contratto con la Sony Music, poi la partecipazione a molti concerti insieme ad artisti internazionali ed infine la svolta. A cinque anni da quel palco il lancio del singolo di successo Half Moon Lane, brano personale scritto durante la sua permanenza a Londra, che su Spotify è stato già ascoltato da oltre due milioni di persone. Un successo che conferma le potenzialità di questa giovanissima cantante. Scrive in inglese ed oggi vive a Berlino, ama viaggiare, ma appena può torna nella sua amata Reggio Emilia, luogo dove le piacerebbe organizzare un concerto.

Violetta, iniziamo dal tuo ultimo successo Half Moon Lane, che da pochi giorni ha superato i due milioni di ascolti su Spotify entrando anche nella Viral Charts tedesca. Una canzone, tra l’altro, che per te significa davvero molto…

Il brano rappresenta un nuovo inizio da quando mi sono trasferita all’estero e ho incominciato il mio percorso. Ho prodotto e promosso questa canzone in modo interamente indipendente, senza l’aiuto di case discografiche o altro, quindi per me e per il mio team è un importantissimo risultato.

Da Reggio Emilia ad X Factor, poi Londra e adesso Berlino. Confrontarsi con culture differenti e con un panorama musicale internazionale è molto importante per te?

Violetta insieme a Jack Savoretti

È fondamentale. Traggo ispirazione tutti i giorni dalle esperienze che faccio durante i miei viaggi, e ho l’occasione di collaborare con artisti diversi tutti i giorni. Mi ritengo molto fortunata, perché credo che il confronto con culture e panorami musicali differenti mi abbia aiutato non solo a farmi crescere come artista, ma anche ad avere uno sguardo più chiaro e realistico sulle possibilità di carriera nella musica, che non sono sempre scontate.

Ripercorriamo le tappe fondamentali della tua carriera. Quando hai capito che la musica sarebbe stata una parte importante nella tua vita?

La musica mi accompagna da quando avevo sei anni, allora mi dedicavo allo studio del pianoforte, anche se era solo un hobby. Durante gli anni delle superiori, poi, ho compreso con maggiore consapevolezza che suonare e cantare mi faceva stare bene. La partecipazione a X Factor mi ha reso consapevole delle capacità che possedevo, incoraggiandomi ad intraprendere questa difficile carriera. Ho capito che con questa occasione mi si offriva  una possibilità che dovevo cogliere al volo, così ho provato.

La partecipazione alla settima edizione di X Faxctor e arrivare in finale è sicuramente stata un’ avventura formativa rilevante. Che cosa ti porti dietro di questa esperienza?

La mia partecipazione a X Factor è stata, come dicevo, essenziale e mi ha fatto capire che avrei potuto avere delle possibilità nel mondo professionale della musica. Mi ha insegnato tantissimo, mi ha aperto gli occhi su molti miei limiti e mi ha messo di fronte a molte sfide spesso difficili da superare. Ma allo stesso tempo mi ha dato l’opportunità di confrontarmi  e lavorare con professionisti di altissimo livello, dagli artisti agli addetti ai lavori. Inoltre, mi ha aperto molte porte e fornito i contatti utili. Ad oggi collaboro ancora con persone conosciute durante X Factor.

A distanza di cinque anni hai deciso di percorrere una strada diversa, non certo facile. Dopo la separazione dalla Sony Music hai deciso di intraprendere un percorso indipendente, tra l’altro all’estero, come mai?

Volevo di più dalla musica. Negli ultimi anni ho cominciato a rendermi conto che il mestiere del musicista è veramente difficile e se non te lo godi appieno, non ne vale la pena. Mi spiego, per me la musica non solo è importante, ma anche divertente e appassionante. Questo mi spinge a proseguire nel mio percorso affrontando tutte le sfide.

Diverse le collaborazioni, ricordiamo il duetto spettacolare nel 2014 con il grande Ben E. King…

È stata un’esperienza indimenticabile. Duettare con una tale leggenda di fronte a otto mila persone. Mi ritengo incredibilmente fortunata.

…e il tour fatto insieme a Jack Savoretti?

Il tour insieme a Jack è stato l’inizio del mio percorso verso l’estero. È stato seguendo Jack in giro per l’Europa che ho capito che c’erano tanti modi diversi di fare musica. Jack ha creduto molto portandomi in tour con lui. Da lui ho capito che anche gli artisti italiani possono esportare la loro musica all’estero anche se questo non capita spesso.

Sei una cantautrice e scrivi prevalentemente in inglese. Questo perché trovi che sia più nelle tue corde o perché intravedi per te di più una carriera all’estero?

Scrivo in inglese perché voglio che la mia musica sia accessibile a livello internazionale. Mi fa piacere pensare che qualcuno dall’altra parte del mondo possa conoscere qualcosa di me tramite i miei testi. Se scrivessi solo in italiano questo non sarebbe possibile.

Ultimamente a che cosa stai lavorando e quali sono i tuoi progetti futuri?

Quando non sono in tour in giro per l’Europa cerco di dedicarmi alla scrittura dei brani. Spero entro l’estate di pubblicare del nuovo materiale.

Torni spesso a Reggio Emilia?

Cerco di tornare più che posso, almeno una volta ogni due mesi anche se solo per pochi giorni. Più vivo all’estero e più mi manca la mia città.

Cosa ti manca di più di Reggio?

L’erbazzone, ma non solo anche l’atmosfera, le persone, le sue bellezze. Vivendo in centro storico è come se la città fosse un’estensione di casa mia; e come mi manca casa, mi manca anche la città. Per non parlare del sole e il cielo azzurro.

Credo che ai reggiani piacerebbe molto assistere ad un tuo concerto, in città. Hai in programma già qualcosa? Purtroppo per ora no, mi piacerebbe moltissimo e spero di riuscirlo ad organizzare al più presto