di Marina Davolio

Veduta delle Alpi Apuane (foto-F.-Torreggiani)

Si può partire dai Musei Civici di Reggio Emilia, dove si trova la Collezione “Lazzaro Spallanzani”, e arrivare a piedi a San Pellegrino in Alpe sul crinale tosco-emiliano, tra Appennino modenese e Garfagnana, passando dalla Casa Spallanzani a Scandiano. È un percorso bellissimo di otto giorni di cammino, che attraversa alcuni dei luoghi più belli dell’Appennino reggiano: un vero e proprio trekking dedicato al grande scienziato scandianese Lazzaro Spallanzani. E proprio “Sentiero Spallanzani” si chiama questo percorso, che nulla ha da invidiare ai cammini più illustri che attraversano l’Italia.
«Spallanzani – spiega Carlo Possa del Cai – conosciuto come grande scienziato, tra i fondatori della moderna biologia e fisiologia, si interessò moltissimo anche dei fenomeni naturali delle montagne e dei vulcani. Era un grande camminatore ed esploratore, che salì per primo su alcuni importanti vulcani. Possiamo considerare Spallanzani tra i fondatori dell’escursionismo moderno, così come lo scienziato ginevrino De Saussure (grande amico dello Scandianese) fu indicato come inventore dell’alpinismo. Spallanzani, con i suoi viaggi tra le Alpi e gli Appennini (e non solo) anticipò gli escursionisti inglesi che qualche anno più tardi iniziarono a esplorare le Alpi. Spallanzani era spinto a camminare dalla sete di sapere e di scoprire “la natura mentre si fa natura”, e indubbiamente il suo modo di affrontare le montagne era moderno e innovativo».

Sul sentiero Spallanzani tra Viano e Regnano (foto C. Possa)

Il Sentiero Spallanzani (SSP) nasce nel 1988, da un’idea di Luca Gianotti, grande esperto di escursionismo e animatore della Compagnia dei Cammini. «Quell’anno – racconta Giannotti – ci fu un campo di lavoro internazionale dell’Mcp per rilevare e tracciare il cammino, che aveva come segnale una farfalla». Nel 1992 fu pubblicata la prima edizione della guida, con cartina allegata. Scritta da Luca Gianotti e edita dal Comune di Scandiano. Il cammino fu in quel periodo segnato di nuovo, con la farfalla ma anche con i classici segni bianco-rossi del Cai. Dopo qualche anno la cura del Sentiero Spallanzani fu affidata dalla Provincia di Reggio Emilia, che in pratica aveva adottato il sentiero, al Cai reggiano. Grazie al costante e pregevole lavoro di manutenzione, il Cai ha tenuto vivo negli anni il Sentiero Spallanzani. Nel 2004 la Provincia di Reggio Emilia ha ripubblicato la guida, aggiornandola.

Sul Crinale

Inizialmente il Sentiero Spallanzani partiva da Ventoso di Scandiano: recentemente Luca Giannotti ha proposto una nuova tappa, che raggiunge Scandiano da Reggio Emilia, partendo proprio dai Civici Musei dove è raccolta l’importante collezione dello Spallanzani. Il Comune di Reggio Emilia e di Scandiano, con diverse associazioni tra cui il Cai e l’Asineria di Massimo Montanari, hanno raccolto l’idea e così ora a piedi si può raggiungere da Reggio la Casa Spallanzani a Scandiano, grazie a un accurato lavoro di segnatura del sentiero realizzata dal Cai Reggio Emilia e dalla sua Sottosezione di Scandiano.
La prima tappa, che sarà inaugurata fra pochi giorni, parte simbolicamente da via Spallanzani, davanti ai Musei Civici, raggiunge la Polveriera, attraversa il quartiere Ospizio fino a raggiungere le sponde del Rodano, che segue fino a Sabbione, per poi proseguire sull’argine del Canale di Secchia fino all’agriturismo Il Tralcio. Da qui si entra nel Comune di Scandiano, e passando da Fellegara e dalla ciclopedonale del Tresinaro si arriva in centro a Scandiano, a Casa Spallanzani.

dal Rifugio Battisti a San Pellegrino in Alpe (Foto R. Pluchino)

«Alle ore 6 in punto, ci ritroviamo in Piazza Spallanzani, ai piedi del monumento dell’illustre scienziato, a rendergli omaggio e trarre gli auspici per l’avventura che ci apprestiamo a intraprendere. Raccogliamo da terra un sassolino che per scaramanzia, come vuole la tradizione, dovremo gettare all’arrivo a San Pellegrino in Alpe, pena il dover ripetere per intero il sentiero…». Così inizia il diario di Fulvio Torreggiani, socio del Cai Scandiano, che nel 2016 ha percorso tutto il Sentiero Spallanzani assieme a Rosa Pluchino. Un diario ricco di emozioni e splendidi paesaggi. Da Scandiano il percorso raggiunge la “grande quercia” sopra Rondinara, poi il Castello di Viano e Regnano, dove si trovano i famosi vulcanetti studiati proprio da Spallanzani. La tappa successiva porta a Giandeto, passando tra i bellissimi paesaggi del Querciolese. La quarta tappa tocca il suggestivo borgo di Croveglia, il Castello e l’Oratorio di Mandra, il fascinoso complesso di San Vitale e termina al Castello di Carpineti: è una tappa ricca di storia e dal forte sapore matildico.

veduta Castello Carpineti (foto F. Torregiani)

«Alla mattina – racconta Torreggiani – indugeremo a lungo per ammirare e immortalare un’alba stupenda che esalta i profili delle mura di questo luogo meraviglioso. Eh, sì… la Grancontessa Matilde aveva gusto e possibilità davvero eccezionali nel scegliere dove meglio sistemarsi, anche al di fuori di Canossa!». Dal Castello si riprende il cammino seguendo la boscosa dorsale che porta al Monte Fosola, per poi scendere a Saccaggio e risalire alla Pietra di Bismantova. Tappa bellissima, che termina all’Agriturismo di Ginepreto. La discesa dal Fosola così la descrive nel suo diario Fulvio Torreggiani: «Seguitiamo a scendere per un dislivello complessivo di circa 500 metri incontrando, nei borghi che man mano attraversiamo, gente diversa: la famiglia seduta all’ombra che ci sollecita al rifornimento d’acqua, il tranquillo villeggiante che ospita nientemeno che un giudice (magari alla ricerca della giusta serenità nel redigere sentenze scabrose), la motivata produttrice di miele biologico che vuole rimanere aggrappata a questa sua terra.

sul crinale, con vista sull’Abetina e sul Vallestrina (foto F. Torreggiani

Ci lasciamo così alle spalle i borghi di Campogallinaro, Saccaggio e Casa Gandolfo». Da Ginepreto si scende verso il Secchia, entrando nel fantastico mondo dei Gessi Triassici, dove veramente si coglie la natura mentre si fa natura. Lasciato il Secchia si risale ai paesi di Cerrè Sologno, Montecagno, Casalino per raggiungere Ligonchio, ormai ai piedi dell’Appennino più alto. È una tappa lunga e impegnativa, ma che permette di capire appieno la bellezza dell’Appennino reggiano. La penultima tappa risale la Val d’Ozola e le sue estese faggete, raggiunge il crinale tosco-emiliano al Passo di Romecchio, scende al Rifugio Bargetana e termina al Rifugio del Cai “Cesare Battisti”, tra il Prado e il Cusna. Siamo nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, in un ambiente alpestre che tutti ci invidiano. «La vista spettacolare che si gode dal Passo di Romecchio – scrive Torreggiani nel suo diario – ci lascia a bocca aperta: a nord-est la vetta del Cusna e parte del suo crinale fino oltre l’arrivo della seggiovia Febbio 2000; a sud tutta la catena delle maestose Alpi Apuane; ci fermiamo ad ammirare e fotografare tanta meraviglia, prima ancora di pensare a rifocillare il corpo».

L’arrivo di Rosa e Fulvio

L’ultima tappa porta a San Pellegrino in Alpe, importante meta di tanti pellegrinaggi, lungo un percorso entusiasmante, prima sotto le dirupate pareti del Monte Prado e del Sassofratto, poi in quota sul crinale tosco-emiliano: una lunga cavalcata sui sentieri dove passano anche l’Alta Via dei Parchi e il Sentiero Italia Cai. «Abbandoniamo il Rifugio Battisti alle 7.30 – racconta Torreggiani – e oltrepassiamo Lama Lite entrando nel vallone, sul sentiero 633, ai piedi del Monte Cipolla, sul lato est del Prado, puntando all’ancora lontana Bocca di Massa, sullo 00 a quota 1816 metri, il “tetto” del Sentiero Spallanzani; lassù gli orizzonti, in questa giornata resa limpida e luminosa dalle nuvole bianche create dall’aria che sale dal mare, sono infiniti e spaziano a 360 gradi, dalle più alte cime del Reggiano a quelle del Modenese, dalle vallate della Garfagnana alle vette delle Apuane, a perdita d’occhio.
E, per la prima volta, ci sembra di scorgere, minuscola, la nostra meta finale, San Pellegrino in Alpe».

Info: www.sentierospallanzani.it. Molto utili le tre carte al 25.000 (La Collina Reggiana, L’Appennino Reggiano, L’Alto Appennino Reggiano) e l’App Sentieri dell’Appennino, entrambi di GeoMedia.