Isabella, quando è nato il sito “Le mappe di Ghiga”? Puoi raccontarci un po’ il progetto alla base di questa iniziativa?
Il sito www.lemappedighiga.it è nato nell’ottobre 2018 da una seria delusione umana e professionale. Avevo delle aspirazioni che mi hanno portato a dare tutta me stessa per un sogno e un progetto. Poi ho acquisito la consapevolezza che a quel sogno non potevo mettere ali mie e soprattutto che io non appartenevo ad alcun progetto. Ma, spesso, le più profonde delusioni regalano nuove opportunità. Così è stato in questo caso. Avevo bisogno di nutrirmi di bellezza, di poesia e di tornare al cinema, alla fantasia. Alla nobiltà dei sentimenti e allo spessore dei valori. E di avere un pubblico che cercasse questo. E allora in me è riemerso con una forza incredibile tutto l’amore per la cultura, per il bello, per la poesia, per il cinema, per le persone e le loro storie, per gli uomini e le donne di scienza, per la fotografia. Per la nobiltà d’animo.
In me è scattata l’ambizione di rendere qualsiasi viaggio culturale accessibile a tutti attraverso il web.
Da qui nascono le mappe di ghiga.
L’obiettivo è dunque quello di fornire un contenuto che abbia un senso a chi cerca un senso in qualcosa.
Che sia la visita di un monumento, che siano le mura di una città, o la storia di un uomo. Fosse anche il più semplice degli uomini o il più nobile dei nobili.
Una sorta di guida per il viaggiatore curioso, con video, spunti e racconti che svelano tratti affascinanti di luoghi vicini e lontani. Chi è il vostro visitatore tipo?
La nostra redazione può vantarsi di avere visitatori attenti. Quando siamo partiti mi era stato consigliato di realizzare video da due minuti perchè il web viaggia veloce. Le mappe di ghiga sono la prova del contrario. Il visitatore che arriva alla nostra testata lo fa perchè ci sceglie. Perchè ha voglia di conoscere e approfondire un argomento. Abbiamo testato dei video flash su alcuni luoghi ma il tentativo è naufragato. Mentre hanno appunto riscontro i documentari di lunghezze varie. Teletricolore ci ha offerto l’opportunità di mandare in onda alcuni di questi documentari. Mi è capitato di rispondere al telefono della redazione della tv a telespettatori che volevano informazioni sul nostro sito perchè volevano rivedere i documentari che realizziamo e offriamo al pubblico, e scoprirne altri. Per noi che oggi siamo ancora così piccoli sono grandi soddisfazioni. Il nostro visitatore tipo è dunque la persona che nutre curiosità.
Cosa vi guida nella scelta dei luoghi che documentate?
Ogni autore, compresa me che sono l’editore del sito lemappedighiga.it, coglie ogni occasione per raccontare. Uno spostamento per lavoro, un viaggio. Diciamo che fondamentalmente gli autori delle mappe di ghiga svestono i panni del turista e indossano quelli del viaggiatore. Le mappe di ghiga diventano il loro taccuino. Poi durante le riunioni di redazione si sceglie a quali documentari dare la priorità e su quelli si lavora per creare il prodotto finito. La redazione si forma spontaneamente. Non ho cercato nessuno. Non ce n’è bisogno. Siamo contagiosi. Nei paesi esteri che fino ad ora abbiamo visitato e raccontato, abbiamo fatto proseliti. E così abbiamo autori in varie nazioni, dalla Germania al Portogallo alla Bulgaria, alla Francia, in questi nostri primi sei mesi di vita.
Due parole sul vostro staff
Gli autori delle mappe di ghiga sono per lo più studiosi di arte e storia. Filippo Fontana è archeologo e dottorando in archeologia classica, ha realizzato documentari sul territorio parmense. Giorgio Giuliani è geometra, laureato in storia contemporanea con la passione dell’architettura e dell’arte ma anche esperto escursionista. Poi c’è Omar Fragomeni, lui ha la rubrica Mondi Lontani, è un membro delle spedizioni del National Geographic, racconta e racconterà in molte puntate esperienze uniche nel loro genere. E poi ancora c’è Simona Pavlova, studentessa bulgara, Miguel Schorder dalla Germania, con lui stiamo completando dei lavori su Berlino. E ancora Edy Picci, per la scoperta di luoghi ricchi di tradizioni popolari. Dal Portogallo Nazareno Orlando, appassionato di arte e architettura. Francesco Paone, giornalista, studia sociologia. Donato Vena, giornalista e scrittore. Andrea Giuliani, esperto nell’uso e nella guida dei droni. E poi ci sono io che sono giornalista televisiva e vengo da studi di lettere e da studi di regia cinematografica, riemersi ora in tutta la loro forza.
Telecamera e scrittura: la documentazione dei viaggi con riprese video e supportata da riflessioni e racconti scritti, nasce dalle tue antiche passioni?
Esattamente. Prima ancora dalla lettura. Il primo libro che ha rivoluzionato la mia immaginazione è stato ‘le avventure di Marco Polo’, a sei anni lo leggevo e rileggevo. Poi nel tempo l’esplosione di una passione infinita per la scrittura e la sua forza comunicativa. Crescendo è arrivato il cinema.
In casa mangiavo pane e tecnologia, video e fotografia, grazie a mio padre Arcangelo. Poi ho avuto la fortuna di poter sedere accanto al regista reggiano Giorgio Galli per quasi due anni per imparare come si costruisce un documentario. Professionista di altissimo livello, tra le persone più serie che abbia avuto il piacere di conoscere, a lui devo per sempre il mio più grande riconoscimento perchè mi ha trasmesso questa infinita passione per il racconto per immagini. E a un certo punto della mia vita sono arrivata a Teletricolore. E qui ho avuto la mia prima telecamera professionale, era ad uso esclusivo per la mia attività lavorativa di tutti i giorni. Non ci credevo. I primi giorni la guardavo e non osavo toccarla. All’epoca era una delle migliori e delle più costose, e che fosse finita nelle mie mani mi sembrava incredibile.
Da allora non me ne sono più separata. Quella sony Pd170p presa nel 2006 dorme ancora in camera con me. Appartiene a un passaggio della mia vita che rivivrei in ogni vita senza mai stancarmi. Con quella sony ho girato il documentario ‘Voci dal Cratere’ sul terremoto dell’Emilia del 2012. Io e lei insieme abbiamo preso pioggia sole grandine neve. Oggi nel percorso della mia vita, è come se fossi esattamente tornata al giorno in cui mi è stata data quella telecamera. Ho cristallizzato la gioia di quel lontano momento e da qui riparto. Adesso a questo sogno, alle mappe di ghiga, ho messo le mie ali e oggi alle mie si aggiungono quelle di altri che sognano come me. Siamo diventati una carovana.
Siamo la carovana delle mappe di ghiga. Ho prodotto e girato un docufilm che uscirà a luglio e girerà in Italia e all’estero per festival internazionali di cinema e rassegne. Il debutto sarà in Basilicata. Si intitola Matera Plovdiv, la retta via della cultura 2019. Un viaggio di 700 km tra gli Stati che dividono le due capitali europee della cultura di questo 2019. Un nostro piccolo omaggio alla storia dei popoli e alle loro culture.