Di Dario Caselli

C’era molta attesa per vedere se il sindaco Luca Vecchi sarebbe andato al ballottaggio e l’attesa non è andata delusa. Per la prima volta a Reggio la sinistra va al ballottaggio, anche se il miracolo si è rivelato più piccolo del previsto. Vecchi infatti si è fermato al 49,1% ad un passo dal traguardo, la qual cosa ha seminato più delusione che entusiasmi. Delusi i suoi avversari che si aspettavano si fermasse ad una soglia più bassa, come avevano lasciato intendere le proiezioni della Rai, che lo davano poco sotto il 47%. Deluso lo stesso Vecchi, fermatosi ad un passo dal traguardo e deluso pure il Pd, soprattutto per aver visto, nel frattempo, il sindaco uscente di Modena, che partiva da una condizione più difficile, scollinare agevolmente il 54% dei voti. In realtà bisogna dire che Vecchi ha superato la percentuale presa alle Europee dai partiti che lo sostenevano di circa 3000 voti, grazie alla pletora di liste civetta messe in campo. Resta questo danno d’immagine di andare al ballottaggio, anche se da condizioni di evidente vantaggio. Il suo avversario Roberto Salati infatti, è riuscito a prendere ben il 7% in meno dei voti presi alle europee, dai partiti che lo sostenevano, il 28% contro il 35%. Il centrodestra reggiano ha rivelato tutta la sua fragilità, perdendo in modo pesante quasi tutti i comuni della provincia, anche quelli dove aveva stravinto alle europee, segno dell’assenza di una radicata dirigenza locale. Del resto la classe dirigente fornita per anni da Forza Italia era scomparsa con l’evaporazione di quel partito, che era stato per decenni la guida e la colonna portante della coalizione, mentre la Lega ha preso i voti, ma si è trovata sprovvista di classe dirigente. I numeri lo testimoniano: la Lega passa dal 3,5% del 2014 al 26% delle europee, per poi scendere a poco più del 21% delle comunali, mentre Forza Italia arretra dal 10% del 2014, al 5% delle europee fino a poco più del 3,80% delle comunali. Fratelli d’Italia supera la soglia del 3% di poco, ma dovrebbe eleggere Aragona e ha dimostrato di avere alcuni candidati giovani, che potranno darle qualche soddisfazione in futuro. Molto negativo il voto dei 5 Stelle: 14,11 alle europee e solo 14,71 alle comunali, nonostante una candidata preparata e una lista più ricca di personalità della tornata precedente. Un brutto risultato, anche perché inferiore di circa tre punti rispetto alle comunali precedenti. Per loro più che per altri, ha pesato la vertiginosa caduta del partito nazionale. Molto buono il risultato di Alleanza Civica, poco oltre il 5% e della sua candidata Cinzia Rubertelli, che ha sfiorato il 5,5%, prendendo più voti della sua lista e dimostrando di avere caratura politica; non era semplice farsi largo in mezzo a partiti che in ogni caso si giovavano del traino nazionale. Grazie anche ad una lista di candidati che si sono ben comportati, oggi Alleanza Civica è la quarta forza politica della nostra Città, davanti a partiti come Forza Italia, Fratelli d’Italia, più Europa e altri. Soprattutto ha dimostrato di essere in grado di tenere insieme esperienze e persone diverse e di riuscire a crescere, di ben 2 punti rispetto al 3,3% delle precedenti elezioni. Forse il centrodestra ha commesso un errore nel non avvalersi della sua persona e delle professionalità e potenzialità della sua lista. Resta da dire che difficilmente Salati riuscirà a battere Vecchi al secondo turno, anzi dovrà cercare di evitare una sconfitta di larga misura. Servirà a poco lo slogan: mandiamoli a casa dopo tanti decenni. Reggio è una Città conservatrice, come accade spesso alle città benestanti e ha già dimostrato di preferire un sindaco, magari modesto, ma da cui non ci aspettano sorprese, ad uno di cui non si conosce alcuna competenza o esperienza politica. Può non piacerci, ma il popolo, a differenza della sinistra, noi non lo scegliamo e rispettiamo il suo voto, anche quando non ci piace. Anche se temiamo che questa continuità sia accompagnata da un lento declino.