di Domizia Dalia

Donatella Prampolini

I dati sono allarmanti: secondo quanto diffuso dalla FAO, ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo finiscono nella pattumiera. Per combattere questi sprechi alimentari e raggiungere l’ambizioso obiettivo dello “spreco zero” è possibile oggi avvalersi delle nuove tecnologie. Diversi sono i progetti avviati in ogni parte del mondo per arginare questo fenomeno e anche in Italia sono approdate numerose applicazioni per educare e aiutare il consumatore a fare scelte consapevoli, oltretutto risparmiando. Varie le modalità del loro utilizzo, ma tutte permettono di acquistare ad un prezzo scontato cibo che altrimenti non potrebbe essere più venduto nel giro di qualche giorno o addirittura di qualche ora, nel caso dei cibi freschi.
Tra le più famose Too Good to Go, (sbarcata da poco anche nel Bel Paese, ma per ora solo in poche città tra cui Bologna), che propone una magic box – contenuto a sorpresa – con un pasto che può costare dai due ai sei Euro.
La novità assoluta, però, è Last Minute Sotto Casa – LMSC –, applicazione che si è rinnovata proprio negli ultimi mesi aprendosi alla GDO – Grande Distribuzione Organizzata –. Un progetto di grande portata che vede la città di Reggio Emilia tra le protagoniste grazie al gruppo Realco, primo retailer in Italia a mettere in piedi un test sfruttando l’applicazione nel punto vendita Sigma presso il centro commerciale Quinzio, in via Ferioli. A raccontare questa iniziativa è Donatella Prampolini Manzini, presidente del gruppo Realco e presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia.

Presidente, le applicazioni contro lo spreco alimentare si stanno affermando in tutto il mondo. È un nuovo modo per avvicinarsi consapevolmente al consumo etico…

Lo spreco alimentare è certamente un tema centrale, in un momento storico in cui, finalmente, si comincia a riflettere sulle risorse del pianeta. Il problema è che tutti ne parlano, ma pochissimi mettono in pratica best practices per dare una svolta concreta alla questione. Da qui, quindi, l’idea di usare le App che oggi parlano un linguaggio conosciuto da tutti. Questo permette ai consumatori più sensibili di avere accesso alle occasioni e alle informazioni in tempo reale, acquisendo consapevolezza da una parte, e dando un aiuto concreto al pianeta dall’altra.

Last Minute sotto Casa, una delle applicazione più seguite, ha deciso di rinnovarsi, aprendosi alla GDO. Il Gruppo Realco (dei supermercati Sigma e ECU) è stato il primo ad aderirvi in Italia…

Nella mia posizione di Presidente FIDA – Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione – sono venuta in contatto con gli sviluppatori della App e abbiamo deciso di dare una mano al progetto, mettendo a disposizione il gruppo distributivo di cui sono Presidente. Ho sempre ritenuto che il miglior modo per divulgare le iniziative, fosse proprio dare l’esempio.

L’obiettivo principale è sempre quello dello spreco zero. A Reggio Emilia il primo punto vendita Sigma che si avvale dell’App LMSC è quello al Quinzio di via Ferioli. Può spiegarci meglio come funziona?

Il punto vendita Quinzio, gestito dalla mia Azienda, sta portando avanti il test con molta soddisfazione. Innanzitutto, abbiamo formato il personale, non solo spiegando il funzionamento dell’App, peraltro semplicissimo, ma facendo ben capire quali fossero i principi che stanno alla base di questa operazione. Si è quindi individuato uno spazio dedicato ai prodotti prossimi alla scadenza, caratterizzato dai loghi e dai colori dell’ App, che vengono scontati del 40-50-60%. I consumatori che scaricano l’App sono informati delle occasioni presenti in tempo reale, attraverso messaggi geolocalizzati.  Le offerte vengono caricate giornalmente ed è cura del personale comunicare che il prodotto è terminato. Abbiamo insistito molto sulla piena dignità degli spazi individuati, che non devono essere visti come luoghi “ di scarto”, ma come luoghi di “opportunità”.

Gli sconti sono per tutti o solamente per chi usufruisce dell’App?

Gli sconti applicati sono per tutti i consumatori, ma chi ha l’App è in grado di sapere anticipatamente le opportunità del giorno.

Da quando il gruppo si avvale di LMSC, avete notato una maggiore attenzione del consumatore verso i prodotti proposti?

Diciamo che l’attenzione è certamente aumentata, sia grazie all’App, sia grazie al fatto che si è data una nuova veste e un nuovo significato a questo tipo di offerta che non serve solo a spendere meno, ma anche a fare qualcosa di concreto per il pianeta.

Estenderete il progetto anche agli altri punti vendita? Entro quando?

L’idea è certamente quella. Il test di qualche mese ci serve per capire tecnicamente quali migliorie apportare per rendere l’App facilmente utilizzabile da gestori e da consumatori. Abbiamo richieste da tutta Italia e a brevissimo tireremo le somme per poi procedere con l’apertura agli altri esercenti.

Strumenti come Last Minute Sotto Casa sono stati creati inizialmente per rivolgersi ai piccoli rivenditori o esercenti. Oggi invece, sembra fondamentale inglobare anche la grande distribuzione. Quanto può essere importante per una catena di supermercati riuscire a gestire positivamente le eccedenze alimentari?

Pur essendo io Presidente nazionale della Federazione dei Dettaglianti Alimentari, che rappresenta piccoli e medi imprenditori, ho ritenuto di proporre l’apertura alla GDO, per una doppia motivazione.

L’ App aveva necessità di avere una massa critica di punti vendita, tutti ugualmente formati e interessati a portare avanti il progetto, per evitare che il consumatore si disinnamorasse non trovando quotidianamente offerte caricate.

Al tempo stesso la GDO, attenta per sua natura agli sprechi alimentari, che di fatto erodono direttamente i margini aziendali, ha la necessità di far capire ai consumatori che i prodotti prossimi alla scadenza sono sicuri e il loro utilizzo genera un circolo virtuoso per tutti.

Dati alla mano, quale percentuale di spreco alimentare ha oggi Il gruppo Realco, particolarmente attento alla sostenibilità ambientale? Avete degli obiettivi da raggiungere nel breve e lungo periodo?

E’ veramente molto difficile fare una media, perché varia a seconda del reparto e della metratura del punto vendita. L’anno scorso facemmo un’indagine abbastanza approfondita che portò ad una media attorno all’1,5-2% del fatturato di reparto. Ritengo che questa percentuale sia fisiologica, ma è ovvio che ci poniamo sempre l’obiettivo della sua riduzione, soprattutto se questo serve per aiutare, non solo l’imprenditore ed il consumatore, ma anche il pianeta.

Secondo lei bisognerebbe anche sensibilizzare il consumatore? In molti, infatti, pensano che i cibi in prossimità di scadenza contengano meno proprietà nutritive o comunque non abbiano le stesse caratteristiche organolettiche degli altri. Sono questi i falsi miti da sfatare?

Direi che questo è il tema principale. Ogni commerciante come me, è cresciuto mangiando le cose che avanzavano nei negozi, e come vede, godiamo di ottima salute. Il benessere ha portato ad eccessi non solo sbagliati, ma anche insostenibili. Capita spessissimo che i consumatori vadano a cercare la merce posta “dietro” negli scaffali, perché ha scadenze più lunghe, innescando di fatto un peggioramento del problema degli sprechi. Occorre cominciare dalle scuole primarie ad insegnare il valore del cibo ed a sfatare i timori legati al Termine Minimo di Conservazione, TMC, “da consumarsi preferibilmente entro” che come ben sappiamo non è la data di scadenza di un prodotto. Indica solo il temine minimo entro il quale le caratteristiche organolettiche del prodotto non variano e viene posto in genere a 2/3 della vita reale di un prodotto. Superato il TMC, il prodotto può essere meno fragrante, ma certamente non nocivo. Diverso invece è il caso della data di scadenza “da consumarsi entro”. Si tratta in genere di prodotti freschissimi, che fino alla data di scadenza non presentano problemi, ma che è bene non consumare oltre. Questo concetto oggi purtroppo è male interpretato e porta a dei comportamenti che cerchiamo di combattere con le nostre iniziative.

Ci sono aggiornamenti e novità sul gruppo Realco?

Direi proprio di sì. Il nostro Gruppo sta cambiando pelle come gran parte della GDO. Ha recentemente festeggiato 60 anni di attività e sta concentrando le proprie energie nella ricerca di nuovi format che vadano incontro alle esigenze dei consumatori. In questo senso stiamo sviluppando un canale convenienza che si chiama Economy e che abbina prezzi convenienti a grandissimo assortimento e qualità dei reparti freschi. Un altro progetto iniziato proprio in questi giorni, in collaborazione con il Fondo Forte, è la formazione professionale specifica dei nostri addetti. Una serie di moduli formativi, mirati agli addetti dei reparti ‘freschi’, per aumentare la conoscenza dei prodotti e dei processi aziendali. Insomma, un occhio alla tradizione, ma in chiave sempre più moderna e innovativa, per garantire il ricambio generazionale nei nostri punti vendita che, pur essendo negozi moderni e di medie dimensioni, non dimenticano i valori della prossimità da cui deriviamo.

Presidente, è recente il dibattito pubblico sui Dehors proposti per non far morire il centro storico dall’assessore Francesca Sidoli e sul futuro del mercato coperto. Qual è il suo commento in merito a questi due punti?

Ci fa piacere che dopo tanti anni durante i quali, in solitudine, abbiamo sostenuto la necessità di trovare una soluzione diversa per il mercato coperto si inizi a parlarne. Non interveniamo per avere a tutti i costi la primogenitura su questo dibattito, ma perché è importante evitare che si facciano ulteriori errori in futuro. Non bastano parole e ipotesi, occorre fare delle cose concretamente. Siamo già in contatto con l’amministrazione comunale, in particolare col sindaco e l’assessora al commercio, le attività produttive e la valorizzazione del centro storico, stiamo cercando delle soluzioni. Questa volta, però, bisogna che il risultato sia condiviso e supportato da una ricerca professionale per capire quali attività possano profittevolmente essere insediate in quello spazio e per poter trovare poi gli esercenti interessati. Bisogna sfruttare questa occasione senza commettere altri errori perché è una partita troppo importante per il nostro centro storico. Per quanto riguarda i l’idea apprezzabile lanciata dall’assessora Sidoli non posso che condividere il pensiero di Alessandro Grande – direttore di Confcommercio Reggio Emilia –: “Anche se il richiamo al boulevard Corso Garibaldi già evocato una trentina di anni fa da un notissimo ex-assessore al commercio andrebbe evitato perché allora non portò nulla di buono. Il tema va comunque sviscerato sotto ogni profilo tecnico-giuridico e urbanistico. L’importante è non creare all’interno del centro storico zone da Champions League e altre di fondo classifica, rischio che pare paventarsi da quanto dichiarato dalla Dirigente della Soprintendenza. In ogni caso andranno previste forme di incentivazione e agevolazioni per favorire gli investimenti da parte degli operatori”.