di Domizia Dalia
Riportare in auge un brand storico non è mai un’impresa facile, occorre lungimiranza, dedizione e una spiccata propensione manageriale. Tutto questo non è mancato a Giovanni degl’Incerti Tocci, che nel 2008 ha deciso di acquistare la storica azienda di occhiali Nannini per riportarla in carreggiata dopo un lento e progressivo declino. La scomparsa prematura di Giovanni non gli ha consentito di vedere l’exploit dell’azienda, oggi guidata con entusiasmo dal figlio Davide e dai suoi due soci: Alberto Gallinari, direttore commerciale del brand e Edgardo Costa Pisani che pur non ricoprendo ruoli operativi, mette a disposizione la sua esperienza per le scelte più importanti. Dopo due anni dal suo rilancio, l’azienda ha spostato la sua produzione da Modena, città dove era nata sessantacinque anni fa, a Reggio Emilia riuscendo ad internalizzare ogni aspetto della produzione. La Nannini famosa principalmente per le sue maschere da moto, ancora adesso fiore all’occhiello del brand emiliano, è riuscita ad imporsi anche con una gamma di occhiali in iniettato e una linea in acetato di cellulosa. Nel futuro prossimo l’azienda punta su un ampliamento dei nuovi canali distributivi paralleli all’occhialeria oltre all’introduzione di nuove tecnologie produttive e la possibilità di una maggiore espansione nel mercato italiano.
Davide iniziamo parlando della storia di Nannini azienda di occhiali Made in Italy, anzi Made in Reggio Emilia, che negli ultimi anni sta avendo una nuova vita …
Con orgoglio possiamo dire che i nostri occhiali sono totalmente Made in Reggio Emilia da gennaio 2010, quando abbiamo trasferito nella nostra città la produzione dalla storica sede Nannini di Modena, nata sessantacinque anni fa. In questi anni l’azienda è cambiata sotto tantissimi punti di vista, ma la produzione è sempre rimasta il fulcro di tutto. Siamo andati controcorrente, in un momento in cui la politica generale era quella di esternalizzare per rendere più snelle le attività, noi abbiamo deciso di internalizzare tutti i processi – anche quelli che da sempre erano stati gestisti all’esterno – diventando finalmente integrati verticalmente, quasi al 100%. Questo ci garantisce un grande controllo sulla qualità.
L’azienda è stata rilevata da suo padre nel 2008 ed oggi Lei ne è orgogliosamente alla guida. Da allora quanto è cambiata l’azienda e quali importanti traguardi è riuscito ad ottenere?
Siamo partiti insieme nel 2008 con una situazione molto complicata. L’azienda aveva, infatti, un passato importante, ma versava in condizioni molto critiche. Mio padre ha avuto la lungimiranza di vedere il buono che la società, con i suoi brevetti, poteva esprimere e ha deciso di investirci.
Da quel momento siamo cambiati tantissimo, ristrutturando tutte le linee produttive, quintuplicando la capacità e migliorandone la qualità. Tutto questo ci ha permesso di entrare nel mercato Asiatico, che oggi ci sta dando grandissime soddisfazioni. La svolta, però, è avvenuta nel 2014 quando ho deciso di sviluppare un nuovo progetto: la produzione di occhiali in acetato di cellulosa, cosa che in tutta la storia di Nannini non era mai stata affrontata; inoltre abbiamo creato il nuovo brand Onirico e rilanciato lo storico marchio di punta della casa, Giorgio Nannini che era stato abbandonato durante la crisi. Due novità che hanno dato slancio e vigore alla società.
Il buon andamento dell’azienda e la voglia di un confronto sempre maggiore mi ha portato in questi anni ad aprire la compagine sociale a nuovi soci che hanno investito con entusiasmo in questa mia avventura. Il primo ad arrivare è stato Edgardo Costa Pisani che, forte della sua esperienza nel campo moda, è stato ed è tuttora una grande fonte di confronto. Da ultimo è entrato in società Alberto Gallinari che divide con me il ruolo di direzione commerciale, forte delle sue esperienze manageriali e imprenditoriali.
Domenica 20 ottobre verrete premiati durante il Graziella Pagni Eyewear Award, un riconoscimento importantissimo…
Siamo davvero orgogliosi di ricevere questo prestigioso premio davanti ai migliori ottici italiani. Nella bellissima cornice di Palazzo Borghese a Firenze ci verrà consegnata la targa di “Azienda Storica”, un riconoscimento di valore poiché viene assegnato solo alle aziende con più di cinquant’anni di storia; e come sappiamo nel mondo dell’occhialeria ce ne sono davvero pochissime.
Se le mie fonti sono corrette siete un’azienda produttrice con una media di età dei dipendenti under 32. Un’eccezione italiana, dato il momento di stallo in cui versa il nostro Paese…
Siamo tutti molto giovani, crediamo fermamente e investiamo quotidianamente nei nostri ragazzi, creando percorsi professionali mirati ad accrescere conoscenze e professionalità che sono altrimenti assenti sul nostro territorio.
Ovviamente a volte la mancanza di esperienza si fa sentire, ma la buona volontà e l’entusiasmo colmano tantissime lacune.
L’azienda Nannini è diventata famosa per le sue maschere da moto, un orgoglio nazionale frutto di tecnologia e di un altissimo livello di artigianalità…
Tutto inizia nella cantina di Giorgio Nannini, il fondatore dell’azienda, che per poter andare a trovare la donna che diventerà sua moglie e che al tempo abitava a 40km da casa sua, si ingegnò per costruire le prime maschere di protezione. Oggi siamo tra i leader mondiali delle maschere da riderista, prodotti di nicchia dal forte carattere custom e rétro.
Quali sono gli altri processi produttivi che l’azienda ha messo a punto?
Come dicevo prima la nostra scelta è stata quella internalizzare tutte le fasi del processo produttivo. Partiamo dalla materia prima di altissima qualità e la trasformiamo fino a realizzare l’occhiale finto.
Per fare questo abbiamo investito in macchinari all’avanguardia e in tanta formazione. Oltre alla linea Motorcycle la nostra produzione si contraddistingue per una gamma di occhiali in iniettato e una linea di occhiali in acetato di cellulosa. Prodotti molto diversi tra loro, ma con un’anima comune.
Di recente è scoppiato un piccolo incendio nella sede di via Kennedy, a Reggio Emilia, che cosa è successo, ci sono stati danni ingenti?
Purtroppo qualche settimana fa ha preso fuoco uno degli ultimi macchinari che abbiamo inserito in produzione e che viene utilizzato per il taglio dei frontali degli occhiali. I danni sono stati rilevanti, ma siamo ripartiti velocemente grazie al supporto dei nostri fornitori e alla dedizione dei nostri ragazzi.
La linea di occhiali Nannini è stata affiancata da altre due linee…
Nel 2014 in concomitanza con l’avvio della nuova linea produttiva, ha preso vita Onirico, brand vivace ed eclettico caratterizzato dall’incollaggio di lastre in acetato per dar vita a combinazioni di colore esclusive per rendere l’occhiale unico. Pochi mesi dopo abbiamo riscoperto Giorgio Nannini, brand più rigoroso con tanti richiami al passato, ma reinterpretati con un design moderno dalle linee decise e spessori importanti, comunque sempre con grande confort di calzata. Questi sono stati due progetti molto ambiziosi e una grande sfida.
In che senso…
Siamo l’unica realtà di occhialeria sul nostro territorio lontani dalle zone d’Italia dove c’è la cultura e l’indotto per la produzione di occhiali. La mancanza di questo indotto ha reso il lancio di questi progetti più faticoso e ha portato anche a qualche errore, ma fortunatamente l’esperienza maturata e i positivi riscontri del mercato stanno dando ragione alla nostra scelta.
Negli ultimi anni l’azienda è cresciuta molto, aumentando notevolmente il fatturato…
I primi anni sono serviti per stabilizzare l’azienda, il primo salto dimensionale è avvenuto nel 2014 con l’apertura ai mercati asiatici, il grande investimento fatto poi sulla linea produttiva dell’acetato ci ha permesso un ulteriore balzo in avanti confermando l’importante crescita. La continua volontà di migliorare ci ha portato ad investire in una linea produttiva completa per la realizzazione di occhiali in metallo che hanno completato la nostra proposta commerciale.
Quanto conta l’export…
Tanto, ma meno rispetto al passato. Fino al 2015 esportavamo per più del 90%, oggi l’estero rappresenta il 60%; questo non per effetto di cali, ma per il poderoso lavoro fatto sul mercato interno che sta dando tante soddisfazioni. Il mercato italiano è uno dei primi al mondo dove non tutti riescono ad emergere a causa di una competizione molto agguerrita.
Un segmento importante della produzione è dato anche dalle collaborazioni con altri marchi, per esempio nel campo della moda…
Riuscire a collaborare con importanti case di moda è estremamente stimolante sia a livello creativo sia come sfida produttiva, siamo sempre aperti a nuove collaborazioni per ampliare le nostre vedute e crescere.
Tra pochi mesi inizierà la nuova edizione del Mido – la fiera dedicata all’occhialeria più importante d’Italia –, immagino che Nannini parteciperà come ogni anno. Quali sono le novità che presenterete?
Mido è sicuramente l’evento più importante a livello mondiale e la nostra ambizione è essere finalmente accolti nel padiglione chiamato Design Lab, dove sono presenti i migliori brand del mondo di alto livello. Questa per noi sarebbe una grande conquista. Ci presenteremo comunque, come sempre, con tantissime novità per i nostri due top brands Giorgio Nannini e Onirco.
Oltre a Mido, per la prima volta quest’anno parteciperemo a Maison&Objects – a Parigi – per proporre la nostra gamma in iniettato in canali paralleli a quello dell’occhialeria.