La Galleria VV8artecontemporanea di Reggio Emilia presenta, fino al 24 novembre 2019, la mostra “Nel paesaggio il vuoto”: opere di Arcangelo e Anton Zoran Mušič. All’interno dello spazio, i due artisti dialogano metaforicamente attraverso la loro arte, un’arte che parla della loro terra e del sentimento di appartenenza a essa, un’arte colma di storia personale e delle vicende storiche avvenute nei luoghi da essi vissuti. L’esposizione propone dipinti e disegni su carta in un percorso pregno di effluvi terrestri e di quel petricore che resta attaccato addosso, la cui presenza è intensa in ogni opera. Lo spazio si riempie di geosmina, dell’odore di quella terra calpestata e vissuta dai due artisti ora privatamente, ora nel suo aspetto più collettivo, con richiami e rimandi al background storico, culturale e sociale. Le opere di Mušič risalgono agli anni ’60, periodo cronologicamente centrale della sua carriera artistica. Le tele, così come i disegni, oscillano tra i toni scuri della terra bruciata e le chiare evanescenze, sfumature impressionistiche, rappresentazioni atmosferiche che emanano il profumo della desolazione: il paesaggio, sia quello rappresentato, sia quello reale, si fa specchio della solitudine che pervade l’artista ma che è condizione comune ad ogni uomo. È un paesaggio introspettivo, intriso di un sentimento privato eppure comune, ma vissuto da ogni testimone in maniera del tutto personale: la guerra, il dramma dell’olocausto, hanno segnato indelebilmente l’artista che non può divincolarsi dal terribile ricordo del campo di concentramento e della morte.
Arcangelo ci racconta lo stretto rapporto con la sua regione d’origine, il meridione italico, con i suoi misteri, i suoi rituali, il suo popolo. I cicli presenti in mostra, Tappeti Persiani (1999) e Sanniti (2003-2004), diventano il pretesto con cui l’artista, attraverso le immagini, può parlare dell’appartenenza al territorio. La terra è qui narrata non tramite la rappresentazione del paesaggio, ma con una sorta di simbologia o scrittura, fatta di segni, poiché la natura è da intendersi come madre generatrice, sfondo di vicende storiche, sempre presente ma coprotagonista. La gestualità con cui l’artista dipinge, conferisce alle opere una potenza primordiale e istintuale, il gesto arricchisce di movimento. Come nelle opere di Mušič, anche in quelle di Arcangelo lo spazio e il tempo sono sospesi; gli elementi, gli oggetti, sono sempre in primo piano ma in uno spazio privo di profondità. La pittura è introspettiva e allo stesso tempo a contatto con la quotidianità.
L’esposizione sarà visitabile fino al 24 novembre 2019, da mart. a sab. ore 10.00-13.00 e 16.30-19.30, oppure su appuntamento. Per informazioni: tel. 0522 432103, www.vv8artecontemporanea.it