di Romano Pezzi
Da tempo il grande ciclismo, non offriva emozioni di spettacolare agonismo, come nell’ultima settimana di gare, dal Giro dell’Emilia del 5 ottobre, al Giro di Lombardia, passando per il Trofeo Beghelli, Tre Valli Varesine, Milano-Torino e Giro del Piemonte. Sei corse disputate nell’arco di otto giorni, con la partecipazione della crema del ciclismo internazionale (campioni mondiali, vincitori di tutti i grandi giri e di classiche) e terminate dopo unaalotta all’ultimo respiro, con la vittoria di campioni degni di questo nome. Una serie di corse che hanno rialzato l’interesse della tifoseria, verso lo sport del pedale. Basti guardare la folla presente a Bologna nei due chilometri di salita verso la Basilica di San Luca e tutta quella che assiepava gli arrivi posti ai Santuari di Superga e di Oropa, nonché alla Madonna del Ghisallo, in occasione del passaggio dei corridori nel Lombardia. Evidentemente porta bene agli organizzatori rivolgersi a queste maestose basiliche cristiane per gli arrivi delle loro corse. Come una sorta di pellegrinaggi dei ciclisti.
Basta crederci perché il Giro dell’Emilia, dal prossimo anno l’UCI lo ha promosso Pro Series, ovvero il circuito delle 50 gare più importanti del mondo.
Una serie di corse che hanno rialzato l’interesse della tifoseria, verso lo sport del pedale. Basti guardare la folla presente a Bologna nei due chilometri di salita verso la Basilica di San Luca e tutta quella che assiepava gli arrivi posti ai Santuari di Superga e di Oropa, nonché alla Madonna del Ghisallo, in occasione del passaggio dei corridori nel Lombardia. Evidentemente porta bene agli organizzatori rivolgersi a queste maestose basiliche cristiane per gli arrivi delle loro corse. Come una sorta di pellegrinaggi dei ciclisti.
Basta crederci perché il Giro dell’Emilia, dal prossimo anno l’UCI lo ha promosso Pro Series, ovvero il circuito delle 50 gare più importanti del mondo.
Un bel traguardo quindi per Adriano Amici, “patron” del G.S Emilia che organizza la corsa, anche al femminile. Amici, 75 anni, è di Casalecchio di Reno, molto vicino a Gino Bartali. Lo ricordiamo nel 1962, quando da allievo, vinse al Gran Premio della Liberazione a Reggio. Il papà Aladino tra l’altro, pure corridore, era compagno di squadra tra i dilettanti, con il nostro Danilo Barozzi. Una vita quindi sulle due ruote.
Unica nota negativa in questo spettacolo di bel ciclismo di fine stagione, la carenza degli italiani negli ordini d’arrivi che sono pressoché assenti nelle Top Ten.
Su sessanta posti a disposizione, soltanto in cinque dei nostri si sono piazzati.
Si salva Sonny Colbrelli che al Trofeo Beghelli di domenica 6 ottobre, sul rettifilo di Monteveglio, all’ombra del famoso monastero (accolse Giuseppe Dossetti, padre della Costituente, quando vi si rifugiò facendosi monaco dopo la sua parentesi politica), in un finale incandescente condotto a cinquanta all’ora, con una possente volata, ha “matado” lo spagnolo Valverde.
Ma Colbrelli, già primo su questo traguardo nel 2015 quando era alla Bardiani Csf, quindi quotato ai botteghini delle scommesse, era tra i favoriti in questa gara priva di grosse difficoltà altimetriche, quindi ha fatto giustizia rendendo tutti contenti. Alle Tre Valli Varesine invece Giovanni Visconti, siciliano 36 anni, è secondo, dietro un irresistibile Primoz Roglic.
Ma chi purtroppo era assente in questa festa di fine stagione erano i corridori reggiani.
Soprattutto Eugert Zhupa, scandianese d’Albania, che da un mese ha lasciato il triste messaggio che annuncia di lasciare l’attività.
Dopo cinque anni di belle imprese, autore di importanti fughe al Giro d’Italia e soprattutto ai mondiali, ai quali partecipava come rappresentante del suo paese, deluso e amareggiato Zhupa lascia il professionismo. In pratica non ha trovato le condizioni necessarie all’interno dei teams di appartenenza per potersi esprimere come avrebbe voluto e che meritava. Negli ultimi tempi addirittura non poter gareggiare.
Zhupa dal canto suo, vive bene a Scandiano. Al Bella Venezia Caffè hanno fondato un fans club in suo onore per sostenerlo in questo difficile mondo del ciclismo professionistico, e si spera che il corridore ritorni in gruppo, ma le difficoltà che incontra nel contesto sono tante. Zhupa resterà comunque nel cuore degli sportivi.
In queste classiche di fine stagione era assente anche Mirco Maestri, il corridore di Luzzara che ci aveva abituato alle fughe interminabili e che farà 28 anni in questi giorni (26 ottobre).
Il suo general manager alla Bardiani Csf inox, Bruno Reverberi, lo ha inviato in Cina per cogliere qualche traguardo su quelle strade. Scelta azzeccata in quanto Maestri ha vinto subito la cronometro iniziale davanti al neozelandese Hayden, alla media di oltre 45 orari e vestendo di conseguenza la maglia di leader della classifica. Una maglia gialla che Maestri poi ha vestito per altre due tappe e che sono andate ad arricchire la sua collezione privata di questi trofei (non si contano più con la dita delle mani), indossati in questi suoi quattro anni di corridore professionista. Dopo la Cina, per Maestri altra trasferta in Croazia, ma questa volta con meno fortuna.
Ritornando alle gare di casa nostra, le soddisfazione alla Bardiani Csf Inox sono state soprattutto televisive. I propri atleti hanno ben figurato davanti al piccolo schermo, fino ai tre quarti di gara partecipando a quelle fughe riprese infatti dalla televisione, nate dopo i primi chilometri della corsa. A questo punto facciamo un passo indietro, al 22 settembre, nel Trofeo Matteotti di Pescara per segnalare un podio per la Bardiani Csf ottenuto da Daniel Savini, giunto terzo dietro a Matteo Trentin, poi medaglia d’argento ai mondiali e Amador. Savini è nato a Reggio e cresciuto sulla bici da corsa a Castelnuovo Sotto. Poi trasferitosi in Toscana con la famiglia per ragioni di lavoro, il giovane ha continuato col ciclismo mettendosi in luce da juniores vincendo nel 2015 il Giro della Lunigiana, ovvero la più difficile gara al mondo della categoria. Dal 2018 il bravo Daniel ritorna a Reggio con Reverberi e rappresenta una punta della squadra.
Al Giro dell’Emilia anche il giovane Umberto Orsini, sempre del gruppo Bardiani, è stato un protagonista, partecipando alla fuga iniziale durata oltre cento chilometri. Ma dopo la prima scalata su San Luca, il corridore toscano si è perso. “Se fosse così bravo in discesa – commenta a caldo Bruno Reverberi – come suo zio (inteso come Andrea Tafi) lo era sul pavè, sarebbe un buon corridore.
Per lui – aggiunge sorridendo il tecnico – ci vorrebbero curve come piazza d’Armi”.
Orsini infatti, bello in sella che ricorda molto l’ultimo vincitore italiano della Parigi-Roubaix, dopo la prima scalata al Santuario di San Luca, dove si espresso con tanta grinta, si è staccato dai suoi compagni di fuga nella difficile discesa su Bologna.
Il corridore toscano (è nato ad Empoli) avrà 25 anni il prossimo 6 dicembre, ed è al suo secondo anno da professionista con la Bardiani.
Secondo il parere di Reverberi, 37 anni alla guida di squadre professionistiche, Orsini può migliorarsi, soprattutto nell’affrontare le curve. Possiede un buon motore. Da juniores è stato campione italiano.
In alcune di queste corse hanno preso il via anche i ciclisti under 23 della Beltrami Tsa, la squadra Continental reggiana, sostenuta dalla omonima società di Pieve Modolena. Corridori coraggiosi, che in alcune occasioni hanno comandato la corsa, vedi Tomaso Fiaschi, nel Trofeo Beghelli, in fuga con un terzetto fino a pochi chilometri dal termine.
Nelle categorie minori, tra i reggiani, segnaliamo il sesto posto di Gabriele Spadoni della Cicling Guerciotti, a Parapiago, nel Trofeo Libero Ferrario, in onore ad un antico campione del mondo dilettanti. Tra gli juniores, piazzamenti di Federico Bergianti (Nial) giunto quinto a Verona alla Fiera della Polenta e 7° a Graffignana la settimana prima.
Il consocio Gabriele Rioli invece è giunto 3° a Maleo (Lodi), nell’antico Giro delle Tre Province.
Secondo posto di Nicolò Costa Pellicciari a Gaggio in Piano (Modena) tra gli allievi, dietro al romagnolo Alessandro Ronchini.
Nella classica Lugo-San Marino, sempre il 6 ottobre, Federico Biagini della Cooperatori, è secondo a soli 20 metri dal vincitore.
Esordienti vittoriosi invece con Cristian Fantini della Cavriago, primo a Coenzo (Pr) e il compagno di colori Leonardo Longagnani, reggiolese, che invece e arrivato secondo.