Nel corso del 2018, circa 168 donne tra quelle in carico al Servizio sociale – Poli Territoriali hanno dichiarato di aver subito violenza da parte di un uomo. Di queste, l’80% ha dichiarato che l’autore delle violenze è l’attuale partner, quindi coniuge, fidanzato o convivente. Si tratta in misura maggiore di donne con cittadinanza straniera: le fasce di età prevalenti, nel circa 60% dei casi, vanno dai 30 ai 49 anni. 334 sono state le donne accolte dal Centro antiviolenza – Casa delle Donne, gestita dall’Associazione Nondasola, la maggior parte delle quali di cittadinanza italiana. La fascia di età prevalente è quella compresa tra i 30 e i 39 anni; 196 sono le donne con figli minorenni e 93 con figli maggiorenni. La maggioranza delle violenze subite sono di tipo psicologico e fisico, ma sono numerose anche quelle di tipo economico e le violenze multiple.

Nel 2018 a Reggio Emilia le donne vittime di violenza che si sono rivolte al Pronto soccorso sono state 359 e sono stati 11 i casi di violenza seguiti dal Consultorio.

I reati registrati dalla Questura nel 2018 sono stati: 141 casi di maltrattamento; 101 casi di stalking e 48 casi di violenza sessuale.

I dati locali su questa problematica e il programma delle iniziative promosse dal Tavolo interistituzionale per il contrasto alla violenza contro le donne sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e l’assessora alla Cultura e Pari opportunità Annalisa Rabitti, la presidente dell’associazione Nondasola Silvia Iotti e la dirigente dei Servizi sociali del Comune di Reggio Emilia Germana Corradini.
Erano inoltre presenti i rappresentanti dei numerosi soggetti che prendono parte al Tavolo interistituzionale: Francesca Ghirri, avvocata del Servizio Legale del Comune di Reggio Emilia; Francesco Panetta, Dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Emilia; Celestina Tinelli, presidente dell’Ordine degli Avvocati; Francesca Santi medico del Pronto Soccorso, Referente percorso violenza, e Maria Stella D’Andrea, medico legale, criminologa clinica, dell’Ausl Reggio Emilia; Giovanna Fava, per il Forum Donne Giuriste e Claudia Auguzzoli, consigliera della Provincia di reggio Emilia con delega alle Pari opportunità.

“Reggio Emilia è stata una città pioniera nell’assumere un impegno forte e continuativo nel contrasto della violenza sulle donne – ha detto il sindaco Luca Vecchi –: in questi anni, grazie al Tavolo interistituzionale, è stata sviluppata una rete di dialogo e collaborazione tra una molteplicità di soggetti che, senza rinunciare alle loro autonome prerogative, hanno scelto di adottare una strategia comune. Questa capacità di fortissima collaborazione tra le istituzioni e il sistema dell’associazionismo ha consentito di rafforzare la collaborazione tra i diversi soggetti coinvolti e di valorizzare il protagonismo civico, dall’altro di adottare una precisa posizione politica sul tema dei diritti umani, al cui interno si inseriscono le azioni per il contrasto alla violenza sulle donne. Nonostante questo grande livello di attenzione e consapevolezza, anche a Reggio Emilia quasi una donna al giorno si rivolge ai centri antiviolenza: questo significa fiducia in chi dà aiuto, ma anche il fatto che non dobbiamo abbassare la guardia ed è necessario rilanciare con maggiore forza l’impegno comune e la collaborazione tra istituzioni e associazioni, per lavorare sul rafforzamento dei servizi e la promozione di una cultura del rispetto delle donne”.

“Il tema della violenza maschile contro le donne è un tema di cultura su cui non possiamo abbassare la guardia, che riguarda la disparità tra i sessi – ha detto l’assessora Annalisa Rabitti – La decisione di promuovere un Tavolo interistituzionale, a Reggio Emilia presieduto dal Sindaco, testimonia la scelta di una città che vuole avere come priorità l’affrontare questa problematica a partire da una rete di solidarietà e contrasto alla violenza maschile: in questo modo saremo in grado di costruire risposte sempre più efficaci e puntuali nei confronti delle donne che scelgono di denunciare, così come saremo capaci di promuovere una cultura della prevenzione e del rispetto all’interno del rapporto tra uomo e donna”.