Dalle città d’arte ai
castelli, dall’Appennino alla Riviera, passando per l’enogastronomia e la Motor
Valley: sono alcune delle proposte della
Lonely Planet, la pubblicazione di viaggio più famosa al mondo,
che ha realizzato la sua prima guida
completa dedicata all’Emilia-Romagna, che uscirà in libreria il
prossimo 5 dicembre.
Cinque autori hanno percorso la regione in lungo e in largo per raccontare, in
450 pagine, le tante opportunità di
vacanza che la regione offre al turista. Innata vocazione
all’ospitalità della sua gente, una cucina unica e genuina, affascinanti città
d’arte e una varietà di offerta senza eguali, i punti che gli autori hanno
voluto evidenziare nelle prime pagine della pubblicazione.
E prima di raccontarla in dettaglio, provincia per provincia, la guida
evidenzia i 16
elementi top che rendono l’Emilia-Romagna una meta
imperdibile: dai portici di Bologna ai brand motoristici nel
modenese, dalle valli di Comacchio e del Po ai mosaici Unesco
di Ravenna fino a Rimini “capitale” della Riviera senza dimenticare
le ricchezze naturali, dall’Appennino alle Foreste Casentinesi, del
territorio.
Cosa c’è nella guida
Nelle sue varie parti, la guida propone numerosi itinerari di viaggio, diversi per lunghezza e durata: dai 21 giorni lungo la Via Emilia alla settimana nell’entroterra romagnolo, tra cascate citate da Dante , le sorgenti del Tevere e il fascino della Valmarecchia. Nella sezione Scoprire l’Emilia Romagna tanti consigli per esplorare una regione piena di sorprese: dalle rocche, alle testimonianze architettoniche del passato per finire con i lavori di archistar del calibro di Alvar Aalto e Santiago Calatrava. Menzione a sé per la Motor Valley con i suoi musei aziendali e collezioni private e per la Via Francigena e il Delta del Po.
Nella sezione Se vi piace, invece, tante informazioni a tema per i turisti, mentre una quarantina dei più importanti festival e sagre, suddivisi per mese, trovano spazio nel calendario.
Una parte corposa è dedicata all’enogastronomia -dallo street food, ai Musei del cibo, alle sagre – e alle attività all’aria aperta. Non mancano proposte di vacanza per famiglie, con parchi di ogni tipo, musei per bambini, animazione ed eventi.
Le Top 16 dell’Emilia Romagna
Questi i 16 elementi che rendono l’Emilia-Romagna una meta imperdibile secondo Lonely Planet.
Ecco la città di Bologna con i suoi porticati infiniti e la vibrante atmosfera del centro storico tra musei e locali, ma anche il suo Appennino, dove il tempo sembra essersi fermato; Modena, terra di brand motoristici e sapori amati in tutto il mondo; le colline reggiane con le testimonianze di Matilde di Canossa e gioielli rinascimentali a pochi passi dal Po come Brescello, Guastalla e Gualtieri. E ancora, Parma nobile e gaudente a tavola, imminente Capitale Italiana della Cultura; il viaggio a ritroso nel tempo dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza; Ferrara con il suo aristocratico retaggio estense; le atmosfere rarefatte di Comacchio e delle sue Valli; Ravenna con i suoi mosaici Unesco, le spiagge e le pinete infinite, Faenza con la tradizione delle botteghe ceramiche e i monumenti del centro storico; Cesena con gioielli quali la Biblioteca Malatestiana e la maestosa Rocca dell’Albornoz. Ma anche la full immersion nella natura silente del Parco delle Foreste Casentinesi; San Leo e i romantici paesaggi del Montefeltro; Rimini, con un centro storico di inaspettata bellezza, “capitale” della Riviera Romagnola, e infine Santarcangelo di Romagna, con i suoi romantici vicoli e le atmosfere slow.
Le curiosità capoluogo per capoluogo
All’interno della minuziosa descrizione di ogni capoluogo e di cosa offre il territorio circostante, saltano all’occhio curiosità e proposte di esperienze inedite: a Bologna si parla di umarell, polka chinata (ballo tra uomini tradizionale bolognese in voga negli anni ’50), corsi di pasta sfoglia e gelateria; nella sezione dedicata al Modenese si individua a Castelfranco Emilia il preciso luogo di origine del tipico tortellino e si cita la “Scagliola Carpigiana” (antica tecnica che imitava marmi e pietre dure grazie alla lavorazione del gesso con colle naturali e pigmenti). Nel reggiano il lettore scopre la presenza, a pochi km da Novellara, di uno dei più grandi templi Sihk d’Europa (il Gurdwara Sihk Sabha), nonché dello strepitoso zafferano (essicato su brace di faggio il giorno stesso della raccolta) prodotto sul Monte Ventasso, a Castelnovo ne’ Monti. A Parma si possono ascoltare parlare al proprio cellulare le statue cittadine di Verdi, Toscanini, Correggio e tanti altri (grazie al Progetto Talking Teens che impiega app e QR code e ha per “doppiatori” Franco Nero, Elio Germano e Lino Guanciale), mentre fuori città si consiglia la visita del parco di biodiversità Barboj di Rivalta, che ospita antiche varietà vegetali e razze animali come le ultime bovine emiliane. Al capitolo dedicato a Piacenza si apprende che il Faxhall, il viale alberato di 2 km a sud del centro storico, deve il suo nome ai giardini londinesi di Vauxhall, e che nell’Alta Val Trebbia si possono praticare canyoning e kayak. Nel centro di Ferrara si segnala un monumento poco conosciuto, il Padimetro (ovvero il misuratore delle massime del Po) che ricorda ai visitatori che un tempo la città estense è stata città d’acqua, mentre sul territorio da non perdere un giro in bici dell’Anello dei Borgia, che per 40 km porta alla scoperta delle Delizie Estensi, la fastose residenze rurali degli Este. A Ravenna si può percorrere la Via dei Poeti (via Mazzini), percorso letterario con pannelli che riportano i pensieri dedicati alla capitale del mosaico da scrittori quali Dante, Henry James, Herman Hesse, Freud e Marguerite Yourcenar, nonché partecipare ai tour estivi di Mosaico di Notte. Nel forlivese citazione obbligatoria per il vulcano del Monte Busca, il più piccolo d’Italia (un soffio costante di gas metano naturale che produce una fiammella alta meno di 1 mt.) e per l’Associazione Spazi Indecisi che promuove una sorta di Museo Diffuso dell’Abbandono per esploratori urbani “a caccia” di spazi affascinanti spazi industriali in disuso, senza dimenticare una sosta all’originale Ristorante Al Parco di Valverde di Cesenatico, gestito da un centro anziani e con menù rigorosamente romagnolo. A Rimini una dritta porta a visitare la Chiesa di San Martino in Riparotta, col il suo soffitto affrescato dal famoso writer Eron, mentre un’altra “tip” ricorda le visite del Dalai Lama a Pennabilli, paese da cui partì nel 1700 alla volta del Tibet il missionario Padre Francesco Orazio Olivieri, che il Lama ha onorato lasciando nel paese una lapide commemorativa, una campana affiancata da tre ruote da preghiera e un chorten, il monumento buddhista per antonomasia.