di Giovanni Pighini
Vittoria doveva essere e vittoria è stata. Reggio conquista due punti d’oro contro la Virtus Roma grazie ad una partita condotta dall’inizio alla fine, ma che comunque non ha risparmiato qualche brivido di troppo al pubblico del PalaBigi.
La Grissin Bon parte forte e determinata, chiudendo il primo quarto avanti di 12 lunghezze sul 31 a 19, con Roma ancorata al talento offensivo di Jefferson per rimanere sulla scia dei reggiani.
I biancorossi toccano anche i 19 punti di vantaggio prima di chiudere il primo tempo sul 58-41, con Upshaw e Pardon sugli scudi.
La sensazione, stasera, è che solo Reggio possa mettere in difficoltà Reggio. C’è effettivamente la percezione nell’aria che “quel momento” possa arrivare, lo percepisce il pubblico e lo sente forse anche la squadra, perché quel calo di intensità è ancora condizione troppo radicata nei ragazzi di Buscaglia. Ed infatti quel momento arriva. Roma prima chiude il terzo quarto sotto solo di 8 lunghezze e poi, a metà dell’ultimo parziale, avvicina (e spaventa…) Reggio a soli 4 punti di distanza.
Ci pensa Upshaw (in miglioramento rispetto alle ultime, negative, prestazioni) con 5 punti filati a rimettere il match sui binari reggiani, scacciare i fantasmi e portare a casa due punti fondamentali per la classifica dei biancorossi. Ma cosa dire ora di questa squadra, che ancora non sia stato detto? La Grissin Bon crea, fatica, fa confusione, produce un grande sforzo e talvolta va anche oltre i propri limiti, ma nonostante questo ancora è schiava di quei cali di energia che spesso le sono fatali. Capita tanto in casa quanto lontano dalle mura del PalaBigi, con avversari di alto o basso livello in modo del tutto casuale ma, ahinoi, assolutamente puntuale. Con avversari di caratura inferiore Reggio spesso riesce, con un colpo di reni e con il talento individuale di cui dispone, a portare a casa il risultato. Viceversa, soprattutto lontano dal Bigi, ne esce con le ossa rotte. Ancora una volta siamo di fronte al fatto compiuto che questo difetto è parte integrante delle caratteristiche di questo gruppo. L’impressione è che Reggio stia lavorando molto nell’ottica di far si che l’enorme talento offensivo di cui dispone sia, passateci il termine, il “piano B” ovvero strumento accessorio di una difesa ed una consistenza che dovranno però per forza crescere, per legittimare le ambizioni della squadra reggiana. La prossima gara, nell’ostile catino infuocato del PalaDozza contro la Fortitudo, come si dice “cade a fagiolo” per testare questa consistenza…
Tabellino: Johnson-Odom 12, Fontecchio 5, Pardon 16, Candi 7, Poeta 3, Vojvoda 8, Infante, Soviero, Owens 11, Upshaw 19, Diouf, Mekel 15.