
REGGIO EMILIA – Sono quattro gli incontri di approfondimento, realizzati nell’ambito della rassegne Il tè delle Muse, dedicati alla mostra Da Guercino a Boulanger. La Madonna di Reggio. Diffusione di un’immagine miracolosa in corso presso Palazzo dei Musei a Reggio Emilia fino all’8 marzo. Da domenica 12 gennaio a domenica 23 febbraio alcuni degli autori che hanno contribuito al catalogo dell’esposizione approfondiranno opere e tematiche legate all’iconografia, alla storia, alla diffusione della Madonna della Ghiara.

Si parte questa domenica alle ore 16 presso Palazzo dei Musei con un’analisi di carattere storico dal titolo “Un’immagine, un miracolo civico e un culto: la Madonna di Reggio nell’età barocca” a cura degli storici Daniele Menozzi, professore emerito alla Scuola normale superiore di Pisa, e Carlo Baja Guarienti, dottore di ricerca in “Modelli, linguaggi e tradizioni nella cultura occidentale” presso l’Università di Modena e Reggio Emilia.

Come spiegano i due studiosi nei saggi contenuti nel catalogo, l’immagine della Madonna della Ghiara viene solitamente interpretata come un’espressione tipica della pittura di Controriforma. Non c’è dubbio che essa si inserisce pienamente all’interno delle funzioni – insegnare e attrarre – assegnate dal decreto del Concilio di Trento (1563) sulle immagini alle rappresentazioni visive da collocare negli spazi ecclesiastici. Tuttavia il testo del decreto prescrive che questi dipinti, qualora non corrispondano a episodi narrati nella Bibbia, debbano essere conformi alla tradizione iconografica che si è depositata nella secolare storia della chiesa. Il disegno di Lelio Orsi, da cui è tratta l’immagine miracolosa posta nel santuario e le sue successive riproduzioni, non solo fa riferimento ad un episodio – l’adorazione di Maria al Bambino – che non è ricordato nei Vangeli canonici, ma presenta una iconografia originale. Eppure non incontra nessuna difficoltà con l’autorità ecclesiastica, che anzi ne promuove la diffusione. La chiave per rispondere alla questione sta nel motto che spesso accompagna l’immagine: “quem genuit adoravit”.

Nella notte fra il 28 e il 29 aprile 1596
Marchino, quindicenne garzone di beccaio sordo e muto fin dalla prima infanzia,
raccolto in preghiera davanti all’affresco dipinto dal Bertone sul muro
dell’orto dei Servi di Maria di Reggio riacquista l’udito e la parola: è il
primo miracolo attribuito dalla tradizione alla Madonna della Ghiara, un evento
che cambierà per sempre la vita religiosa, sociale ed economia della città.
Lo studio degli eventi di quei giorni, minuziosamente registrati negli atti dei
processi, e dello scenario storico in cui avvengono i molti miracoli delle
settimane successive delineano l’immagine di una città che assiste al
crepuscolo di un mondo: gli ultimi mesi del Ducato di Ferrara.