REGGIO EMILIA – Nel corso della celebrazione eucaristica vespertina, concelebrata dal parroco don Luca Grassi, don Mortari nell’omelia ha ringraziato il Signore per i tanti dono ricevuti e ha aggiunto “devo riconoscere che qui in parrocchia ho sempre trovato collaborazione e accoglienza”. Inoltre ha ribadito alla luce dell’oltre mezzo secolo di ministero sacerdotale: “la virtù più importante è sempre stata e deve essere il rispetto reciproco: di questo ringrazio tutti”. Il suo pensiero affettuoso è andato alle tante persone che ha conosciuto nel suo lungo servizio pastorale in Sant’Agostino e che sono tornate alla Casa del Padre. “Credo che il dono più bello da invocare per noi oggi sia la serenità e la disponibilità a scelte di vita secondo la volontà di Dio, per il vero bene personale nostro e della comunità in cui ci troviamo ora”. Concetti che don Mortari ha ribadito anche in una lettera distribuita al termine della Santa Messa, in cui tra l’altro annota. “Secondo criteri umani la croce è una follia; secondo il messaggio cristiano la vita è bella non per i soldi, ma per l’offerta a Dio. Se la vita è vissuta con fede e speranza, la croce è la strada che porta a Gesù. La croce può essere una grazia nel nostro cammino di purificazione, un aiuto spirituale per essere accolti da Gesù in Paradiso. A noi il Signore chiede la disponibilità a portare la nostra croce”. Pertanto la vita va vissuta senza spreco di capacità e la fede i Gesù rende bella e serena la vita.
Don Guido così conclude: “Qualunque siano le nostre capacità, è doveroso domandare al Signore che cosa desidera da me, e quale è la strada da seguire per raggiungere il fine per cui si è creati. Stando fra la gente – e certamente don Guido lo è sempre stato -ci si accorge sempre di più che la vita è bella non per quello che si possiede, ma per come si vive”. Gesù ha raccomandato: Amatevi, come io ho amato voi. “Si tratta di parole molto chiare, vere efficaci”.
“Parole credibili se testimoniate da noi. Pensate alle responsabilità dei genitori e degli adulti nei confronti delle giovani generazioni. Responsabilità anche mia. Ci si accorge del bisogno dell’aiuto dello Spirito Santo, spirito di sapienza e fortezza”.
Dopo la celebrazione eucaristica, don Guido è stato festeggiato dai parrocchiani e ha spento le tradizionali candeline poste sulla torta.