di Romano Pezzi

1969 la squadra della SCIC schierata al completo, con Franzoni e Paolini

Undici anni di grande ciclismo. Alla Scic di Viarolo, questo meraviglioso periodo che va dal 1969 al 1979, è rievocato nel modo più esaltante, con l’incontro di tutti i protagonisti di quegli anni Settanta, ovvero da quei campioni ciclisti che hanno vestito almeno per una volta, la maglia Bianconera della squadra Parmense.

Armani, Casalini e Franzoni

Tutti presenti o quasi all’incontro indetto da Paolo Gandolfi, che nel dicembre scorso si è impegnato a radunare gli ex corridori della Scic, da Vittorio Adorni, Franco Bitossi, GiBi Baronchelli, Giuseppe Saronni, Enrico Paolini, Franco Balmamion, Giancarlo Polidori, fino all’ultimo dei gregari. Con loro anche Ernesto Colnago, 87 anni, che a qual tempo forniva le sue speciali biciclette e svolgeva l’incarico da direttore sportivo.

Ernesto Colnago, Armani, Adorni, Casalini e Franzoni.

Da questo revival, che vale la carriera di ogni ex corridore che ha vissuto quel periodo magico, emergono belle storie, inedite, che gli stessi ex ciclisti, carichi di nostalgia, raccontano e ripetono infinite volte. Come fossero favole. Invece sono storie vere. Piene di pathos. Come vera è la vicenda che lega il reggiano Wainer Franzoni e il marchigiano Enrico Paolini, entrambi passati professionisti in seno alla Scic in quel 1969, quando l’industriale del mobile parmense Renzo Fornari, decide di entrare nel ciclismo. Nel grande ciclismo dei professionisti.

Enrico Paolini

Siamo nel 1968. La contestazione giovanile non tocca il ciclismo. Emerge di più la rivalità tra Merckx e Gimondi e con Vittorio Adorni, che fa da cuscinetto, il quale, dopo il Giro d’Italia vinto nel 1965, il 1° settembre domina un entusiasmante campionato mondiale ad Imola, sull’autodromo Dino Ferrari. Imprese che portano il ciclismo di quegli anni alle stelle e potenziali sponsor entrano in questo appassionante contesto, sicuri di avere, con questo ciclismo, un riscontro pubblicitario notevole.

A Reggio in quel periodo esiste il Gs Orlandini Cucine, una squadra dilettanti sostenuta dal noto mobilificio di Montecavolo e diretta da Walter Crovegli. Alla Orlandini Cucine gareggiano alcuni buoni corridori di casa nostra, primo fra tutti Wainer Franzoni, nato nel luglio del 1945 e cresciuto nelle file dei giovani del V.C. Reggio. Atleta sveglio, intelligente in gara, Franzoni nel 1968, leader della squadra, vince una dozzina di gare importanti e molte delle quali col prezioso aiuto del compagno di squadra e coetaneo Enrico Paolini, compresa la Coppa di Santa Vittoria e il Gran Premio Città di Lucca, come scrive il Resto del Carlino. Paolini è marchigiano, di Pesaro, e per correre alla Orlandini, vive ospite ad Albinea a spese dello sponsor. Aiutare a vincere il suo consocio Franzoni, più veloce, lo ritiene una sorta di dovere, sacro, che va oltre le strategie suggerite da Walter Crovegli.

Sono vittorie importanti quelle ottenute da Franzoni in quel Sessantotto, tanto che il corridore è preteso dalla Griss 2000 di Bologna che intende debuttare con una squadra tra i professionisti per l’anno successivo. Come anche l’Eliolona, azienda produttrice di biancheria, che ingaggia Adriano Amici (diventato Patron del Giro dell’Emilia e altra corse) e lo spagnolo Julio Jmenez, re degli scalatori al Tour de France e alla Vuelta.

Per Wainer Franzoni quindi, è l’occasione per passare finalmente professionista, con la La Griss 2000. Il corridore reggiano però, fa capire ai dirigenti bolognesi, che accetta solo se è affiancato dall’amico Paolini. Un bel gesto per Franzoni nei riguardi dell’amico e compagno. I dirigenti la squadra bolognese però, a queste condizioni temporeggiano, debbono rivedere il loro programma. Paolini ha vinto poco, una paio di corse, quindi non dà garanzie sufficienti secondo il parere dei dirigenti bolognesi, e d’altro canto, il ciclista pesarese confessa che se non passa professionista smette con le corse.

Nel frattempo da Parma, dalla passione di Renzo Fornari, che vuole proporre al grande pubblico del ciclismo, il proprio marchio, si sta lavorando per allestire un nuovo gruppo, la Scic Cucine Componibili con alla testa Vittorio Adorni, neo campione del mondo. Alla nuova squadra sono ingaggiati tutti i corridori parmensi. Oltre ad Adorni infatti, sono della partita anche Luciano Armani, Emilio Casalini ed Ernesto Iotti. Per completarne i ranghi, Eraldo Giganti, il direttore sportivo, chiede a Franzoni la sua disponibilità di passare con loro. Il ciclista reggiano che da Bologna non aveva ancora avuto conferme dalla Griss 2000, rinnova i suoi intenti verso la nuova Scic, ovvero passa solo con Paolini. A Parma non hanno obiezioni ed aprono le porte ad entrambi. Quindi Wainer Franzoni e il suo fidato amico pesarese sono ingaggiati nella squadra parmense per il 1969. Si tratta in definitiva di una bella formazione, composta da dodici corridori. I quattro corridori di Parma citati, quindi Franzoni e Paolini, poi il bresciano Mino Denti campione del mondo della 100 chilometri con Attilio Benfatto, Adriano Durante, Bruno Mealli ex tricolore, Ambrogio Portalupi vincitore di un Giro di Svizzera e Pierino Primavera.

Risulta raro che un gesto d’amicizia come quello di Franzoni nei confronti di Paolini sia determinante in seguito per la carriera di un ciclista. Paolini infatti con questo gruppo otterrà risultati eccezionali, imprevedibili e sin dal suo primo anno tra i professionisti vince due corse importanti: il G.P Camaiore ed una tappa al giro di Svizzera. Dopo queste vittorie infatti Paolini è sempre protagonista e soprattutto prezioso per la squadra. Arrivano i suoi successi al Giro d’Italia, dove indossa la maglia rosa e prima di tutte le sue tre vittorie al Campionato italiano; due consecutive nel 1973-74 e quella del 1977. Il ciclista pesarese tra l’altro, corre per tre volte il Tour de France. Alla corsa francese del 1971 Paolini favorisce in modo determinante il suo compagno di colori Luciano Armani, quando questi supera Eddy Merckx nella storica tappa Orcieres Merlette-Marsiglia, di 250 chilometri, corsa ad oltre 46 di media oraria. In quell’occasione Paolini si addossò buona parte del lavoro in testa alla fuga decisiva, per permettere ad Armani di arrivare fresco alla volata. Al traguardo è quinto.

Una carriera eccezionale quindi, grazie all’amico Franzoni, durata undici anni e terminata soltanto nel 1979 quando la Scic termina il suo mandato, ovvero, la sua storia ciclistica tra i professionisti, culminata con la vittoria al Giro d’Italia, con Giuseppe Saronni.

Per Wainer Franzoni invece le cose sono andate diversamente. Il reggiano debutta egregiamente al Trofeo Laigueglia, la gara d’apertura della stagione 1969, ma in seguito trova difficoltà ad interpretare il ciclismo dei professionisti. L’anno successivo lascia la Scic per la Zonca Lampadari, ma non l’amicizia per l’amico Paolini. Anche con la nuova squadra Franzoni non riesce ad emergere, quindi lascia le corse per dedicarsi alla gestione di un negozio di articoli sportivi a Cavriago. La carriera di Enrico Paolini d’altro canto è stato rievocata anche domenica 19 gennaio, a Campagnola Emilia, davanti a 450 ex corridori ciclisti, tra i quali parecchi marchigiani, in occasione della consegna del Premio “La Bici al Chiodo”. Paolini infatti ha ricevuto un premio speciale, dedicato ai “Grandi Ex”, assieme al consocio Giancarlo Polidori e anche in questa occasione l’ex corridore non dimentica di ricordare quel periodo vissuto ad Albinea, pieno di speranze, quando era ancora dilettante col Gs Orlandini e ospite in una famiglia alla “Botteghe”.

Poi il gesto dell’amico Wainer Franzoni, gli cambiò la vita.