
Restano 97, in Emilia-Romagna, i casi di positività al Coronavirus: 63 a Piacenza, 18 a Modena, 10 a Parma e 6 a Rimini. L’aggiornamento del pomeriggio del 27 febbraio non presenta variazioni rispetto al mattino. Cambia invece il quadro clinico: oltre la metà dei pazienti, 54, sta svolgendo il periodo di isolamento a casa, molti dei quali senza sintomi, e la maggior parte di quelli ricoverati non è grave. I pazienti in terapia intensiva sono 6. Resta confermato come, al momento, non vi sia un focolaio autonomo in Emilia-Romagna.
Sarà la nuova Giunta, che si insedierà oggi, 28 febbraio, a prendere le decisioni anche per quanto riguarda la riapertura delle scuole, e a breve saranno distribuiti ai medici di base i presidi di protezione individuale.
A fare il punto sulla situazione Coronavirus in Emilia-Romagna è stato l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, che ha innanzitutto spiegato il motivo dell’incremento dei casi positivi.
Alle nuove indicazioni sui tamponi, Venturi ha ricordato che continua ad affiancarsi, sempre sul piano diagnostico, la linea ‘aggressiva’ messa in campo dalla Regione fino ad ora: tutti i pazienti con polmonite in ospedale vengono sottoposti a tac del torace e tampone. E a questo proposito, tra tutte le indagini effettuate, soltanto in un caso – quello di Cattolica (Rm) è stata riscontrata la positività.
I nuovi casi
Rispetto al pomeriggio precedente, i 50 nuovi casi riguardano prevalentemente Piacenza, dove sono 35; 2 Parma (dove l’origine del contagio rimane Codogno, dove si era recato un pullman di ballerini) e 3 Rimini (questi ultimi tutti correlati al primo paziente di Rimini). Infine, 10 nuovi casi sono a Modena, sette dei quali riconducibili alla persona che si era recata nel Basso Lodigiano e prima contagiata nel territorio provinciale; gli altri tre riguardano un uomo che ha ricevuto la visita del figlio arrivato dalla Lombardia e due persone sulle quali sono in corso approfondimenti epidemiologici. Per quanto riguarda i 6 casi complessivi di Rimini, sono tutti contatti del proprietario del ristorante, dipendenti o avventori; è ancora in corso l’indagine, non solo epidemiologica, per verificare se i clienti che nell’ultimo mese avevano pernottato nella struttura limitrofa fossero provenienti dal Basso Lodigiano.
Presidi di protezione distribuiti a breve, anche ai medici di base
L’assessore ha ricordato che si sono già svolti alcuni degli incontri previsti in assessorato con i medici per fronteggiare insieme le criticità, a partire dalla mancanza dei presidi di protezione. Rispetto a martedì, quando si è svolta la riunione con i medici ed è stato rivolto anche dal presidente Stefano Bonaccini un appello a livello nazionale per reperire il materiale necessario a tutela degli operatori, la situazione è migliorata: sono già stati ripartiti tra le Aziende sanitarie i quantitativi (sulla base della popolazione e dei casi presenti); nelle prossime ore avverrà la distribuzione e anche i medici di famiglia disporranno dei presidi di protezione individuale. Tra gli incontri già svolti, anche quello con le Organizzazioni sindacali del comparto e Confederali, giudicato proficuo e conclusosi con un verbale di incontro su varie tematiche relative al personale, tra cui le assenze dal lavoro.