di Nicola Zinelli

Stadio comunale “Mirabello” o per tutti semplicemente “Il Mirabello”. Dal 1919, anno di fondazione della Reggiana fino al 2 aprile 1995 è stato l’impianto per le partite casalinghe della squadra cittadina. Teatro di tantissime battaglie, memorabili i derby giocati contro Parma e Modena, nel 1993 ha visto la prima storica promozione in serie A e l’anno successivo l’altrettanto storica salvezza. I reggiani, ma soprattutto i tifosi granata, sono rimasti molto legati allo stadio, tant’è che nel febbraio 2017 sono stati realizzati alcuni murales che ritraggono i giocatori più significativi della storia granata. Ma perché lo stadio è stato denominato Mirabello? Ad inizio del 1600, all’esterno delle mura cittadine in prossimità del sobborgo di San Pietro, il vescovo Paolo Coccapani fece costruire una villa detta appunto Mirabello. Morto il vescovo, della costruzione se ne impossessò il Duca Rinaldo D’Este. Nel 1655 quando le truppe spagnole minacciavano d’assediare Reggio, il Duca diede il compito al marchese Tobia Pallavicino di proteggere la città; questi fece abbattere tutto ciò che ostruiva la visuale dalle mura cittadine: alberi e costruzioni vennero distrutte, tra queste c’era anche il Mirabello. Nel 1869 lo stato acquistò il terreno dove sorgeva la villa per farvi la piazza d’armi. Dopo averlo usato per diversi decenni, la zona poté essere destinata all’urbanizzazione. Da allora il quartiere che prese forma e lo stadio cittadino, costruito ad inizio novecento, presero il nome “Mirabello”.