di Nicola Zinelli
Aldo Catalani (Roma 1934), per i tifosi era “Il professore”, arrivò a Reggio quasi per caso dal San Sepolcro nell’estate del 1955. Giocatore non tanto alto, molto magro ma dotato di grande classe. Quando a San Sepolcro seppero della sua cessione vi fu una mezza rivoluzione. L’esperienza di Catalani nella Reggiana avvenne in due fasi: la prima dal 1955 al 1958 e la seconda dal novembre 1959 al 1963. Nella prima fu il grande protagonista delle due promozioni ottenute dei granata, dalla quarta serie alla serie B. In questi primi tre anni era il giocatore che orchestrava la manovra d’attacco e creava le occasioni da gol per l’attacco delle meraviglie. Ma si rivelò anche un discreto goleador: in queste stagioni segnò rispettivamente 18, 11 e 8 reti. Alla fine del campionato 1957-1958 la Reggiana decise di monetizzare questo fenomeno, comprato per poche lire, vendendolo al Simmenthal Monza, che militava in serie B, per 45 milioni di lire (nella cifra erano inclusi anche i giocatori Boccalatte e Costa). Ma la sua esperienza brianzola non fu all’altezza delle attese, di lui si ricordano solo i due gol segnati, entrambi al Parma (il vecchio cuore granata non tradisce mai), tant’è che nel novembre del 1959 Catalani tornò a calcare l’erba del Mirabello. Questa seconda esperienza fu positiva ma non sfolgorante come la precedente, questo dovuto a due motivi: il primo perché veniva impiegato in un ruolo non suo, ala sinistra o mediano; il secondo perché, probabilmente, non era un giocatore adatto alla serie B. In quegli anni il calcio stava cambiando molto, negli anni sessanta non c’erano più i grandi spazi che i calciatori avevano a disposizione nel decennio precedente e il gioco s’era fatto molto duro, e questo penalizzava molto Catalani. Alla fine del campionato 1962-63, a soli 29 anni, decise di smettere come professionista e tornò a giocare in quarta serie a San Sepolcro dove si stabilì definitivamente. Complessivamente, con la maglia granata, il professor giocò 197 partite realizzando 56 reti. Molte volte, anche nel recente passato, ha fatto ritorno a Reggio segno che il legame con la nostra città è molto forte.