Di Nicola Zinelli
Mario Pistacchi, detto Bistecca per il suo fisico molto magro, e Dimitri Pinti, detto Cavallo Pazzo per via della sua velocità e del suo modo di correre dinoccolato, sono stati due giocatori di grande talento che a Reggio hanno lasciato il segno e il pubblico reggiano per loro impazziva. Il romano Pistacchi aveva debuttato in serie A, stagione 1952-53, con la maglia della Lazio per poi passare al Palermo nel 1955-56. Al termine del campionato 1956-57 venne ceduto alla Reggiana, quasi per caso, nell’ambito di uno scambio che coinvolse diversi giocatori. Le due società non si misero d’accordo sull’aspetto economico, i granata chiedevano un conguaglio in denaro ma il Palermo non era d’accordo, e così venne inserito nello scambio anche Pistacchi. Nel suo primo campionato con la Reggiana, il nostro Bistecca, fu l’indiscusso protagonista e trascinò la squadra alla promozione in serie B. Anche nel campionato successivo, in serie B, Pistacchi fu determinante. Assieme al veneziano Dimitri Pinti, arrivato a Reggio proprio in quella stagione dal Vittorio Veneto, furono i veri trascinatori di quella Reggiana che per due campionati consecutivi lottò per la promozione in serie A senza conquistarla.. E per due anni consecutivi i nostri sbancarono il Tardini. L’intesa tra i due nacque fin da subito sia sul campo da gioco che fuori. Erano due giocatori che, per caratteristiche tecniche e fisiche, si completavano perfettamente. Cavallo Pazzo, che di ruolo era un attaccante, segnava in qualsiasi modo e rappresentava la sregolatezza, mentre Bistecca, che giocava da mezzala, era il genio. Pistacchi fu il vero protagonista del primo campionato di serie B, mentre Pinti lo fu nel secondo. Nel primo campionato che giocarono assieme segnarono complessivamente la bellezza di 25 gol. Lontano da Reggio non combinarono granché. Pistacchi, che in maglia granata giocò tre anni totalizzando 84 presenze e 37 reti, è morto nel 2006 a Roma, mentre Pinti, rimasto a Reggio per due campionati giocando 52 partite e segnando 24 reti, vive nella sua Venezia.