
870 i casi positivi in Emilia-Romagna, 44 di questi sono stati riscontrati nella nostra provincia. Sono gli ultimi numeri del consueto aggiornamento fornito dalla Regione. Degli 870 contagiati, 366 sono a casa perché non necessitano di cure ospedaliere. Tra i principali dati, emerge quello positivo dell’aumento delle guarigioni, che passano da 10 a 17, e per quanto riguarda il dato più negativo, continuano a registrarsi decessi, 7 in più quelli di oggi che portano a quota 37 i deceduti in Emilia Romagna in meno di due settimane, da quando si è registrato il primo caso nella nostra regione. A fare il punto è stato il commissario ad acta Sergio Venturi, nominato dal presidente della regione Stefano Bonaccini a seguito del contagio al coronavirus dell’assessore regionale alla sanità Raffaele Donini.
A Reggio Emilia i casi salgono a 44, se ne registrano 13 in più di ieri, e nella giornata di ieri erano 11 in più del giorno prima. Dunque un aumento di oltre dieci unità al giorno nelle ultime 48 ore.
Dei 13 casi reggiani, 8 sono in terapia intensiva, due a casa in isolamento , e tre in reparti tra cui gli infettivi.
Ma i comuni più fortemente colpiti restano Piacenza dove i casi 426, 48 in più di ieri, Parma con 180 casi, 31 in più, 93 a Rimini, 25 in più di ieri, 73 a Modena con un aumento di 28 nuovi contagiati, 4 a Forli Cesena, 8 a Ravenna, e il primo caso a Ferrara.
Ma è su Bologna che Venturi si è soffermato perché nel comune felsineo oggi il numero dei casi positivi è raddoppiato rispetto al giorno prima. E’ stata subito cercata la ragione di questa crescita esponenziale che è stata ricondotta al fatto che 16 dei 20 nuovi casi positivi a Bologna sono persone anziane che hanno frequentato la stessa bocciofila. Da qui la raccomandazione di Venturi agli over 65 e alle persone con patologie a rispettare le disposizioni del decreto del governo in base alle quali sono invitati a non frequentare luoghi affollati e possibilmente a stare in casa.
Venturi ha poi spiegato anche come si sta riorganizzando la rete ospedaliera precisando la nascita di cosiddetti ospedali Covid 19, per gestire in sicurezza i casi positivi ricoverati nel presidi come per esempio quello di Piacenza.