di Romano Pezzi

Danilo Barozzi 92 anni

Danilo Barozzi ci ha lasciato. Se ne andato il nostro corridore ciclista più autorevole e rappresentativo; l’ultimo testimone del ciclismo eroico, quello di Bartali, Coppi e Magni. Aveva 92 anni e mezzo.

Caduto accidentalmente nella sua casa di Bagnolo in Piano, nei pressi della stazione ferroviaria, dove viveva, era stato poi ricoverato al Santa Maria Nuova, causa la frattura del femore. Le cure prestategli dai sanitari non sono bastate. Nella mattinata di ieri dopo pochi giorni dal ricovero, Danilo Barozzi ha cessato di vivere.

Barozzi a 92 anni, non disdegna pedalare per le strade di Bagnolo

La notizia in breve tempo si è propagata, creando profondo cordoglio in tutti gli ambienti ciclistici e soprattutto nella sua Bagnolo dove tutti nutrivano profondo rispetto per questo loro cittadino illustre. Era rimasto inoltre l’ultimo testimone della squadra italiana che prese il via al Tour de France del 1955.

Danilo Barozzi a Santa Maria Vezzola

Barozzi aveva iniziato con le corse in bici a sedici anni, da allievo. Testimoni lo ricordano vincitore a Massenzatico, alla corsa della Fiera (nello stesso punto, nel maggio scorso, ha aspettato il passaggio dell’ultimo Giro d’Italia). Quindi dilettante al Pedale Carpigiano, s’impose a livello nazionale guadagnando la maglia azzurra ai mondiali del 1948, a Valkemburg.

La squadra italiana al Tour 1955. Barozzi è il seconbdo da sinistra, Coletto il quinto

Professionista l’anno successivo con la Cicli Cimatti di Bologna alla  prima gara salutò timidamente i campioni: “Buongiorno signor Coppi o come và signor Bartali ?”. Vince per la prima volta al Giro di Catalogna. Passato alla Cicli Atala nel 1951, sotto l’ala di Giannetto Cimurri, giunge 9° alla Milano – Sanremo e al Giro di Svizzera. Nel 1953 dopo due secondi posti in tappe del Giro d’Italia e un terzo posto alla classifica finale al Giro di Svizzera, vince il Circuito di San Marino proprio davanti a Coppi, fresco campione del mondo. Nel 54, ancora due secondi posti in tappe del Giro e 18° in classifica finale, vince poi il Trofeo Industria a Prato, davanti a Magni e tutti i migliori e s’impone a Belmonte Piceno. Rivince a Prato nel 1956 il Trofeo Industria. Tutti traguardi prestigiosi.

1953 Danilo Barozzi tra Chiarino Cimurri, Ulisse Gilioli, Giannetto Cimurri e il giornalista Ivano Davoli.

Nel frattempo nei circuiti di Bagnolo, con Gino Bartali, e di Santa Maria Vezzola assieme a Fausto Coppi, ottiene vittorie parziali davanti al suo pubblico. Nel 1958 dice basta con le corse e chiude la sua carriera. Coi guadagni ottenuti nel ciclismo, costruisce una bella casa a Bagnolo e, “sotto i portici” rileva il negozio di colori e ferramente nel quale era apprendista da ragazzino e da dove prese il volo per diventare corridore (i titolari infatti lo mandavano a Milano ogni settimana in bicicletta, con il campionario dei colori da presentare ai magazzinieri meneghini, e questi lo iscrissero a corse lombarde che Danilo vinceva regolarmente).

Barozzi in fuga al Giro d’Italia

Lasciato poi il negozio in gestione al figlio Corrado, negli ultimi anni Danilo si dedicava alle passeggiate quotidiane e agli inviti alle feste ciclistiche della zona. In occasione dell’ultima edizione del “La Bici al Chiodo”, nel gennaio scorso, Barozzi ha ricevuto il “Premio alla Carriera”. Un mese prima anche alla festa As Cooperatori ad Albinea. Ma soprattutto a Bagnolo, l’ex campione era un personaggio. Partecipava agli incontri culturali della sua terra. Ogni giorno pedalava per le strade del Paese e tutti lo salutavano con rispetto e soprattutto con ammirazione.    

Barozzi premiato alla manifestazione Bici al Chiodo, gennaio 2020