Di Dario Caselli
Potevano essere congelate per un anno. E invece no. Potevano essere un tavolo per riprendere un filo di dialogo con una opposizione che, volente o nolente rappresenta circa la metà del Paese. In passato lo si è fatto più volte sotto tutti i governi. E invece no. Con il Paese chiuso da più di un mese, oltre ventimila morti e l’urgenza di mettere in piedi la fase due, i partiti di governo si sono riuniti e scontrati più volte, sulla polpa del potere, le nomine nelle grandi aziende statali. Questa volta non è stato necessario sentire il parere degli esperti, nominare pletoriche commissioni, Conte, Pd, Italia Viva e 5 Stelle erano preparatissimi ed agguerritissimi.
Vincono il Pd e i renziani che ottengono la riconferma degli amministratori delegati delle maggiori aziende: Claudio Descalzi, Alessandro Profumo, Francesco Starace, Matteo Del Fante resteranno in sella rispettivamente a Eni, Leonardo, Enel e Poste. Li aveva nominati Matteo Renzi nel 2014, quando era presidente del Consiglio e segretario del Pd. Complimenti al politico toscano, riesce ad avere più posti che voti. I 5 Stelle prendono Terna a Terna, con Stefano Donnarumma, l’uomo di Acea, la multiservizi della Capitale e con Paolo Simioni ora Ad dell’Atac l’Enav, la società che gestisce il traffico aereo. Alcune modeste considerazioni, il moralismo dei grillini si è molto, ma molto attenuato, visto che De Scalzi e Profumo sono indagati, anche se nessuno lo scrive. La storia la fa il potere. Per quando riguarda la competenza, non è che Acea ed Atac brillino, ma va bene visto che uno vale uno, vuol dire che va bene ognuno.
Sconfitti sulle nomine degli amministratori delegati i grillini si rifanno con le presidenze. Ad Eni andrà Lucia Calvosa, ora consigliere di amministrazione di Tim e del Fatto quotidiano. E’ noto che nella sua storia Eni ha posseduto giornali, per condizionare la politica, ora è l’amministratrice di un giornale che condizionerà l’Eni. Se la storia la fa il potere, non si può negare che il Fatto, sia per i grillini ciò che Repubblica è per il Pd, un potere, da tenere in gran conto. All’ Enel arriverà Michele Crisostomo, avvocato milanese. La presidenza di Leonardo, è appannaggio di Luciano Carta, direttore dell’Aise, i servizi di sicurezza esterni, voluto supponiamo da Conte da cui i servizi dipendono. Ovviamente la torta è più vasta, ma non vogliamo annoiare nessuno, visto che il metodo è sempre uno a me uno a te. Tutto questo mentre al Paese veniva consegnata la narrazione di una maggioranza che lavora per rimettere in moto il Paese. Si è sempre fatto, anche se con meno famelicità, ma pensavamo che visto che si rinviano le regionali, si potesse aspettare un po’, o si potesse agire con meno famelicità. Passi per il Pd che è da sempre il partito del Deep State, in breve del potere, ma non volevamo credere che i 5 Stelle fossero meno avidi, inoltre essendo più forti si sono accontentati di Presidenze prestigiose, ma di campanello, cioè con poco potere, il che dimostra o poca furbizia o un eccesso di avidità. Si è sempre fatto, ma con l’uragano della crisi economica in arrivo, speravamo in qualche timido segnale di cambiamento, dopo la retorica del Paese che, dopo il Coronavirus, cambierà e con esso le nostre vite. Forse le nostre vite cambieranno, il Paese no.