REGGIO EMILIA – Un collage di foto con i volti di coiffeur e parrucchieri reggiani che si puntano provocatoriamente un phon alla tempia sotto la scritta “Fase 2 #covidroulette” e una frase “La bellezza salverà il mondo. Chi salverà la bellezza?”.

Non ha bisogno di molte spiegazioni l’iniziativa lanciata oggi sui social da parrucchieri e proprietari di saloni di bellezza reggiani. Il decreto del governo ha spostato l’apertura a giugno, scatenando ira e preoccupazioni tra gli addetti ai lavori.

“Con i parrucchieri e le estetiste di Reggio Emilia abbiamo ideato questa iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica – ci spiega Andrea Guerrieri, titolare del salone Griffe Hair e presidente di CNA Benessere e Sanità. – CNA Reggio Emilia è in contatto con il presidente dell’Unione Benessere Sanità nazionale insieme a Daniele Vaccarino, Presidente di CNA Nazionale, che ieri hanno diffuso un comunicato stampa facendo il punto della situazione del settore”.

“Anche il Presidente Bonaccini, contattato ieri, – prosegue Guerrieri – è d’accordo con il grido di allarme lanciato dalla categoria ed è convinto che le aperture andrebbero anticipate”.

Quali protocolli di sicurezza mettereste in campo nel momento in cui verrà autorizzata la riapertura?

“Non esiste ancora un protocollo dedicato al settore. E anche questo è un problema. Gli esercenti stanno cercando di organizzarsi in modo indipendente per essere pronti alla riapertura, chi ha comprato dispositivi per la sanificazione dell’ambiente, chi si sta attrezzando con divisorie in plexiglass, chi sta cercando di comprare mascherine, camici e attrezzi monouso. Senza però nessuna certezza che i dispositivi acquistati siano necessari ma soprattutto idonei a quelle che saranno le disposizioni del Governo”.

Cosa rischia la categoria con questa chiusura prolungata?

La categoria è formata nella maggior parte da microimprese, con un basso numero di dipendenti che al momento stanno rischiando il loro posto di lavoro. Per esempio un’impresa con circa 10 dipendenti come potrà organizzare il lavoro quando ad entrare in negozio potranno essere solo 1 o 2 clienti alla volta.

Stiamo parlando di piccole realtà che non hanno grandi capitali con cui far fronte alle spese sostenute in questi due mesi di chiusura. Tanti non sono sicuri di riuscire ad aprire”.

Sconcerto e rabbia tra i gestori di saloni di bellezza derivano dal fatto che nel Dpcm del 26 aprile non si faccia alcuna menzione a una possibile data di riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica, come si legge nella nota diffusa ieri da CNA Nazionale. “L’ennesima dichiarazione in conferenza stampa del presidente del Consiglio, che lascia intendere uno slittamento del riavvio di tali attività a giugno, è intollerabile. Rappresenta una condanna a morte per l’intero settore. Un settore – continua il comunicato – che, con 135mila imprese e oltre 260mila addetti, partecipa in maniera determinante all’economia italiana, oltre a essere essenziale per garantire il benessere della popolazione.

È incomprensibile come nei loro confronti ci sia una totale disattenzione da parte del Governo.

La CNA chiede che acconciatori ed estetiste possano riprendere a breve la loro attività.  Il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie. Se il Governo ritiene che debbano essere definite ulteriori condizioni, che le definisca da subito per consentire di riaprire al più presto. Le imprese sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale di scelte scellerate come quella di una chiusura così prolungata. Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto. È quanto mai necessario che il Governo dia subito segnali chiari e risposte certe.

La disperazione si sta trasformando in rivolta. Chiediamo al Governo di lanciare un messaggio immediato rassicurando le imprese sulla definizione di una prossima, e certa, riapertura”.