Foto dalla pagina facebook del sindaco Luca Vecchi

Domani si torna a scuola, finalmente! Si torna a scuola tutti e soprattutto si torna in presenza. In tutta franchezza, fino a due mesi tutto ciò non era affatto scontato.

Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato senza sosta affinché questo fosse possibile: gli insegnanti, il personale scolastico, il personale dell’amministrazione comunale, i tanti attori privati, le associazioni e tutti coloro che hanno partecipato in questi mesi ad uno sforzo organizzativo enorme, dando vita ad una straordinaria esperienza collettiva e collaborativa accompagnata, spesso, da messaggi non del tutto chiari e lineari su come la scuola sarebbe ripartita.

Foto dalla pagina facebook del sindaco Luca Vecchi

Reggio si è preparata per ripartire. Lo ha fatto per tempo mettendosi alla ricerca di un futuro possibile per i nostri studenti. Abbiamo cercato una scuola auspicabile, orientata al cambiamento in una prospettiva di largo respiro.
Reggio ha voluto compiere questo sforzo non solo per il significato che l’educazione e la scuola da sempre hanno per noi. Lo abbiamo voluto fare perché lo dobbiamo ai nostri ragazzi, al loro futuro: far ripartire la scuola e garantire il diritto ad un anno scolastico di nuovi apprendimenti, nuove didattiche e nuove relazioni. Nuovi modi di stare vicino a distanza.
Una sfida difficile. Un’educazione alla responsabilità ed alla cura, una nuova visione di civismo in fondo.

Il primo giorno di scuola e’ sempre accompagnato da sensazioni speciali. Si ritrovano i compagni di classe , si rivedono professori e insegnanti, si inizia una nuova esperienza. Eccitazione, ansia, attesa del momento e voglia di viverlo fine in fondo.
Quest’anno lo sarà ancora di più. Perché in una certa misura questa ripartenza e anche un po’ il crocevia della storia contemporanea.

Con il lavoro di questi mesi non abbiamo soltanto immaginato una operazione logistica e manutentiva, una scuola organizzata in chiave anti Covid.
20 nuovi spazi, istituzioni culturali, centri sociali, agriturismi, la Banca d’Italia che diventa scuola. 50 classi e 1.250 studenti riorganizzati “in una nuova scuola”.

Rodari disse “una scuola grande come il mondo”. 
E Reggio ha pensato al progetto della “scuola diffusa”.
È la scuola che si fa città, è una scuola grande come la città . E’ l’aspirazione ad una scuola che non sia pensata per l’emergenza ma sappia essere prototipo di sperimentazione e innovazioni future.
Una scuola punto di riferimento per la comunità, per i quartieri, per le famiglie.
Uno spazio pubblico in cui le relazioni e l’apprendimento continuino ad accompagnare il futuro della società e dei nostri ragazzi.

Ci saranno criticità, ci saranno problemi, avremo bisogno di fermezza e di tanta pazienza ma ce la faremo. Perché tutti sappiamo che è questo che dobbiamo ai nostri giovani ed al loro futuro.

Ai ragazzi voglio dire questo: un giorno ripenserete al vostro percorso, ricorderete gli insegnanti e capirete, come io stesso ho compreso, il significato profondo della formazione scolastica. 
È lì riaffiorerà il ricordo della maestra, della cuoca, il ricordo del professore severo ma altrettanto bravo, il compagno di banco e quel senso di complicità che accompagna ogni attimo della lezione. Il bidello in fondo al corridoio sempre pronto a risolvere un problema, gli amori e le amicizie di quegli anni.

Cari ragazzi vivetelo intensamente il primo giorno di scuola, vivetela fino in fondo la vostra scuola perché questo significa vivere il proprio tempo e cogliere le opportunità per un futuro migliore.

Viviamo quest’anno con fiducia e determinazione perché dove non c’è scuola non c’è speranza, dove non c’è speranza non c’è futuro.

Faremo il possibile e l’impossibile affinché ognuno di voi possa vivere un nuovo anno scolastico di serenità e benessere. 
E insieme ce la faremo.
Buon anno scolastico!