

REGGIO EMILIA – Anche quest’anno gli studenti reggiani parteciperanno in veste di Apprendisti Ciceroni alle Giornate FAI d’Autunno in programma questo fine settimana (17 e 18 ottobre 2020).
In questo anno così particolare per la Sanità Pubblica il FAI rende omaggio a uno dei luoghi storici della Salute nella città, con l’apertura speciale dell’Ospedale Psichiatrico San Lazzaro, già censito come Luogo del Cuore del FAI.
Partecipazione record di studenti: quest’anno saranno 140 gli Apprendisti Ciceroni
La risposta della Suole reggiane con la disponibilità degli Apprendisti Ciceroni del FAI a condurre le aperture è stata straordinaria. Sono coinvolti con una presenza complessiva di 140 ragazzi, i quattro licei della città, il Liceo Artistico Chierici, il Liceo Scientifico Moro, il Liceo Classico Scientifico Ariosto- Spallanzani, che consentono di offrire un percorso di PCTO con istanze trasversali alle competenze disciplinari del curriculo.

Gli studenti documenteranno la loro esperienza anche con dirette Live Streaming da condividere sui media digitali su piattaforma FAI dedicata, per raggiungere i compagni che resteranno in classe. Oltre che dai ragazzi delle Superiori, le visite saranno condotte anche da alcuni Studenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia della Facoltà di Scienze della Comunicazione e da una nutrita rappresentanza di volontari del Gruppo FAI Giovani.

Una studentessa: “Diventate anche voi Apprendisti Ciceroni per scoprire quante bellezze nascoste ci circondano”
Una studentessa del Liceo Classico Ariosto Spallanzani, ci racconta la sua esperienza da Apprendista Cicerone.
A ottobre tornano le Giornate FAI di Autunno, in cui ancora una volta gli studenti delle scuole superiori saranno protagonisti nella veste di Apprendisti Ciceroni. In cosa consiste il vostro compito e come lo avete preparato?
Il nostro compito è quello di condurre le visite guidate aperte al pubblico.
Ci siamo preparati su dispense che ci hanno fornito i nostri insegnanti e con un sopralluogo preparatorio che abbiamo compiuto al Parco del San Lazzaro con i nostri compagni e con i volontari della Delegazione FAI.

Quale l’aspetto che vi impegna di più e quale quello più stimolante di questa iniziativa?
L’aspetto più impegnativo è che dobbiamo dedicare una parte del nostro tempo per lo studio dei materiali che illustrano la storia del parco. Siamo però contenti di fare un’ esperienza nuova mettendoci in gioco da protagonisti e facendo qualcosa di utile per i visitatori.

Cosa significa per uno studente del liceo prepararsi per fare da guida a un pubblico che ascolterà in modo attento e interessato ma allo stesso tempo anche esigente?
Dovremo essere pronti a raccontare la storia di questo luogo particolare, stando attenti a non sforare con i tempi. Avremo la responsabilità di guidare le persone e di saper risponder a tutte le domande che ci verranno poste. Dovremo superare l’emozione di parlare in pubblico.
Quanto conta per voi ragazzi la tutela dell’arte e del patrimonio italiano?
Lo studio della storia dell’arte ci fa rendere conto della ricchezza del patrimonio storico artistico dell’Italia e, grazie anche al progetto del FAI, comprendiamo la nostra responsabilità di proteggere questa bellezza unica al mondo.

L’aspetto che vi attira di più tra le finalità del FAI
Far conoscere luoghi speciali che ci sono vicini e di cui non sapevamo nemmeno l’esistenza.
Cosa vorreste dire ai vostri coetanei se poteste lanciare un messaggio per renderli più consapevoli delle bellezze di cui siamo circondati nel nostro paese?
Vorremo suggerire di provare a fare i Ciceroni del FAI per imparare a scoprire quante bellezze nascoste, da salvare, ci sono e che emozione si prova a conoscerle meglio.

Personalmente, qual è il vostro monumento/dettaglio paesaggistico/opera d’arte preferita tra quelle che avete potuto vedere o visitare in Italia?
Sono rimasta molto colpita questa estate, dal sito paesaggistico dell’orto del colle dell’infinito di Giacomo Leopardi a Recanati, che è anche un bene del FAI, con la siepe e l’orizzonte che abbiamo studiato nella poesia del grande poeta.
Quest’anno verrà aperto alle visite per le giornate FAI d’autunno l’ospedale psichiatrico nel complesso del San Lazzaro. Tre motivi per visitarlo.
La storia dell’ospedale fa riflettere sul problema della cura delle malattie della mente e delle persone più fragili.
All’interno del complesso si possono scoprire tanti padiglioni, costruiti in diversi stili di architettura.
Il Parco è un luogo di natura molto bello e soprattutto in autunno si possono apprezzare i colori caldi dei suoi alberi.

La parola ai ‘prof.‘
Nadia Ruini, insegnante di Storia dell’Arte del Liceo Moro di Reggio Emilia e Cristina Casoli, docente di Storia dell’Arte nella sezione classica del Liceo Classico Ariosto-Spallanzani, di Reggio Emilia, hanno accompagnato i loro studenti nel percorso di preparazione.

La vostra scuola ha aderito all’iniziativa del Fondo Ambiente Italiano che coinvolge gli studenti delle scuole superiori nel ruolo di Apprendisti Ciceroni. Qual è l’aspetto di questa esperienza che ritenete di maggior valore educativo?
“Ritengo estremamente formativo il dato emotivo che, in questo momento storico, tanto influenza il sentire degli studenti e delle studentesse. – spiega la prof. Nadia Ruini – La proposta di studio di contenuti artistico/sociali, finalizzata all’accompagnamento di gruppi di visitatori, ha molto coalizzato la classe verso una progettazione solidale dei ruoli, ha moltiplicato i contatti e favorito equilibri sani e inclusivi, che nella normale didattica, a volte, sfuggono. Ne è scaturito un entusiasmo contagioso, domande finalizzate alla partecipazione attiva, proposte attuali che si sono riverberate e hanno migliorato la preparazione di ognuno”.

“Il Liceo classico-scientifico Ariosto-Spallanzani ha inserito ormai da diversi anni il Progetto Apprendisti Ciceroni FAI nell’ampliamento dell’offerta formativa, – afferma la prof. Cristina Casoli – ritenendolo un’opportunità valida e stimolante, in quanto consente alle nostre studentesse e ai nostri studenti di avvicinarsi ad un Bene artistico e naturale del territorio (spesso poco conosciuto) non solo come “oggetto” di studio, ma come un patrimonio da scoprire e disvelare. L’esperienza permette loro di impegnarsi concretamente sul campo, di relazionarsi in prima persona con un pubblico in qualità di esperti e guide, di gestire al meglio persone, tempi e spazi, un aspetto, quest’ultimo, non così facile e scontato.
Come docente di storia dell’arte, inoltre, un occhio di particolare riguardo lo riservo naturalmente allo studio del Bene dal punto di vista storico e artistico; ritengo che la conoscenza del nostro patrimonio culturale e artistico contribuisca fortemente alla formazione dei nostri ragazzi e alla loro crescita personale”.


Quante classi del vostro istituto hanno partecipato e quali insegnanti si sono occupati di “preparare” i ragazzi e seguirli in questo loro compito?
“Da 10 anni – continua Nadia Ruini – mi occupo della realizzazione del Progetto p.o.f del Liceo A. Moro “Arte con il FAI – Apprendisti Ciceroni”, in cui insegno, e da tre coordino, all’interno della gloriosa Delegazione FAI di Reggio Emilia attiva dai primi anni Novanta, in qualità di Delegata Scuola, il coordinamento degli Istituti partecipanti. Molte classi si sono avvicendate, mai ho avuto una defezione, anzi la richiesta di realizzazione ogni anno è arrivata puntuale dagli studenti e dai genitori. Medesimo approccio è avvenuto negli Istituti della città: Liceo Ariosto/Spallanzani, Liceo Chierici, Istituto Motti, che hanno mostrato estrema collaborazione, che ora definirei eroica, nel veicolare il messaggio del Fondo Ambiente Italiano.
Menzione particolare va ai molti Dirigenti e colleghi/e che sempre hanno appoggiato il Progetto, riconoscendone la serietà e la continuità”.
“Nel Progetto – ci spiega Cristina Casoli – sono stati coinvolti gli studenti delle classi quarte e quinte del Liceo classico che hanno alle spalle almeno un anno di studio della storia dell’arte, e pertanto acquisito conoscenze e maturato un adeguato linguaggio specifico della materia, necessari per sostenere i percorsi come Apprendisti Ciceroni. A queste si affiancano le classi del corso di potenziamento di storia dell’arte, la cui adesione alle giornate FAI, generalmente, è totale.
La preparazione dei ragazzi è affidata alla loro insegnante di storia dell’arte, in questo caso la sottoscritta”.

Che tipo di risposta avete avuto dagli studenti?
Prof. Ruini: “Gli studenti e le studentesse hanno mostrato grande desiderio di conoscenza riguardo le tematiche ambientali e artistiche proposte. La coscienza ambientalista, molto sviluppata nelle nuove generazioni e l’interesse per l’architettura e la pittura, soprattutto a livello locale, hanno maturato in loro quel sano campanilismo foriero di conoscenza, tutela e rispetto del territorio”.
Prof. Casoli: “Molto soddisfacente; in questi ultimi anni il numero di studenti che hanno scelto di partecipare al Progetto è progressivamente cresciuto: per quest’ultima edizione delle giornate FAI di autunno la sezione classica del Liceo Ariosto-Spallanzani sarà presente con quasi 50 Apprendisti Ciceroni, ai quali vanno aggiunti gli studenti dello Scientifico altrettanto numerosi”.

Dal vostro osservatorio, quale livello di sensibilità e di attenzione ritenete che abbiano i vostri studenti nei confronti dell’arte e della cultura?
E come avvicinarli e renderli più consapevoli del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del paese in cui vivono?
“Credo sempre maggiore, – conclude Ruini – anzi, coloro che stanno ai margini, vengono coinvolti alla scoperta di messaggi trasversali, che solo l’arte, nella vastità e ricchezza di contenuti che propone e che ritengo sempre attuali, è in grado di trasmettere.
Oltre alle tradizionali metodologie, penso che il corretto approccio ai social sia il modo ora più efficace per avvicinare i ragazzi, di ogni ordine di scuola, alle iniziative del FAI e della Delegazione di Reggio Emilia.
Quest’anno è stata proposta la realizzazione di Dirette Streaming dal Campus San Lazzaro, oggetto di apertura per le Giornate FAI di Autunno. Attraverso un protocollo controllato, in grado di valorizzare il ruolo di ognuno, gli studenti mostreranno ai pari, anche lontanissimi, i luoghi studiati, ampliandone la conoscenza e instillando curiosità e desiderio di emulazione”.
“L’interesse che i nostri studenti rivolgono all’arte, alla storia dell’arte e alla cultura in senso ampio – sottolinea Casoli – è generalmente vivo e vivace, ma questo accresce con l’aumentare delle conoscenze. Più si conosce, meglio si comprende, si apprezza e si ama. Nell’ambito specifico della storia dell’arte credo che un modo efficace per stimolare interesse e sensibilità sia porsi direttamente davanti al bene artistico, immergersi nel paesaggio, favorire occasioni di visita nei musei, nei palazzi, nei siti archeologici, nelle chiese oggetto di studio. In ultima analisi, quando è possibile, quando le circostanze ce lo permettono, è fondamentale incentivare la partecipazione attiva e responsabile dei nostri ragazzi. Renderli protagonisti.
A parte il periodo particolarmente difficile che stiamo attraversando, che limita i nostri movimenti, abbiamo sempre cercato di sfruttare al meglio le occasioni di scoperta offerte dal territorio, importantissime per stimolare la presa in carico e il senso di responsabilità verso il patrimonio d’arte e natura. Conoscere la propria arte e la propria storia aiuta tutti a diventare cittadini più consapevoli”.