E’ un trend quello dei nuovi contagi che si mantiene costante ma alto anche rispetto alla settimana scorsa, con la punta di giovedì che registrava 414 casi positivi a Reggio e provincia. Dato senz’altro alto ma “giustificato” dall’accelerazione dei tamponi richiesti dai medici di medicina generale per i loro pazienti che sono stati nell’ultima settimana più di 600 al giorno e che si erano in parte accumulati e poi smaltiti in questi giorni – nella conferenza stampa di ieri mattina Cristina Marchesi, direttore generale dell’AUSL di Reggio Emilia ha illustrato l’andamento della situazione sanitaria di questi ultimi giorni.

“Da giovedi’ scorso è iniziato anche lo screening con i tamponi antigenici rapidi e per questi dal 16 novembre è stata allestita una nuova postazione drive-in dedicata, presso l’ex ospedale Spallanzani. Questa tipologia di tamponi viene utilizzata soprattutto per le scuole e per “chiudere” le quarantene dei contatti senza sintomi. Questo consente di riservare i tamponi molecolari ai casi sintomatici.

Gli “automatismi” messi in atto dall’AUSL dallo scorso 4 novembre, con il sistema degli SMS per comunicare i risultati dei tamponi sono un aiuto importante: oltre il 60% dei cittadini che lo ha ricevuto ha risposto adeguatamente”.

“Fino alla scorsa settimana eravamo riusciti a far fronte alle richieste di posti letti per pazienti critici riducendo l’offerta chirurgica per recuperare gli anestesisti – ha spiegato il dott. Giorgio Mazzi, direttore del Presidio ospedaliero dell’AUSL di Reggio Emilia – ma nello scorso week end, in cui c’è stata una richiesta incrementale di posti letto per covid positivi, abbiamo fatto grandi sforzi per cercare di far fronte alla situazione e per questo ringrazio tutti gli operatori dei servizi sanitari e servizi tecnici coinvolti”. Mazzi ha poi elencato alcuni dati numerici per rendere l’idea degli sforzi che gli ospedali della provincia stanno facendo e ha sottolineato la necessità di mantenere sotto i livelli di saturazione l’emergenza covid nelle strutture sanitarie. “Nel week end scorso abbiamo attivato 100 ulteriori posti letto, di cui 4 in terapia intensiva a Reggio, 7 in medicina III, 6 in alta intensità medica, 20 in lungodegenza a Reggio e 18 in lungodegenza a Castelnovo Monti, 5 in terapia intensiva a Guastalla più 36 in medicina, 6 in riabilitazione respiratoria a Correggio per affrontare eventuali casi più gravi che necessitassero appunto di un percorso riabilitativo post terapia. Oggi i posti letto destinati ai pazienti covid sono complessivamente 460.

La pressione sugli ospedali rimane comunque elevata anche se indubbiamente l’iniezione di posti letti dalla scorsa settimana ha prodotto effetti positivi. Da qualche giorno il numero dei ricoverati per covid si mantiene stabilmente tra i 325 e i 350, siamo in una condizione che si mantiene sostanzialmente stabile”.

Attualmente i ricoverati in Terapia intensiva covid positivi sono 19 su 28 posti disponibili  a Reggio e 8 su 10 posti a Guastalla.

Il dott. Mazzi ha elencato anche i dati degli accessi al Pronto Soccorso che “dal 15 novembre sono stati 1236 quelli complessivi con una media di 247 al giorno contro i 261 della settimana precedente,  con un lieve calo quindi sull’intero territorio provinciale; 232 dei 1236 erano covid positivi pari al 19% del totale, dato in linea con quelli della settimana precedente. Dal 1 al 14 novembre avevamo avuto 3701 con media 264 al giorno e 652 accessi di covid positivi pari al 17 del totale, siamo sempre al di sotto del 20% con variazioni minime di settimana in settimana. Per quanto riguarda i ricoveri, nell’ultima settimana su 277 ricoveri totali il 45% sono covid positivi, dal 1 al 14 novembre erano il 40% dato che conferma la sostanziale stabilità degli accessi in pronto soccorso, dai 250 ai 280 al giorno, ma oggi quasi la metà dei pazienti ricoverati ogni giorno è covid positiva”.

E’ essenziale però tenere sempre in considerazione anche tutti gli altri pazienti no covid “Il grande lavoro quotidiano – ha sottolineato Marchesi – è quello di ricercare l’equilibrio tra quello che dobbiamo mettere a disposizione per il covid e per altro, è un continuo lavoro di “cesello”.

“Ad oggi sono stati inviati oltre 52000 sms per appuntamenti tamponi e inviate 33000 richieste per la privacy per avere l’autorizzazione a poter inviare il referto – ha spiegato il direttore sanitario dell’AULS dott. Nicoletta Natalini – solo 216 hanno negato il consenso a ricevere l’esito tramite sms.

Inviati anche 21663 referti negativi, 1273 referti di tampone positivo di controllo, 4431 esiti primo tampone positivo che circa 2 ore dopo il risultato uscito dal laboratorio hanno ricevuto l’esito tramite SMS”.

Con SMS si riceve anche il Link per scaricare il certificato di malattia per chi deve formalizzare l’assenza di malattia. Il referto di tampone positivo lo riceve anche il medico di medicina generale insieme al certificato di isolamento perché sarà esso l’unico deputato a fare il certificato INPS di malattia.

Il sistema degli SMS  ha accelerato in modo significativo la possibilita’ di adeguare con la certificazione la situazione delle persone.

“Sull’argomento “chiusura quarantena dei contatti” ha poi aggiunto il direttore sanitario – siamo consapevoli che si concentrano le lamentele delle persone, occorre però ricordare che abbiamo quasi 10.000 persone (tra isolamento e quarantene) e con numeri così importanti, nonostante il potenziamento dei centralini e del personale dedicato, risulta impossibile chiamare tutti con tempestività”.

“Ci siamo dati delle priorità – ha continuato Nicolini – e anche il lavoro informatico viene fatto perchè la priorità come servizio sanitario è la gestione della sanità pubblica (l’isolamento dei positivi, la quarantena dei contatti e l’adeguamento certificativo per queste due categorie). Stiamo però lavorando anche per informatizzare la chiusura delle quarantene dei contatti in modo più veloce quasi automatico sia sulla base del tempo trascorso di 14 giorni o sul ricevimento di un tampone negativo al 10 giorno, che sarà attivo già dalla prossima settimana. Questo perchè le persone possano riprendere l’attività nel più breve tempo possibile.

Importante anche sottolineare che per uscire dalla quarantena è necessario un certificato che non è semplicemente un atto burocratico ma un documento che determina la libertà di una persona, per questo si sta valutando bene in che modo potere automatizzare tutto questo processo. Anche perché alcuni casi più difficili vanno valutati singolarmente”.

“Siamo impegnati quotidianamente per cercare di allineare l’emissione del certificato allo scadere della quarantena” ha concluso la dott. Marchesi.

USCA Corso per effettuare ecografie toraciche con strumento portatile ai medici delle unità speciali

“Le visite delle USCA (Unità speciali di continuità assistenziale) sono state potenziate lo dicono i dati: a settembre le uscite sono state 29, in ottobre 99, in novembre 638. I medici USCA sono colleghi molto preparati che vanno a visitare i pazienti a domicilio e che lavorano in modo molto intenso.

Ad oggi 18 medici USCA hanno già fatto un corso per effettuare le ecografie toraciche, con apparecchi portatili che porteranno a domicilio, entro la fine del mese altri 28 medici avranno acquisito queste competenze.

Si sta pensando ad una suddivisione delle USCA su due livelli: quello “base” come prima visita ai pazienti a casa e quello “specialistico” (i medici che hanno acquisito la competenza per effettuare le ecografie toraciche) che verranno mandati da quei pazienti per cui si è valutato un peggioramento delle condizioni e che pur in isolamento domiciliare hanno necessità di cure più approfondite. I pazienti a casa non sono abbandonati”.

A chi viene mandato a casa con polmonite viene dato un saturimetro, infatti sulle 638 polmoniti diagnosticate da covid, 468 sono state ricoverate ma 170 sono state rimandate a domicilio dove saranno seguiti con assistenza medica qualificata”.