REGGIO EMILIA – E’ morto Don Ercole Artoni. Fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII, il sacerdote è stato un riferimento per tossicodipendenti e ragazzi in difficoltà. A dicembre era stato assolto dall’accusa di minacce aggravate al presidente del tribunale di Reggio Emilia, Cristina Beretti.

Don Ercole divenne famoso in tutta Italia come prete iscritto ed eletto nelle liste del PCI, – scriveva di lui Matteo Iori, Presidente dell’Associazione Onlus “Centro Sociale Papa Giovanni XXIII”, nella prefazione al libro “Don Ercole Artoni. Lo ‘scomodo’ prete reggiano si racconta” – ma il Consigliere Comunale fu solo una delle sue esperienze. Leggerete dell’Ercole Artoni che occupava le case, che conobbe diversi brigatisti, che picchettava le fabbriche con gli operai, ma che fu anche inconsapevolmente al servizio di Gladio. Scoprirete un prete insolito che insieme agli studenti preparava in anticipo i piani di contestazione, che collaborò con Loris Malaguzzi, che aiutò lo sviluppo di missioni in Brasile, che andò a Mosca nella delegazione italiana a favore del Vietnam e a Berlino nella Commissione disarmo; ma che finì anche in carcere in isolamento, che fu protetto e aiutato dalla malavita reggiana, che fu sostenuto dal comitato delle prostitute, che conobbe la “Primula Nera” Paolo Bellini, che sfuggì di nascosto dalla polizia, che liberò un giovane rapito… e soprattutto che nel frattempo apriva le porte della sua canonica e della sua casa ai più poveri e ai più emarginati, divenendo uno dei primi a dare risposte concrete per affrontare il flagello della droga sin dagli anni ’70. Don Ercole fu definito più volte un prete “scomodo” soprattutto da coloro che più l’hanno stimato, e in questo libro la sua scomoda schiettezza viene fuori in modo irruente”.

Don Ercole è morto in ospedale dove era ricoverato da qualche giorno, aveva compiuto 90 anni a settembre.