REGGIO EMILIA – 150 persone tra studenti, professori e genitori, hanno preso parte ieri pomeriggio alla protesta in Piazza Prampolini contro la didattica a distanza.

L’invito a scendere in piazza per far sentire la propria voce sull’emergenza scuola, arrivava dalle associazioni Priorità alla Scuola, Assemblea Scuola Educazione Reggio Emilia e Studenti Autorganizzati. Nonostante il Tar dell’Emilia Romagna abbia accolto il ricorso presentato nei giorni scorsi da un gruppo di 21 genitori contro l’ordinanza del presidente Bonaccini sul rinvio della riapertura, i manifestanti hanno evidenziato le criticità della scuola, che vanno oltre il prolungarsi della didattica a distanza.

“Abbiamo esposto le nostre richieste che vanno oltre la riapertura: screening di massa, medicina più territoriale anche in rapporto alle scuole e, se siamo così pericolosi da restare chiusi 11 mesi, perché i docenti fragili non vengono vaccinati subito?” spiegano gli organizzatori.

“Continueremo a chiedere questi elementi. Le fragilità della scuola sono emerse chiaramente con la pandemia. La scuola si cura, non si chiude!”

Alla fine della manifestazione il sindaco Luca Vecchi ha accolto una delegazione di quattro persone: Davide Giardina, Martino Gallinari, Beatrice Ziliani, Sara Marzolino.

In mattinata un gruppo di studenti del Liceo Chierici si sono sistemati con “banchi” e tavolini di fronte all’Istituto scolastico per fare la didattica a distanza “in presenza”.

Domani 18 gennaio, in seguito alla decisione del Tar, gli studenti delle scuole superiori dell’Emilia Romagna torneranno a scuola in presenza al 50%.