di Stefano Pagano

I vasi trovano spazio anche in giardino e non solo al di sotto di porticati, balconi o negli androni dei palazzi, perché ci permettono di coltivare piante di esigenze molto diverse dalla natura chimico-fisica del nostro terreno. Non si tratta però di semplici “contenitori di terra”, ma di veri e propri elementi decorativi, ornamenti di cui fare sfoggio: in passato infatti, nelle ville toscane, erano i recipienti ideali per gli agrumi e le piante tropicali provenienti da ogni parte del mondo.

I vantaggi che offrono sono moltissimi, anche se spesso li diamo per scontati…in primis la possibilità di coltivare piante “freddolose”, che altrimenti sarebbero destinare a soccombere in piena terra nelle regioni con inverni rigidi e che invece, possono essere comodamente spostate e ricoverate nella veranda. Il vaso costituisce anche un microspazio a sé stante rispetto a quello del giardino, perché la terra in esso contenuta può avere caratteristiche totalmente differenti: avere una collezione di acidofile (Hydrangea, Camelia, Rododendro, Pieris…) in buono stato di salute, dai colori brillanti, non sarà poi così difficile…ma anche bulbose e cactacee trovano nella vita in vaso, la possibilità di prosperare come fossero piccoli scrigni di colore. Inoltre, sarà più facile in caso di attacchi parassitari, “isolare” la pianta infetta per evitare il propagarsi del contagio o salvaguardarla da insetti “striscianti” come lumache/larve defogliatrici normalmente presenti a livello del terreno, grazie alla possibilità di sopraelevarlo o sospenderlo (come nel caso dei basket o cestini pensili). Ma non è tutto: il terreno decisamente circoscritto, può essere adacquato secondo le reali esigenze della pianta, in maniera svincolata dalle precipitazioni atmosferiche e dalle piante limitrofe.

Esistono però inevitabilmente degli svantaggi: gli alberelli che, se messi a dimora in piena terra, raggiungerebbero grandi dimensioni a maturità, in vaso conducono un’esistenza più “limitata”, per non parlare degli arbusti dagli apparati radicali capillari ed estesi: il rinvaso ogni 2 anni diventa una necessità. Il limite più grande è la mancanza di interazione con i microrganismi che rendono vivo e vitale il terreno. Le piante in contenitore poi abbisognano di maggiori attenzioni rispetto a quelle “in pianta stabile” in giardino: una concimazione errata o una irrigazione eccessiva, possono causare gravi danni, in quanto manca quella dispersione che solo la terra del giardino sa mettere in atto.

L’estetica è una caratteristica determinante del vaso e assieme alla sua collocazione, condiziona in maniera significativa l’area in cui si trova. Li potete mettere a mò di prolungamento del giardino se arrivano sin sotto al portico, ottimi per completare balaustre/muretti, possono segnare percorsi o disegnare le aiuole, delimitando l’area a prato. Le forme più svariate possono essere destinate a diventare veri e propri complementi d’arredo, anche solo ospitando fioriture stagionali comuni, infatti, l’effetto finale d’insieme risulterà sorprendente.

L’estetica del vaso è una caratteristica determinante e assieme alla sua collocazione, condiziona in maniera significativa l’area in cui si trova. Le forme più svariate possono essere destinate a diventare veri e propri complementi d’arredo, anche solo ospitando fioriture stagionali comuni. Nel giardino all’italiana i vasi segnavano perfettamente gli angoli dei parterre fioriti; allora, il contenitore era protagonista almeno quanto l’alberello che conteneva e pertanto spesso, aveva una fattura pregiata, con fregi e decori in rilievo. Le ciotole oggigiorno di gran moda, si prestano ad essere poste su di una balaustra, un ceppo o decorare un muretto. A terra, ve le consiglio per esempio nei paraggi del bordo piscina per rompere l’uniformità del contorno o ai margini del patio, magari ricche di piante aromatiche profumate e che amano essere baciate dal sole.

Il cotto è il materiale più coibentante, che si presta ad essere impiegato sia nelle forme tradizionali “a tronco di cono”, sia in quelle più elaborate, a coppa o ad anfora. Ma anche la pietra e il legno possono fare la loro bella figura: un vecchio abbeveratoio può accogliere le piante più diverse. I tini o mastelli in legno sono ideali per accogliere erbacee e piccole bulbose. Vi suggerisco di collocarli in posizione riparata dalle intemperie, per esempio al di sotto di un porticato, a causa della veloce deperibilità del materiale oppure è buona norma trattarli ogni anno nella bella stagione con una mano di impregnante per evitare che marciscano.

In commercio trovate anche moltissimi prodotti estremamente decorativi dai colori brillanti, con prezzi di acquisto per tutte le tasche e con un peso ridottissimo che ne facilita anche il trasporto e il rimessaggio durante i mesi invernali. Ma con un pizzico di fantasia è possibile individuare vasi in oggetti del passato, restituendo loro nuova vita, perché nel giardinaggio è facile praticare con successo l’arte del riciclo e… di uno stile di vita ecofriendly!