In primo piano: il vescovo Adriano Caprioli insieme a Suor Mercy e suor Josmi

Una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo emerito Adriano Caprioli in Cattedrale si è svolta ieri mattina, domenica 28 febbraio, per salutare suor Mercy e suor Josmi della congregazione delle Sorelle dell’imitazione di Cristo, originarie del Kerala, che dopo quasi 18 anni di presenza dell’ordine religioso in città fanno rientro in India.

Arrivate in vescovado il 15 ottobre 2003, le religiose indiane hanno poi seguito il vescovo Adriano nella sua casa di via Campo Marzio. Servizio, accoglienza – sono anche chiamate le suore di Betania perché come Marta e Maria, sorelle di Lazzaro, hanno fatto dell’ospitalità uno dei tratti distintivi del loro ministero -, amore, cura e animazione della liturgia, adorazione eucaristica in Cattedrale hanno contraddistinto i loro oltre tre lustri a Reggio-città, come ha sottolineato nell’omelia don Daniele Casini, già parroco di Santa Teresa e del Duomo. Il sacerdote ha sottolineato l’intensa vita di preghiera che le religiose indiane hanno condiviso con il vescovo Adriano, l’attenzione e la sensibilità sempre dimostrate e particolarmente apprezzate per le persone incontrate in parrocchia e in Cattedrale, soprattutto in questo tempo di pandemia. Una piccola porzione di India per 18 anni ha aiutato e sostenuto nella fede e nella preghiera tanti reggiani.

Suor Mercy e suor Josmi con i parrocchiani

Al termine della celebrazione il saluto commosso della parrocchia è stato rivolto alle religiose da Francesca Turci, che di suor Mercy ha detto: “La tua figura esile e delicata ti associava quasi ad un’adolescente; con gli anni la tua assidua e premurosa presenza, il tuo servizio all’adorazione eucaristica ed alla persona del vescovo Caprioli durante la sua malattia, il tuo sorriso radioso hanno contribuito ad illuminare e rasserenare gli inevitabili momenti difficili che ciascuno di noi deve affrontare”. E di suor Josmi ha detto “Anche tu sei entrata nella nostra vita come una fiammella che, sempre più alimentata dalla fede, ha irradiato di luce le persone che hanno avuto il privilegio di incontrarti e frequentarti. Abbiamo avuto la possibilità inoltre di apprezzare la tua voce cristallina che accompagnava i canti in Santa Teresa”.

Il momento dell’arrivederci, con la consapevolezza di aver compiuto il proprio dovere, è stato sottolineato dal saluto di suor Mercy, a Reggio dal 2009. Un grazie particolare al vescovo Adriano che alle religiose “ha mostrato un grande affetto paterno e cura”; poi a don Daniele Casini, già segretario di mons. Caprioli e parroco della Cattedrale: “era come un nostro fratello, ci ha aiutato in diversi modi, sempre disponibile alle nostre necessità”. Il ringraziamento di suor Mercy è andato a don Luca Grassi, a don Gionatan Giordani, a don Carlo Pasotti, don Augusto Gambarelli, don Vasco Rosselli, don Gianni Manfredini; ai diaconi Emer Lusvarghi e Luciano Agosti; un ricordo riconoscente ha riservato a mons. Pietro Iotti. “Ricordo con gratitudine le persone che ci hanno aiutato. Venendo da lontano senza il vostro aiuto non avremmo potuto vivere qui”. Dopo aver ringraziato di cuore tutte le carissime persone che hanno aiutato la piccola comunità religiosa originaria del Kerala, ha così concluso “Vi chiedo la vostra preghiera per la nostra vita futura e vi assicuriamo la nostra”.

Infine don Luca Grassi, parroco della nuova parrocchia dei Santi Agostino, Stefano e Teresa, ha rivolto alle religiose un saluto riconoscente.

Gli applausi dei tanti fedeli che hanno partecipato alla celebrazione sono stati il segno dell’affetto, dell’amicizia e della riconoscenza della comunità ecclesiale reggiana verso queste religiose il cui ordine è stato fondato da Mar Ivanios, il primo vescovo della diocesi di Trivandrum di rito Siro Malankarese, che nel 1925 aveva chiesto di ritornare alla comunione con la Chiesa di Roma e con il Papa.