In Emilia-Romagna, nelle zone rosse e arancione scuro, dove la didattica in presenza è sospesa, le sole eccezioni che saranno fatte alla dad riguardano gli alunni con disabilità e bisogni educativi speciali e quando sia necessario l’uso dei laboratori.
La circolare del 4 marzo scorso del Dipartimento del Ministero dell’Istruzione, analoga a una precedente di novembre, nella quale si davano indicazioni affinché si ponesse attenzione agli alunni figli di personale sanitario direttamente impegnato nel contenimento della pandemia e anche ai figli del personale impiegato presso altri, non meglio specificati, servizi pubblici essenziali, non ha un fondamento giuridico chiaro, dato che il Dpcm parla solo di alunni disabili e con bisogni educativi speciali, né sarebbe attuabile in assenza di alcuna indicazione operativa, che definisca precisamente innanzitutto di quali categorie si parli.
Per questo, in una riunione svoltasi ieri pomeriggio, la Regione Emilia-Romagna, presente con la vicepresidente con delega al Welfare, Elly Schlein, e l’assessora alla Scuola, Paola Salomoni, e l’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) regionale, con la responsabile Scuola, Ilenia Malavasi, sindaco di Correggio, unitamente ai comuni capoluogo, hanno convenuto di inviare una richiesta di chiarimenti urgenti al Governo e al ministro dell’Istruzione. All’incontro ha partecipato anche il nuovo responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, Bruno Di Palma.
Regione Emilia-Romagna e Anci regionale invieranno quindi subito una lettera al Governo e al ministro dell’Istruzione per chiedere chiarimenti urgenti rispetto all’attuale quadro normativo e alla circolare del Dipartimento. Circolare, è stato ribadito nella riunione, che non supera la valenza del Dpcm, né la può integrare con eguale forza normativa. Serve quindi o una specifica integrazione del Dpcm che estenda quella deroga con pari forza, o quanto meno un chiarimento di interpretazione autentica, rispetto a come integrare due disposizioni apparentemente confliggenti. Oltre al fatto di dover definire con precisione le categorie interessate.
Regione ed Enti locali sono estremamente preoccupati per l’impatto che le misure assunte dal Governo e dalla Regione stessa in aderenza al Dpcm possono avere sulle famiglie e sulla conciliazione dei tempi, a seguito della sospensione delle attività in presenza della scuola e dei servizi per l’infanzia. Per questo, si attendono risposte certe circa il potenziamento degli istituti dei congedi parentali e dei bonus babysitter: tale questione sarà peraltro affrontata proprio nella giornata di lunedì, in un confronto già programmato tra Governo, Conferenza delle Regioni, Anci e Upi. Proprio per queste preoccupazioni, ribadiscono Regioni ed Anci, è anche essenziale assumere atti coerenti e applicabili, senza generare caos o informazioni non corrette alle famiglie.