REGGIO EMILIA – Sono stati assolti nonostante la loro autocertificazione fosse falsa. Il giudice del tribunale di Reggio Emilia dott. Dario De Luca, provvedendo in Camera di Consiglio sulla richiesta di condanna avanzata dal Pubblico Ministero, ha prosciolto una coppia che durante il primo lockdown e in zona rossa era uscita di casa senza valido motivo ed anzi dichiarando un motivo risultato poi non corrispondente a verità.

La sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Emilia dichiara di fatto che un atto amministrativo non può limitare la libertà personale di movimento, e che un obbligo generalizzato a restare nella propria abitazione è contrario alla Costituzione.

Le due persone all’epoca dei fatti, fermate dai Carabinieri di Correggio per un controllo, avevano esibito un’autocertificazione in cui veniva riportata la necessità di esami clinici urgenti in ospedale. I militari dopo aver verificato che i due non si erano mai recati in ospedale, li hanno denunciati con l’accusa di reato di falso ideologicoin atto pubblico (pena prevista fino a 2 anni di reclusione).

Al processo i due stati assolti con la formula «perché il fatto non costituisce reato», con la motivazione che si tratta di un «falso inutile» e che il Dpcm è illegittimo.

“Poiché trattasi di DPCM, – si legge nella sentenza – cioè di un atto amministrativo, il Giudice ordinario non deve rimettere la questione dì legittimità costituzionale alla Corte costituzionale, ma deve procedere, direttamente, alla disapplicazione dell’atto amministrativo illegittimo per violazione di legge (Costituzionale)”.

“Poiché, proprio in forza di tale decreto, ciascun imputato è stato “costretto” a sottoscrivere un’autocertificazione incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese e dunque illegittima, deriva dalla disapplicazione di tale norma che la condotta di falso, materialmente comprovata come in atti, non sia tuttavia punibile”.