REGGIO EMILIA – “Il pessimismo ipotizzato la settimana scorsa per il rapido peggioramento di tutti gli indicatori si è purtroppo verificato” ha esordito così il dott. Giorgio Mazzi, direttore del presidio ospedaliero nell’aggiornamento settimanale sulla situazione reggiana. La preoccupazione è fondata, ha spiegato Mazzi, e riguarda la saturazione dei reparti Covid, in particolare le terapie intensive e semi intensive.

L’incidenza (il numero dei nuovi casi) nell’ultima settimana ha raggiunto i 362 casi su 100mila, la settimana precedente era a 298, prima ancora a 210, e 136 a metà febbraio: il dato è quasi triplicato da metà febbraio.

Fortunatamente, ci si mantiene su un tasso di letalità e mortalità inferiore alle medie regionali. Facendo un rapporto tra il tasso dei positivi dallo scorso settembre e il tasso di mortalità, Reggio Emilia ha i valori più bassi della regione, unico dato confortante.

Il peggioramento degli indicatori si riverbera nei dati di accessi e ricoveri: la media di accessi nei pronto soccorso della provincia per tutte le patologie, si attesta intorno ai 300 casi al giorno, 45 dei quali sono covid positivi.

Con una media di ricoveri di covid positivi di 23 al giorno.

“Giovedì tutti i 30 letti in terapia intensiva covid erano occupati – ha precisato Mazzi – Nell’ultima settimana sui 30 letti di terapia intensiva disponibili si è raggiunta un’occupazione media del 95%, dato preoccupante perché significa essere vicini alla saturazione. Anche perché si tratta di letti che restano occupati mediamente per 22 giorni. Non si può beneficiare del contributo di altri reparti in regione poiché anch’essi occupati. A Reggio ieri si sono liberati 2 posti, quindi al momento sono occupati 24 posti su 26, mentre a Guastalla ne sono occupati 4 su 4, per questo motivo si è deciso di convertire anche i 5 posti letto della rianimazione a terapia intensiva Covid, per un totale di 10 posti letto. Questo però vuol dire che non ci sono più posti letto per la rianimazione no covid, che dovrà necessariamente gravitare su Reggio”.

Nelle altre tipologie di posti letto, dalle lungodegenze fino alle semintensive, l’occupazione è aumentata in una settimana dal 73 al 78% nonostante l’incremento dei posti messi nuovamente a disposizione che ha portato da 270 a 340 i posti covid disponibili.

Questa settimana tutta la pneumologia (26 letti ordinari e 6 di semintensiva) è diventata covid positiva e anche la medicina di Scandiano e 20 posti in lungodegenza a Reggio.

“Alla difficoltà del bilanciamento nell’offerta tra posti letto Covid e no covid – conclude Mazzi – si aggiunge l’ulteriore difficoltà di individuare precocemente gli scenari dei giorni successivi. Da novembre le esigenze sono sempre mutate con un andamento a elastico, polimorfo che differenzia la prima dalla seconda ondata. Da qui la fatica e la frustrazione degli operatori”.