
REGGIO EMILIA – Grazie alla determinazione di Soroptimist Reggio Emilia, la cui Presidente Chiara Davoli ha voluto fortemente l’iniziativa, da oggi presso il Comando Provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia e presso la Compagnia Carabinieri di Guastalla è operativa “una stanza tutta per sè” per ospitare le donne vittime di violenza.
Il progetto denominato Una stanza tutta per sé ha lo scopo di sostenere la donna nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi alle Forze dell’Ordine e nel percorso verso il rispetto e la dignità della sua persona. Si tratta di un ambiente allestito in modo che la donna possa sentirsi a proprio agio nel raccontare di volta in volta le emozioni negative vissute, accolta in un luogo dedicato da personale specializzato.

Le due aule per audizioni in ambiente protetto sono state inaugurate questa mattina presso la Caserma dei Carabinieri di Corso Cairoli e presso la caserma di Guastalla, alla presenza della presidente del Soroptimist Club di Reggio Emilia, Chiara Davoli Buia, al colonnello Cristiano Desideri, comandante dei Carabinieri di Reggio Emilia, al Tenente Colonnello Luigi Regni, comandante della compagnia di Guastalla.

L’accordo siglato nel 2015 con il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha portato a oggi alla realizzazione da parte dei club Soroptimist di 175 stanze presso le Caserme dei Carabinieri di tutta Italia tra cui due nelle caserme del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Emilia e in quella della Compagnia Carabinieri di Guastalla, ricadente nella provincia reggiana, operative da oggi.
Il 25 novembre del 2019, l’allora Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Gen. Giovanni Nistri e la Presidente del Soroptimist Mariolina Coppola hanno sottoscritto un formale protocollo finalizzato a disciplinare l’attività di collaborazione nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé”, contenente le linee guida per l’arredamento delle stanze che deve tener conto della psicologia dei colori e delle immagini. Ogni stanza, inoltre, è dotata di un sistema audio-video per la verbalizzazione computerizzata che evita alla vittima più momenti di testimonianza e che può servire per la fase processuale successiva.
L’aula per l’audizione della donna che denuncia atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto violento è un ambiente protetto e dedicato che tende a un approccio meno traumatico con gli investigatori e a trasmettere una sensazione di accoglienza della persona e attenzione per le sofferenze subite.
Il progetto comprende, inoltre, un impegno articolato sulle problematiche dell’incentivo alla denuncia e si occupa di predisporre mezzi utili ad avvicinare il maggior numero possibile di vittime al fine di far conoscere l’esistenza e la localizzazione sul territorio delle “stanze tutte per sé” presenti in tutta l’Italia.
La denominazione dell’aula fa riferimento al titolo di un saggio di Virginia Woolf.
Sul prossimo numero di Stampa Reggiana in uscita sabato 24 aprile, il servizio sul progetto “Una stanza tutta per sè” a Reggio Emilia e Guastalla.