Germano Nicolini

REGGIO EMILIA – Il Consiglio comunale ha approvatocon 31 voti favorevoli (Pd, Più Europa, Immagina Reggio, Reggio è, Gruppo misto, M5S, Alleanza civica, Forza Italia, Lega Salvini premier) e 1 astenuto (Vinci del Gruppo misto) una mozione del consigliere De Lucia, per l‘intitolazione di una via a “Germano Nicolini, partigiano”.

Si legge nella mozione del consigliere De Lucia di cui riportiamo alcuni passaggi: “Nicolini si  distinse anche per l’equilibrio e la difesa di prigionieri fascisti appartenenti alla Repubblica Sociale  Italiana, evitando in più occasioni – come testimoniarono al processo di Perugia del 1947 alcuni di essi – tentativi di giustizia sommaria. Fu anche responsabile partigiano del carcere di Correggio e in tale ruolo, il 27 aprile 1945, respinse il primo di due assalti alla prigione da parte dei partigiani, i quali, senza un mandato del Comitato di liberazione nazionale, volevano prelevare sette repubblichini”.

E ancora: “Si distinse nell’immediato dopoguerra come Segretario dell’Associazjone Nazionale Partigiani d’Italia {ANPI) di Correggio, pioniere della riconciliazione nazionale aprendo una mensa del reduce cui potevano accedere partigiani ed ex-fascisti che non si erano macchiati di crimini. 

“Il 118 giugno 1946 viene assassinato don Umberto Pessina; dopo otto mesi l’accusa infamante: lo si vuole, a tutti i costi, colpevole del delitto, prima come esecutore materiale e poi come mandante. Viene arrestato il 13 marzo 1947; il 26 febbraio 1949 la Corte d’Assise di Perugia lo condanna a 22 anni di carcere ed alla perdita di ogni diritto civile e militare: ne sconta 10, per sopravvenuto indulto a favore di ex appartenenti alle formazioni partigiane. Per quasi mezzo secolo grida la sua innocenza e chiede, inascoltato, che lo si aiuti per la revisione del processo. Eloquente, al riguardo, il titolo del suo voluminoso libro-memoriale, “Nessuno vuole la verità”. Poi la confessione dei veri colpevoli  (settembre 1991) e la loro condanna (1993). Finalmente la revisione del processo: la Corte di Appello di Perugia, in data 8 giugno 1994, lo assolve con formula piena, vittima di macchinazione politico-inquisitoriale. 

Nel marzo 1997 è stata conferita a Germano Nicolini la medaglia d’argento al valore militare per l’attività partigiana, ricevuta effettivamente in una cerimonia il 4 novembre; pochi giorni prima Nicolini  aveva nuovamente ottenuto i gradi di capitano revocati dopo la condanna. 

La motivazione: “Ufficiale dell’Esercito, dopo l’B settembre, fuggiva dalla cattura ed entrava in formazione partigiana e difesa della Patria invasa. Durante il lungo periodo di appartenenza alle formazioni e nelle numerose azioni di combattimento dimostrava brillanti doti di organizzatore e di comandante, sprezzante di ogni pericolo. La sua opera è stata giudicata cospicua, perché svolta in difficili condizioni, in zona di pianura costantemente controllata dal nemico. Considerato uno dei migliori combattenti della Resistenza reggiana”.

Considerato che – conclude la mozione di De Lucia – Germano Nicolini è persona importante per la storia di Reggio Emilia, della Provincia reggiana e della nazione italiana per i suoi atti di eroismo per la Liberazione nazionale dal nazifascismo e di riconciliazione nazionale nel dopoguerra; il consiglio comunale impegna il Sindaco e la Giunta a inserire il nome di “Germano Nicolini, partigiano” nei toponimi, passati gli adeguati tempi di legge, degni di attribuzione per una via, parco o piazza della città di Reggio Emilia, a prevedere un momento ufficiale nelle celebrazioni del 25 Aprile 2021 di ricordo per Germano Nicolini, a prevedere con Anpi e lstoreco momenti rivolti alle scuole per spiegare ai giovani la figura di Germano Nicolini, uomo importante della nostra comunità.

Il consiglio comunale ieri ha approvato la mozione presentata dal consigliere De Lucia.