Nuove proposte del portale eventi del Comune di Reggio Emilia, piazza virtuale di promozione e valorizzazione culturale. Dopo il tema ‘In genere’, nel portale da questa settimana si parla di curiosità, attraverso i vari linguaggi della cultura: giochi di squadra, filosofia, fotografia,  teatro, poesia  e cinema.

“Abbiamo scelto il tema CURIOSA  –  afferma  l’assessora alla cultura Annalisa Rabitti –  perché curiosa è la mente che vuole sapere, vedere, conoscere. Che non si ferma alle spiegazioni, e nemmeno alle conclusioni, ma dubita, si pone domande, per un pensiero critico ed elastico. Una mente curiosa viaggia, esplora, ci guida nello spazio, per arrivare a tutto ciò che è immaginabile o anche inimmaginabile. Curiosa è la cultura. Irrequieta, irriverente, viva, inarrestabile. L’unica opportunità di libertà che dà il senso dell’infinito”. Partendo da queste riflessioni, l’ hub online della città apre le porte a nuovi contributi, in buona parte inediti. Tutto su eventi.comune.re.it/cultura

ESCAPE ROOM: UN PUNTO DI VISTA DIVERGENTE SULLA PANDEMIA  “TUTTI DENTRO-LE STANZE DEL LOCKDOWN”

cittadini di Via roma

Trasformare il confinamento imposto dalla pandemia in un “gioco di fuga”, stimolare, attraverso la curiosità e la creatività, il pensiero divergente come opportunità per ciascuno di fare di una condizione emergenziale un’esperienza ludica, con situazioni, ambienti e storie tutte da esplorare: è l’obiettivo del progetto “Tutti dentro-Le stanze del lockdown”, nato dalla collaborazione tra le associazioni Circolo Via Roma Zero APS, creatrice del progetto, Ghirba e Lagom insieme a storyterller, insegnanti, studenti del Liceo Chierici, ingegneri, progettisti, esperti multimediali e di gaming, riuniti in tre squadre per progettare altrettante stanze dove sperimentare microcosmi e narrazioni a tema Covid-19. Nei prossimi mesi le stanze, che propongono diverse possibilità di esplorazione, enigmi e obiettivi di gioco in luoghi intimi o metafisici tutti da sperimentare, saranno aperte a giocatori di ogni età che potranno vivere un’esperienza interattiva volta a ripensare la pandemia e i problemi ad essa collegati in una chiave diversa da quella puramente emergenziale, incoraggiando con il  divertimento la capacità di superare ostacoli, lo spirito di squadra e l’empatia.   Iniziativa realizzata con il contributo del comune di Reggio Emilia nell’ambito del bando Cultura RE #20/21.

NOTE DI FILOSOFIA IVAN LEVRINI E ENRICO BIZZARRI

Ivan Levrini

Che cos’è la curiosità per i filosofi? E nella nostra vita quotidiana? Chiacchiera gratuita, passatempo, quell’inopportuno occuparsi delle vite degli altri che distrae dal guardare dentro se stessi – ma è anche il manifestarsi della curiosità esplorativa del bambino che impara scoprendo il mondo o il desiderio di conoscere che gli insegnanti possono far nascere tra gli studenti delle loro classi. Ivan Levrini e Enrico Bizzarri, docente ed ex docente del Liceo Ariosto di Reggio Emilia, tracciano nel loro intervento un interessante percorso filosofico sul tema della curiosità: “risorsa umanissima” considerata nell’antichità e nel Medioevo cristiano come vizio e presunzione di voler sapere tutto della natura e della realtà, poi accompagnata dal filosofo Montaigne nel nostro sentire moderno come “ignoranza non rassegnata, non arrendevole”, per diventare, dall’Illuminismo in poi, il motore della conoscenza scientifica: una curiosità spregiudicata e votata a un’idea di progresso della quale il pensiero critico e la bioetica hanno ormai svelato anche le ombre e le minacce. Così appare sempre più condivisibile il sogno di una nuova era della curiosità auspicata da un altro filosofo, Michel Foucault: una curiosità che sia bisogno e desiderio di conoscere, fuori dagli schemi e dalle gerarchie del sapere, tutte quelle cose “fondamentali, terribili, meravigliose e strane” che stanno attorno a noi, nelle loro singolarità e nel loro accadere, senza mai immobilizzarsi di fronte al reale e cogliendone invece le possibilità infinite.

RIDERE È UN ATTO RIVOLUZIONARIO Intervista a Joan Fontcuberta di Francesca Cedraro

J. Fontcuberta

“La vita è un’avventura appassionante e vorrei avere la possibilità di sperimentarla in tutta la sua ricchezza e al massimo delle sue potenzialità. Mi sembra di non aver mai abbastanza tempo, ma non mi considero iperattivo, vorrei solamente essere più saggio, senza sembrare presuntuoso, e vivere più intensamente”. Sono le parole di Joan Fontcuberta, artista poliedrico di fama internazionale, che ha concesso per il portale una intervista in esclusiva a Francesca Cedraro. L’artista  e fotografo catalano ha invitato i reggiani e le reggiane a condividere i propri selfie e ritratti fotografici, cercando immagini che esprimessero un sentimento di meraviglia e curiosità per realizzare la sua nuova opera per i Musei Civici.  La chiamata è in corso e la risposta dei reggiani è forte e sentita. La curiosità –  uno dei temi principali della nuova opera che sarà il compendio delle immagini ricevute –  per Fontcuberta rappresenta un motore che spinge a voler conoscere sempre di più, portandoci a sfidare i nostri limiti e a raggiungere traguardi anche memorabili; non meno importante è la capacità di meravigliarci di fronte a ciò che viviamo e a ciò che scopriamo grazie alla curiosità. Quanto al periodo difficile che stiamo vivendo a causa del covid l’artista, noto per l’ironia e la capacità di stupire dei suoi lavori e di scompaginare il mondo dell’arte e della cultura, dichiara: “Non penso che la curiosità possa spegnersi, il problema può essere piuttosto che la crisi (sanitaria, ma allo stesso tempo politica, economica e valoriale) confini la curiosità in zone marginali e di subordinazione. Ad esempio, l’industria dell’intrattenimento ha già marginalizzato il piacere della lettura. Il rimedio, a mio avviso, è una forte dose di pedagogia critica, cultura e creatività. Si deve ribadire che la creatività è la cosa più divertente al mondo e rende felici. Vanno anche recuperati la solidarietà e l’impegno politico. Bisogna far capire che ridere è un atto rivoluzionario”.

POESIA RAGAZZI ZITTI

POESIA RAGAZZI ZITTI

Con la profondità e l’originalità di pensiero che abbiamo imparato a conoscere attraverso i loro testi, i ragazzi del “Giardino di Baobab” – l’’Associazione che promuove la cultura dell’Unicità e della differenza dando voce a chi era costretto al silenzio perché non in possesso del linguaggio verbale – affrontano il tema della curiosità attraverso punti di vista che vanno dalla cura verso ciò che ci circonda all’atteggiamento negativo di chi si serve della curiosità per giudicare e offendere, fino a quell’ inarrestabile sete di conoscenza che spinge a lasciarsi alle spalle le certezze consolidate per esplorare territori sempre nuovi. La curiosità permette di superare la noia, di avventurarsi nelle innumerevoli dinamiche della vita, di meravigliarsi, di interrogarsi, di crescere e  di elevarsi accogliendo domande e pensieri diversi. Con richiami a Montaigne e Rabelais, la curiosità diventa desiderio di imparare che si accompagna all’umiltà di chi si apre all’infinita varietà del mondo; ma emerge anche il timore di abbandonare la sicurezza protettiva del proprio mondo di sempre, quella “tranquillità disabitata”, per citare i bei versi di Giovanni B., che bisogna superare per andare incontro alla gioia di sorprendersi e di vivere.

TEATRO DELL’ORSA  CURIOSE VISIONI

Teatro dell’Orsa

Una mano dipinge un cerchio di colore indaco che diventa un cielo, al quale pennellate di bianco aggiungono le stelle. Poi compaiono i pianeti, come pedine ritagliate nella carta, e le case, sagome colorate di cartone, che compongono una città su un altro sfondo blu. Questa è Andria, nata dalle pagine del libro Le città invisibili di Italo Calvino, che il Teatro dell’Orsa, che ha ricevuto un contributo dal Comune nell’ambito del bando Cultura RE#20/21, racconta in un video dal titolo Curiose visioni: una città costruita seguendo le orbite dei pianeti, la mappa delle costellazioni e la posizione degli astri più luminosi, così che “i giorni in terra e le notti in cielo si rispecchiano”, e allo stesso tempo una città che si trasforma, creando nei suoi movimenti una corrispondenza così armonica e perfetta che ogni cambiamento nella città comporta una novità tra le stelle. Ad ogni mutamento che influisce sul disegno del cielo, gli abitanti calcolano rischi e vantaggi per loro, la città e i mondi.

Nel video, le voci narranti di Monica Morini e Bernardino Bonzani si integrano alla musica e ai movimenti che spostano e ricompongono astri e parti di città; mettendo in connessione tra loro diversi linguaggi espressivi, il Teatro dell’Orsa arricchisce il suo lavoro di teatro sociale d’arte guardando al più recente teatro di narrazione e all’immenso panorama della cultura orale e letteraria, proponendo un’interpretazione della curiosità come ricerca tra visibile e invisibile, come strumento per visitare storie e accendere visioni.

CINEMA GERTRUDE BELL

Queen of the Desert

Nel portale non manca uno sguardo sul cinema. Viaggiatrice, scrittrice, archeologa, esploratrice, cartografa, agente segreto e diplomatica per conto dell’Impero britannico, Gertrude Bell è la protagonista del film di Werner Herzog Queen of The Desert, proposto da Sandra Campanini dell’Ufficio Cinema del Comune di Reggio Emilia: un personaggio realmente esistito, una specie di Lawrence d’Arabia al femminile – interpretata nel film da Nicole Kidman – che all’alba del XX secolo ebbe un ruolo di primo piano nella creazione di Stati arabi come l’Iraq e la Giordania. Prima studentessa a laurearsi in storia moderna a Oxford, affascinata dall’Oriente,  appassionata di lingue come il persiano e l’arabo e innamorata del deserto, Gertrude Bell viaggiò a lungo tra Medio Oriente e Arabia Saudita, armata di taccuino e macchina fotografica, intessendo legami tra le tribù locali e il governo britannico, imponendosi a ufficiali e governatori militari, creando a tavolino stati che ancora non esistevano. Caduta in depressione dopo essere stata messa da parte e relegata ad occuparsi del Museo Archeologico di Baghdad, che lei stessa aveva fondato, morì probabilmente suicida, delusa da una vita che l’aveva strappata, all’età di 58 anni, alle sue avventure di nomade e inarrestabile esploratrice.