di Antonio Lecci

SAN MARTINO IN RIO – A una settimana dal delitto e tentato omicidio, proseguono i sopralluoghi dei carabinieri alla casa della famiglia Eletti, in via Magnanini 13 a San Martino in Rio. Anche gli specialisti dell’Arma del Racis di Roma si stanno occupando della vicenda, che presenza un quadro di indizi di colpevolezza piuttosto ampio, ma anche tanti dubbi che permangono in una storia dai contorni non del tutto chiariti. Da una parte la Procura della Repubblica reggiana sembra aver rilevato quelle contraddizioni, tra il racconto del finora unico indagato, il 33enne Marco Eletti, e le risultanze dei rilievi scientifici e investigativi. Ma d’altro canto l’avvocato difensore Domenico Noris Bucchi rileva diversi aspetti che invece dimostrerebbero che Marco, il figlio delle vittime di questo tremendo fatto di sangue, possa essere estraneo all’omicidio del padre Paolo a colpi di martello e del tentato omicidio della madre Sabrina, trovata con tagli alle braccia ma soprattutto imbottita di farmaci capaci di mandarla in coma.

Forse per capire davvero cosa è successo bisognerà studiare il profilo psicologico dell’indagato, capire se possa essere stato lui a mettere in atto il progetto sanguinario, se altri possono aver agito e per quale motivo, senza escludere che a organizzare e mettere a segno l’omicidio-tentato omicidio possano essere state più persone. Anche questa ipotesi non è da sottovalutare. Un altro dubbio è quello legato alle condizioni della madre Sabrina, ancora ricoverata in coma farmacologico al Santa Maria Nuova di Reggio. Non è chiaro quando sarà in grado di risvegliarsi e soprattutto se sarà in grado di ricordare in modo attendibile quanto accaduto. A parte l’indagato, infatti, resterebbe lei l’unica testimone diretta di un sabato pomeriggio che a san martino in rio nessuno avrebbe voluto vivere.