Il quarto monitoraggio condotto dalla Caritas Italiana sull’emergenza pandemia e sulle risposte attivate – presentato martedì 18 maggio –  ha fatto come da sfondo alla consegna da parte degli 11 Lions Club della provincia (zone 12 e 13) e del Distretto Lions International 108 tb di un furgone refrigerato alla Caritas diocesana.

La cerimonia, avvenuta nel cortile del vescovado questa mattina, ha costituito un’ulteriore testimonianza della sensibilità e della generosità dei soci Lions soprattutto in questo momento contrassegnato dalla difficile situazione economica causata dalla pandemia, dai tanti casi di disagio di singoli e di famiglie che si registrano anche nel nostro territori. Numerosi e provvidenziali sono stati in questi lunghi mesi i “service” promossi dai Club per venire incontro a tante difficoltà.

Governatore Tessari, il direttore Rinaldi e il Vescovo Massimo Camisasca

Questa attenzione costante verso i più deboli e  fragili è stata sottolineata dal vescovo Massimo che ha evidenziato la generosità dei Lions nei confronti della Caritas, rappresentata alla cerimonia di consegna dal direttore  Isacco Rinaldi.

Il governatore del distretto  Gianni Tessari – con lui i past  governatori, i presidenti di zona e di Club – ha sottolineato la scelta del Distretto Lions di realizzare interventi strutturali, quali automezzi per il trasposto di alimenti in sicurezza oppure l’allestimento di cucine e mense pubbliche.

La past presidente Maria Giovanna Gibertoni ha infine consegnato le chiavi dell’automezzo al Vescovo, che lo ha benedetto.

Maria Giovanna Gibertoni consegna le chiavi dell’automezzo al Vescovo

Il citato quarto monitoraggio della Caritas italiana, che ha coinvolto 190 Caritas diocesane, ha dimostrato che nei soli sette mesi che vanno da settembre 2020 a marzo, le stesse Caritas hanno accompagnato ben 544.775 persone. Le donne sono la maggioranza: 53,7%, così come sono la maggioranza gli italiani (57,8%). Quasi una persona su quattro (24,4%) è un “nuovo povero”, cioè non si era mai rivolta in precedenza alla rete Caritas. Si tratta di 132.717 persone in totale. In questo caso l’incidenza degli italiani è ancora maggiore: il 60,4% dei nuovi poveri è infatti un connazionale. Uomini e donne sono in eguale numero.

Complessivamente, in oltre un anno di pandemia, si sono rivolti alle Caritas 453.731 nuovi poveri.

Quasi tutte le Caritas diocesane hanno poi evidenziato che, accanto a situazioni legate ai bisogni fondamentali della persona, compaiono bisogni inerenti alla sfera formativa e al disagio psico-sociale, che colpiscono soprattutto le donne e i giovani: Si tratta di difficoltà legate al precariato lavorativo (occupazione femminile e giovanile); difficoltà abitative; povertà educativa (abbandono, ritardo scolastico, difficoltà a seguire le lezioni); disagio psico-sociale dei giovani.

Altro fenomeno segnalato in aumento sono: il disagio psico-sociale degli anziani e delle donne, la povertà minorile, la rinuncia o il rinvio dell’assistenza sanitaria ordinaria, non legata al Covid (66,8%), le violenze domestiche.

Fenomeni riscontrabili in varia misura anche nella realtà reggiana.

Il monitoraggio ha anche dimostrato che una delle lezioni apprese in tempo di pandemia si riferisce alla crescente consapevolezza che “nessuno si salva da solo”. La Chiesa si è fatta da subito segno di una comunità presente, con significative e diffuse esperienze di collaborazione operativa sussidiaria con vari enti pubblici o del privato sociale. Non si è trattato di esperienze occasionali, ma in buona parte destinate a proseguire in modo stabile.