REGGIO EMILIA – Un video creato dagli studenti per svelare ai loro coetanei luoghi incantati o nascosti della città. Il progetto, messo in campo da FAI Scuola Reggio Emilia, ha impegnato nella  brillante iniziativa tre licei cittadini Ariosto Spallanzani, Moro e Chierici.

La Basilica della Ghiara, l’Orto Botanico del Liceo Moro e il Tecnopolo di Reggio Emilia sono stati ‘raccontati’ dai giovani studenti attraverso il linguaggio più utilizzato dalla generazione dei millennials: quello dei video e delle piattaforme social.

Nei mesi scorsi infatti il web è stato invaso da video e veri e propri reportage realizzati dagli studenti Apprendisti Ciceroni del FAI – giovani formati dai volontari del FAI in collaborazione con i docenti – per raccontare centinaia di luoghi in tutta Italia.

Lo Spallanzani alla scoperta della Ghiara

Studenti e studentesse del Liceo Scientifico Spallanzani di Reggio Emilia si sono ritrovati il 12 maggio scorso presso l’amato Tempio seicentesco reggiano, dedicato alla Beata Vergine della Ghiara, per svolgere l’attività proposta ed organizzata dal FAI Scuola reggiano. Gli allievi, guidati dalla docente di Disegno e Storia dell’Arte prof.ssa Patrizia Giuliodori, si sono cimentati nella realizzazione di un breve video che descrive la Basilica nel suo complesso.

L’attività si è svolta alla presenza del capo Delegazione FAI di Reggio Emilia, Arch. Roberta Grassi e previa assistenza della Delegata FAI scuola, prof ssa Nadia Ruini, che hanno promosso l’attuazione di questo lavoro, contribuendo alla realizzazione effettiva del video, che sarà postato sul sito Instagram del FAI e quindi divulgato a livello nazionale.

“Lo scopo di questo nuovo tipo di approccio del FAI Scuola non è solo quello di conoscere, valorizzare e promuovere la tutela del nostro patrimonio paesaggistico e culturale, – spiega la prof. Giuliodori – ma anche quello di offrire agli studenti qui in veste di Apprendisti ciceroni, nuove opportunità per fruire delle bellezze del nostro Paese attraverso le visite virtuali. I tempi che stiamo vivendo – continua – ci impongono un utilizzo sempre crescente di strumenti digitali di cui i ragazzi hanno una profonda dimestichezza e, in questo caso, permettono anche  di arricchirsi culturalmente”.

I giovani Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico A. Spallanzani hanno colto quindi questa occasione offerta dal FAI per svolgere un’attività didattica che ha permesso non solo di conoscere meglio e di apprezzare appieno uno dei principali luoghi di culto del loro contesto urbano, considerato fra i più significativi santuari mariani italiani, ma anche di stimolare lo spirito di una cittadinanza attiva, impegnata nella tutela di beni artistici collettivi, simbolo della nostra stessa identità. E’ proprio nel mese di maggio, dedicato al culto della Beata Vergine Maria, che questi ragazzi e ragazze, con grande impegno ed entusiasmo, hanno voluto contribuire all’opera del FAI, offrendo un omaggio alla collettività reggiana ed italiana in generale. 

Gli studenti del Moro raccontano l’Orto Botanico

Agli studenti e alle studentesse del Liceo scientifico “A. Moro” in occasione delle “Giornate FAI per le scuole in digitale”, è stata proposta la realizzazione di Dirette streaming, attraverso l’app Instagram, dall’Orto botanico di Istituto, in via XX Settembre, 5, in città.

Luogo scelto in quanto identitario e di assoluta unicità nel territorio regionale. Attraverso lo studio delle essenze presenti, gli Apprendisti Ciceroni, hanno interagito con i loro follower anche attraverso due video in differita sul canale IGTV di Delegazione.

Gli studenti, in veste di Apprendisti ciceroni certificati dal Patentino conseguito con il FAI, hanno anche ottenuto ore utili al Pcto di classe (percorsi e competenze trasversali per l’orientamento).

“I Ciceroni del Liceo Moro si sono concentrati sullo studio dell’Orto Botanico Didattico realizzato nel 1995 dal prof Ugo Pellini, botanico, con il contributo dell’Amministrazione provinciale di Reggio Emilia – spiega la prof. Nadia Ruini –  Il parco è un caso unico nel panorama scolastico regionale e tra i pochissimi a livello nazionale. Esso nasce dall’utopia classica della “Scuola-giardino” come luogo di armonico rapporto fra lo sviluppo delle idee e della persona”.

“Quella degli alberi del Moro non è una presenza simbolica: le quasi 200 piante non solo sono in grado di assorbire grandi quantità di anidride carbonica, ma costituiscono la base per una corretta educazione  ambientale” sostiene il prof Roberto Villa, Preside del liceo Moro per molti anni. La classe IV A, con il coordinamento della prof ssa Nadia Ruini e la supervisione del prof Lorenzo De Vita, ha usufruito di questa straordinaria presenza, le cui tematiche sono oggi più che mai attuali.

Costante supporto e incoraggiamento nella realizzazione del progetto “Apprendisti ciceroni”, che ha visto la classe attiva anche nelle aperture alla città del Complesso San Lazzaro, in ottobre, e del Seminario Diocesano in maggio, sono arrivati dall’attuale Dirigente scolastico, prof Daniele Cenini.

I segreti del Tecnopolo svelati dai ragazzi del Liceo Chierici

Il Tecnopolo nell’Area delle Ex Officine Reggiane è stato il luogo di approfondimento scelto dalla classe 3H Liceo Artistico Chierici, Indirizzo Architettura e Ambiente, nell’ambito del progetto di PCTO RIGENERA-RE.

“Al Tecnopolo di Reggio Emilia, nel Capannone 19 delle storiche Officine Meccaniche Reggiane, area attualmente in fase di riqualificazione urbana, è in corso il progetto di sviluppo economico reggiano basato sull’ Economia della Conoscenza che ha cominciato a dare forma al Parco Innovazione, luogo di incontro e collaborazione tra mondo accademico e imprese, dove ha sede anche l’Open Accelerator del Distretto Digitale  che promuove startup innovative di prodotto” – racconta uno degli studenti coinvolti nel progetto e coordinati dalla prof. Roberta Grassi, Capo Delegazione del FAI reggiano.

“Le vicende delle Ex Officine Meccaniche Reggiane  ripercorrono la storia della città nel Novecento. In questi capannoni si sviluppa la vita economica di Reggio Emilia, passando dalla produzione di locomotive, nei primi anni del secolo scorso, a quella bellica di cannoni e ogive per proiettili, nella prima Guerra Mondiale – racconta un’altra Apprendista Cicerone.

I ragazzi si sono soffermati ad analizzare anche la zona esterna, con i murales: “Inizialmente gli street artists intervengono con gesti di appropriazione. Dal 2012 in avanti scavalcano le recinzioni per cercare muri sui quali affermare la loro espressività e lanciare i loro messaggi di protesta. Vedono la straordinaria bellezza di quella che ormai è, a tutti gli effetti, un’area archeologica industriale. I murales di Blu, del collettivo Fx e di tanti nomi più o meno noti, attirano l’attenzione su un paesaggio divenuto ormai icona di se stesso”.