di Antonio Lecci

Quella di oggi è una giornata di apparente calma, attorno ai campi da settimane oggetto delle ricerche del corpo di Saman Abbas, che la magistratura ritiene essere stata uccisa dai familiari e poi sepolta nel terreno non distante dalla sede dell’azienda Le Valli e dalla casa occupata dalla famiglia Abbas. L’attività prosegue con i carotaggi, con i fori nelle parti di terreno in cui nei giorni scorsi l’elettromagnetometro ha rilevato degli elementi sospetti. Non vuole dire nulla, ma non si lascia niente di intentato pur di arrivare alla soluzione del caso.

E da domani è previsto il ritorno del team di esperti con l’elettromagnetometro, i droni per le riprese e l’analisi dei campi dall’alto, oltre ai cani molecolari, che torneranno in azione pure sotto le serre, nonostante le condizioni proibitive, tra calore e umidità, in questi bunker coperti dal nailon esposto al sole per tutta la giornata, che stanno mettendo a dura prova gli investigatori, i tecnici e le forze dell’ordine. Inoltre, l’indagine andrà alla ricerca pure di altri aspetti: inevitabilmente si dovrà capire se, pur seguendo l’iter burocratico previsto, sia stato fatto davvero il possibile per Saman da parte dei servizi sociali oppure se, come hanno fatto capire le considerazioni dei carabinieri di Novellara che per primi si sono occupati della vicenda, già da metà aprile quando la ragazza era tornata nella casa di famiglia di via Colombo, c’erano degli elementi che facevano emergere una situazione non del tutto sicura per la ragazza, intenzionata a proseguire con le sue scelte di vita, ben diverse da quelle che i suoi familiari avevano pensato per lei.