REGGIO EMILIA – Sono dati tutto sommato incoraggianti quelli forniti ieri dalla dott.ssa Cristina Marchesi, direttore generale dell’Ausl reggiana, durante l’appuntamento settimanale con la stampa sull’andamento dei contagi a Reggio e provincia.
“La tendenza dei nuovi casi è in leggero calo – spiega – e l’incidenza è di 56 casi su 100mila abitanti calcolati negli ultimi 7 giorni.
In calo anche i ricoveri, che in questa quarta ondata non hanno mai superato i 42 – questa mattina erano 28 – Quattro le persone in terapia intensiva di cui un paziente che è entrato in ospedale per altri motivi ma è risultato positivo al tampone d’ingresso.
La discesa dei contagi è cominciata dalla metà di agosto – precisa Marchesi – Di conseguenza anche il lavoro delle Usca si è ridimensionato dopo l’incremento della seconda metà di luglio.
Dal punto di vista delle vaccinazioni a Reggio Emilia l’84,3% della popolazione ha già fatto almeno una dose, e l’80,3% ha già completato il ciclo vaccinale. Quasi terminate le prenotazioni per le prime dosi, ne restano ancora per le seconde.
Continua l’accesso diretto alla vaccinazione per minorenni, personale scolastico e stranieri e proseguono le iniziative dei camper vaccinali – come questa sera in Piazza Prampolini – anche a sagre e concerti nei comuni e nelle frazioni, per invitare coloro che ancora non lo hanno fatto a sottoporsi alla vaccinazione.
Ad oggi il 72% dei ragazzi nella fascia 12/19 ha già effettuato la prima dose e il 62% anche la seconda.
Il fatto che l’80% della popolazione sia già vaccinata certamente condiziona positivamente l’andamento dei contagi, e lo dimostra il fatto che 56 casi su 100mila abitanti è il dato più basso dall’inizio di questa quarta ondata”.
VACCINAZIONI IN GRAVIDANZA
Il punto sul tema delle vaccinazioni alle donne in gravidanza è stata fatta dal dott. Lorenzo Aguzzoli, Direttore della Struttura di Ostetricia e Ginecologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova “L’idea di vaccinare le gravide è nata dopo la seconda ondata del Covid.
La prima ondata infatti aveva solamente sfiorato questa categoria, – le gravide e i bambini – mentre con la seconda ondata e la mutazione del virus, soprattutto la variante delta, la donna in gravidanza ha iniziato essere considerata ‘fragile’.
Se infatti nella prima ondata in Italia erano state ricoverate in terapia intensiva 70 donne gravide, nella seconda ondata sono state 277.
Il rischio di mortalità materna nelle donne in gravidanza è 22 volte maggiore rispetto a donne non in gravidanza della stessa età. Il rischio di ricovero in terapia intensiva è 3 volte superiore e il rischio di dover effettuare un supporto alla respirazione, con intubazione tracheale, è da 2 a 3 volte più frequente.
Oltre al rischio acuto esiste anche un aumento di patologie ‘grandi’ nella gravidanza – ha sottolineato il dott. Aguzzoli, come il parto-pretermine che aumenta di 4 volte, o di casi di ipertensione in gravidanza, anche questi aumentano di 4 volte, è in aumento anche il numero di morti intrauterine. Per cui le donne in gravidanza sono passate dalla prima ondata dove erano quasi protette, alla seconda ondata dove abbiamo assistito ad un aggravamento di tutti gli effetti della patologia, cosa che ci ha portato a consigliare a queste donne la vaccinazione.
Sono aumentati anche i ricoveri in neonatologia: la patologia infatti passa anche al feto la maggior parte delle volte, circa il 70%, per infezione post natale ma c’è una percentuale, circa il 6%, di infezione connatale.
Per questo – spiega Aguzzoli – abbiamo pensato di organizzare, anche 2 open day per le donne in gravidanza che si svolgeranno venerdì 17, dalle 8 alle 15,30 e sabato 18 settembre dalle 8 alle 14 all’ente Fiera di Reggio Emilia.
Alle donne in gravidanza sarà riservato un percorso dedicato. Saranno presenti un’ostetrica e un ginecologo che potranno rispondere alle domande e ai dubbi delle future mamme presenti. La proposta di vaccino prevede la somministrazione della prima dose di Pfizer, dopo la quale si riceverà via sms l’appuntamento per completare il ciclo vaccinale che darà diritto a ottenere il Green Pass.
Non è necessaria alcuna prenotazione, basterà presentarsi con la tessera sanitaria e un documento di identità. La compilazione dei moduli sarà fatta sul posto, subito prima della vaccinazione.
“Il vaccino in gravidanza – ha sottolineato una delle ostetriche dell’Ospedale presenti alla conferenza – non è un fattore escludente ma anzi si promuove e si consiglia assolutamente.
L’indicazione è quella di attendere dopo la 13 settimana essendo un effetto collaterale del vaccino l’aumento della temperatura ed è meglio evitarla alle donne nella prima fase della gravidanza. In situazioni particolari si può richiedere di sottoporsi alla vaccinazione anche prima delle 13esima settimana, previo colloquio con un professionista, ginecologo o medico curante che ne valuti rischi e benefici.
Le donne che confermano di non volersi sottoporre alla vaccinazione avranno un esonero temporaneo e verrà loro consegnato il Green pass, che però avrà validità solo fino al termine della gravidanza. Il vaccino viene riproposto nel periodo dell’allattamento perché non solo non ci sono controindicazioni, anzi gli anticorpi possono passare attraverso il latte materno e dare una protezione anche al bambino”.
“Dai dati che arrivano dall’America risulta che sono state vaccinate più di 153.000 donne in gravidanza senza riportare nessuna differenza di difficoltà materne o fetali alla nascita.
L’RNA si distrugge in poco tempo nel braccio per cui la vaccinazione è localizzata. Inoltre l’RNA non è capace di replicarsi per cui non può andare in giro a fare danni, mentre la reazione dell’organismo più è forte, meglio è.
Va considerato, per esempio, che i livelli di anticorpi della malattia, se non è molto grave, sono più bassi di quelli che dà la vaccinazione stessa. E i livelli anticorpali della vaccinazione in gravidanza sono uguali a quelli delle donne non gravide, quindi la gravidanza è un momento in cui la vaccinazione ha pari efficacia ed un momento molto indicato per farla. Non si sono visti fino ad ora qui a Reggio grossi effetti collaterali”.
“A Reggio Emilia ci sono stati 80 casi di donne covid positive passati dall’ospedale. Di queste una sola è stata ricoverata in rianimazione ed rimasta intubata una giornata, un’altra donna è stata aiutata con supporti di ossigeno ad alto flusso sotto la supervisione del rianimatore, presso il reparto covid dell’ostetricia.
Per cui i casi più gravi a Reggio Emilia sono stati solo due. Le altre sono state ricoverate per il parto e sono poi guarite da sole. Altre donne con tampone positivo erano in ospedale per le ecografie di controllo, ma asintomatiche” ha concluso il dott. Aguzzoli.