REGGIO EMILIA – Sono pochi ma stanno cercando di fare rete con gli altri dissidenti in tutta Italia i lavoratori della scuola reggiani che, decisi a non vaccinarsi contro il Covid e contrari comunque al green pass sono stati sospesi dal servizio e dallo stipendio. Si tratta di una decina di persone fra insegnanti, bidelli e personale tecnico-amministrativo.

A questi si aggiungono circa duecento persone – il 2% dei diecimila occupati – che per continuare a lavorare nelle scuole reggiane hanno scelto di effettuare ogni due giorni un tampone del costo di 15 euro, spendendo circa 200 euro al mese. I no pass – organizzati nel gruppo “Scuola, libertà e Costituzione” – domani sera si incontreranno con delegazioni delle altre province emiliane. Sono in contatto con il gruppo Reggio Nuova, di cui fanno parte lavoratori degli altri settori obbligati al green pass dal prossimo 15 ottobre, e sabato prossimo parteciperanno a Roma alla manifestazione dei no-pass.