Dott. Cristina Marchesi, direttore generale Ausl

REGGIO EMILIA – E’ un quadro generale che si conferma in discesa quello relativo alla situazione covid in provincia di Reggio Emilia.  “I numeri sono stabili sul basso – afferma la direttrice generale Cristina Marchesi – l’incidenza è di 23 casi ogni 100mila abitanti, e questo trova un riscontro positivo in tutte le altre attività”.

I dati provinciali sono in linea con il quadro nazionale che è tra i migliori in Europa.

La situazione viene confermata anche dal dott. Giorgio Mazzi, direttore del presidio ospedaliero: “I dati cominciano a essere molto confortanti perché si consolidano su un arco temporale abbastanza lungo”.

Tutti in riduzione i dati dell’impatto ospedaliero, ma crescono ancora gli accessi in PS

Dott. Giorgio Mazzi, direttore presidio ospedaliero

Da un confronto tra i numeri dell’ultima quindicina di settembre con quelli dei primi quindici giorni di ottobre si registra una riduzione del 20% di accessi di pazienti positivi al pronto soccorso, del 33% di ricoveri giornalieri per covid,  del 16% di degenti per covid e del 50% dei ricoverati in terapia intensiva.

Al momento sono 15 i pazienti ricoverati, di cui 1 in rianimazione, 2 in pneumologia, 7 in malattie infettive e 5 a Scandiano. L’unico dato in controtendenza è quello relativo agli accessi in pronto soccorso, che comincia ad assumere connotazioni da allerta, spiega Mazzi, con una progressiva saturazione dei posti letto ospedalieri soprattutto in area medica “considerando che siamo solo all’inizio dell’autunno e non è ancora iniziata la campagna antinfluenzale. L’impatto della stagione autunno-inverno di solito si sente verso fine novembre, invece in questo momento risulta molto contenuto l’assorbimento dei pazienti covid, mentre sono moltissimi gli accessi in pronto soccorso che esitano in ricoveri. E’ un andamento che se non si inverte potrebbe creare difficoltà”. Dott. Giorgio

Chi sono i pazienti che arrivano in pronto soccorso

“Ci sono pazienti che accedono al pronto soccorso e pazienti che dal pronto soccorso vengono poi ricoverati – precisa il dott. Mazzi – L’aumento anomalo negli accessi è dovuto in parte anche alla ben nota carenza di medici di medicina generale sul territorio che determina tempi dilatati negli appuntamenti e una conseguente scelta del paziente di accedere autonomamente in pronto soccorso”.

I ricoveri dal PS riguardano perlopiù di pazienti con patologie neuro vascolari o cardiache. La stragrande maggioranza di pazienti poi ha esigenze in ambito internistico, come anziani o grandi anziani che, a causa anche della situazione climatica hanno avuto una ricaduta o un aggravamento.

Sono tra i 60 e i 70 i posti letto giornalieri a disposizione per il Pronto Soccorso di tutti gli ospedali del presidio. Un allungamento della degenza media di 10 pazienti genera un’indisponibilità di 10 posti letto per quella giornata. “Non si è ancora in una condizione allarmante ma sicuramente anomala per il periodo, di forte impegno per tutti i professionisti e di grande impatto su tutte le attività – continua – L’unificazione delle due aziende ha portato dei benefici sul tema gestione posti letto. La riunione giornaliera di tutti gli attori coinvolti come interfaccia del pronto soccorso per monitorare la situazione, ha fatto sì che tutte le operazioni di trasferimenti di pazienti abbiano avuto una fluidità decisamente diversa. Il fatto che tutti gli ospedali siano in rete ha generato un impatto senz’altro positivo”.

I letti disponibili a pazienti covid al momento sono 45 su tutti gli ospedali (RE e Scandiano), di questi 15 sono occupati. “E’ necessario essere molto prudenti nelle riconversioni, conclude Mazzi, e serve una grande attenzione nel bilanciare le riduzioni”.