
“La Via Emilia bis, variante alla Via Emilia ‘storica’, è un’opera indispensabile, non solo per risolvere le criticità legate all’inquinamento e al traffico sulla strada consolare, tra Parma e Reggio Emilia, ormai insostenibili. Ma anche per una questione di sicurezza. Ogni anno, infatti, in quel tratto stradale si registrano numerosi incidenti, anche fatali, ed è un tema che non può più essere rimandato”.

Lo sostiene la consigliera regionale della Lista Bonaccini Presidente, Stefania Bondavalli, che ha presentato una risoluzione alla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna affinché la realizzazione dell’opera “sia contenuta nel prossimo contratto di programma triennale di intervento sulla rete stradale regionale da stipulare con Anas”.
“Della Via Emilia Bis – spiega la consigliera Bondavalli – si parla da tempo, eppure quest’infrastruttura si trova ancora solo sulla carta”. La ‘variante’ alla Via Emilia storica è indicata esplicitamente dal Pums (Piano urbano della Mobilità sostenibile) di Reggio Emilia, per alleggerire il traffico che attraversa le frazioni esterne al centro abitato del capoluogo lungo la via Emilia Ovest, nella tratta esterna oltre Corte Tegge.
“Il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile – prosegue la consigliera – ha assegnato al Comune di Reggio Emilia un finanziamento di oltre 800.000 euro per la progettazione di fattibilità delle opere contenute nel Pums” e “nel pacchetto è ricompreso lo studio di fattibilità di un’opera infrastrutturale viaria, variante alla Via Emilia, per alleggerire il traffico che attraversa le frazioni esterne al centro abitato di Reggio Emilia lungo la via Emilia Ovest (Cella, Cadè e Gaida)”.
La realizzazione della rotatoria di Calerno, all’incrocio tra via Razza e la strada provinciale 111, cioè l’asse della Val d’Enza che collega la via Emilia con il casello autostradale di Campegine-Terre di Canossa e i comuni della Bassa, rappresenta il primo stralcio dell’opera.
“Ora – conclude Bondavalli – è arrivato il momento di realizzare l’intera infrastruttura a beneficio, non solo della viabilità tra Reggio Emilia e Parma, ma anche del benessere e della qualità di vita delle comunità attraversate dalla strada consolare”.