L’indagine sul delitto di Cadelbosco Sopra è apparsa fin da subito lunga e complessa. Molte le domande che dovranno trovare risposta.

Sulla base di quanto raccolto dalle indagini sul posto, il 28enne Salvatore Silipo sarebbe stato chiamato dal figlio di Dante Sestito, Antonio, per recarsi in officina. Un invito rivolto anche al fratello della vittima e a un loro cugino. Pare infatti che i tre, Salvatore e gli altri due, siano stati obbligati a inginocchiarsi e che Salvatore sarebbe stato ucciso con un colpo alla nuca da Dante Sestito, poi arrestato dai Carabinieri.

L’uomo è stato interrogato dal pm, la dottoressa Piera Cristina Giannusa, alla presenza del suo legale, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. La pistola usata per il delitto un revolver ‘Smith & Wesson’ calibro 44 Magnum, illegalmente detenuta e risultata rubata, è stata sequestrata insieme a 18 colpi di cui uno esploso.

A quanto si apprende l’arma sarebbe stata rubata nel bolognese, nel gennaio del 2019.

Fino a poche settimane fa, Salvatore Silipo, aveva lavorato nell’officina Dante Gomme poi, divenuto nuovamente papà, avrebbe rivendicato il mancato pagamento di somme legate ad assegni famigliari fino a scegliere di cambiare lavoro. Intanto dalla ditta sarebbero spariti pneumatici e oggetti di valore. Forse questo all’origine del gesto di Sestito che lo ha spinto a una vera e propria esecuzione.

Il 70enne è stato bloccato e disarmato dall’intervento di due Carabinieri di una pattuglia della stazione di Castelnovo Sotto – in transito nei pressi dell’azienda di pneumatici e diretti allo stadio per svolgere servizio di ordine pubblico – allertati dalle urla e dalla presenza in strada di un cugino della vittima che si trovava con lui nell’officina.

Intanto la salma di Salvatore Silipo è a disposizione della magistratura.