SASSUOLO – Un’intera famiglia sterminata: il 38enne tunisino Nabil Dhahri ieri pomeriggio rientrato dal lavoro, dopo aver ucciso la ex convivente, Elisa Mulas di 40 anni, i due loro figli, due maschi di 2 e 5 anni e a seguire la madre di lei, di 64 anni, poi si è tolto la vita. O almeno è questa l’unica ipotesi che gli inquirenti stanno prendendo in considerazione. Sopravvissuta l’altra figlia della donna, una ragazzina di 15 anni avuta da un precedente matrimonio, che si trovava a scuola.

Servirà comunque tempo per qualsiasi ricostruzione più puntuale di quanto avvenuto a Sassuolo, in provincia di Modena. La polizia scientifica fino a tarda sera è rimasta dentro la casa di via Manin, in un quartiere residenziale a poca distanza dal centro storico della città, dove è avvenuta la strage, alla ricerca di indizi e tracce per trovare risposte.

Sul luogo del massacro anche i carabinieri e la polizia municipale di Sassuolo che hanno transennato l’intera strada per permettere alle indagini di svolgersi.

Secondo una prima ricostruzione alla base dello sterminio ci sarebbe un rapporto logorato tra i due. Pare che Nabil avrebbe minacciato la ex compagna di morte, come testimonierebbe una registrazione fatta nei giorni scorsi da Elisa. Per questo motivo la donna, insieme ai due figli, da circa un mese si era trasferita a casa della madre, nell’appartamento dove è avvenuto il massacro. Una casa che l’uomo, comunque, frequentava, per vedere i bambini.

Il fatto pare sia accaduto fra le 15 e le 16. Quando a scuola hanno visto che nessuno andava a prendere la ragazzina più grande, le insegnanti hanno iniziato a telefonare al padre e alla madre. Ma non arrivava risposta, a casa infatti erano già tutti morti.

L’uomo che è ritenuto essere l’autore della strage era ben integrato, viveva da tempo a Sassuolo e lavorava in un supermercato della zona. La madre dei suoi figli, di origine sarda, lavorava come donna delle pulizia e si prendeva cura dei figli.