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Il quadro congiunturale del settore metalmeccanico evidenzia come mediamente nei primi nove mesi del 2021 la produzione metalmeccanica è aumentata del 21,8% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente, un incremento più accentuato rispetto a quanto fatto registrare dall’intero comparto industriale (+14,5%) e che ha consentito di recuperare quasi integralmente (-0,2%) i volumi di produzione realizzati nel periodo gennaio-settembre 2019. Il miglioramento osservato per l’industria metalmeccanica ha interessato diffusamente tutte le attività dell’aggregato che hanno evidenziato aumenti a doppia cifra. Non va però dimenticato che la caduta del 2020 è stata molto ampia (-8,9%).

Il buon andamento dell’attività produttiva osservata nei primi nove mesi dell’anno è stato positivamente influenzato dalle dinamiche esportative del nostro Paese. Nel periodo gennaio-settembre del 2021, le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del 24,1% nel confronto con l’analogo periodo del 2020 e hanno superato del 7,2% l’ammontare di fatturato metalmeccanico esportato nei primi nove mesi del 2019.

Nel corso dei primi nove mesi del 2021 la dinamica occupazionale nelle imprese metalmeccaniche con oltre 500 addetti ha registrato andamenti sostanzialmente positivi anche se in lieve attenuazione nell’ultimo bimestre. Rispetto al mese di dicembre 2020 l’occupazione nel suo complesso a settembre 2021 è cresciuta dell’1,0%, in misura più marcata per la qualifica impiegatizia (+1,7%) rispetto a quella operaia (+0,4%). Le dinamiche osservate hanno in parte riassorbito i cali occupazionali registrati nel corso del 2020.

Nel periodo gennaio-settembre 2021 si è quasi dimezzato il ricorso all’istituto della Cassa Integrazione Guadagni.

Con riferimento alle previsioni per il quarto trimestre, le attese sui volumi di produzione si confermano positive anche se in leggera attenuazione rispetto alla precedente rilevazione mentre l’occupazione è prevista in ulteriore espansione confermando i buoni risultati delle indagini precedenti.

Quadro locale

Prosegue, anche nella seconda metà dell’anno in corso, la fase espansiva iniziata a partire dal mese di giugno del 2020, seppur in presenza di ritmi di crescita più contenuti rispetto a quanto registrato nei primi sei mesi. Complessivamente, nel terzo trimestre del 2021, infatti, i volumi di produzione dell’industria metalmeccanica reggiana sono cresciuti dello 22,3%. Il miglioramento in atto sta interessando diffusamente tutti i settori di attività economica.

Anche nel terzo trimestre sono confermate le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime ed il continuo incremento dei loro prezzi.

Materie prime, energia, componenti elettronici, trasporti continuano ad essere un problema molto serio e che sta frenando la ripresa. Si è venuta a creare una situazione paradossale: le imprese hanno ordini ma non riescono ad evaderli secondo le richieste. Tutto questo si riflette su un incremento dei costi di produzione che incideranno negativamente sulla marginalità delle imprese e quindi sulla competitività e capacità di investimento.

Questi risultati sono conseguenza della ripresa della domanda interna, a cui si è unita la forte crescita degli scambi internazionali, che hanno avuto un impatto positivo sulle esportazioni reggiane. Nei primi nove mesi del 2021 le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del 29,9%, superando in tal modo i livelli dell’analogo periodo del 2019 (+10,3%).

Con riferimento alle previsioni per il terzo trimestre, le dinamiche produttive si confermano in positiva evoluzione: sono, infatti, pari al 39,4% le imprese intervistate che prevedono un aumento dei volumi di produzione a fronte del 6,1% che si attende un calo.

Alberto Rocchi, Presidente del Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia

“Alle difficoltà legate ai costi e alla carenza delle materie prime, – ha dichiarato Alberto Rocchi, Presidente del Gruppo Meccatronico di Unindustria Reggio Emilia – si aggiunge quella del reperimento dei profili professionali che servono alle imprese. E’ un altro paradosso: c’è il lavoro, ma non si trovano i lavoratori con le competenze necessarie e non solo quelle legate alle nuove tecnologie, ma anche quelle tradizionali. La nostra indagine conferma che, anche a livello locale, la ripresa ha basi solide. Questo consente di guardare al 2022 con fiducia. Le aspettative in crescita su export e occupazione certificano la bontà degli investimenti fatti negli ultimi anni, che determineranno la qualità e il successo dei nostri prodotti. Con lo stesso spirito affronteremo la transizione economica che ci aspetta.