Dalla pagina Facebook del sindaco Luca Vecchi

REGGIO EMILIA – Terza dose per il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, che ieri sera, dopo aver ricevuto la somministrazione presso l’hub vaccinale allestito in Piazza della Vittoria, si è rivolto ai reggiani con una nuova diretta.

Dopo aver ringraziato il personale sanitario impegnato da due anni a ritmi di lavoro estenuanti, Vecchi ha fatto un quadro della situazione pandemica, ridimensionando il ‘raggio di speranza’ che ieri i vertici Ausl avevano lasciato intravedere parlando di lieve calo nella curva dei contagi. “La situazione è ancora in crescita. E’ doveroso rimanere prudenti – ha detto Vecchi – non siamo nella condizione di poter immaginare che nel giro di pochi giorni si possa raggiungere il picco dei contagi, anche se lo auspichiamo tutti. Con 226 ricoverati e 16 persone in terapia intensiva lo sforzo per tutto l’asset sanitario è molto alto”.

Il sindaco ha posto l’accento sulla situazione degli oltre 25000 reggiani chiusi in casa tra quarantene e isolamenti e sull’occupazione ospedaliera, che ha raggiunto un tasso del 92% nei letti dedicati a pazienti covid.

“A domicilio ci sono almeno 25000 persone, costrette in quarantena magari anche in spazi ridotti, ha sottolineato.  A livello organizzativo, non solo nella nostra città, si sono evidenziati ritardi e difficoltà nell’emissione dei certificati e nella gestione delle quarantene. Quello che posso dire, vedendo come lavorano i nostri sanitari, è ricordare che c’è stata una prima fase in cui abbiamo avuto bisogno di loro, di saperli sul pezzo a prendersi cura di noi. Ora loro hanno bisogno della nostra pazienza, dopo due anni di ritmi di lavoro estenuanti e dopo quattro ondate ognuna con caratteristiche diverse. Non possiamo non vedere che passi avanti sono stati fatti, grazie alla scienza, ha continuato Vecchi, ma con questi ritmi si rischia di arrivare a superare i 300 ricoverati e quello vorrà dire essere giunti a un punto di non sostenibilità. La stragrande maggioranza di ricoverati riguarda persone non vaccinate: noi ci prendiamo cura di tutti, anche di loro – ha detto il primo cittadino –  ma questa situazione determina un rallentamento inevitabile di tutta la medicina e della prestazione sanitaria no covid.

Da una parte ci sono i diritti e le libertà di 500.000 persone di cui il 93% è vaccinato, e dall’altra c’è una situazione che sta mettendo in difficoltà un’intera comunità, in cui i no vax hanno dato un contributo. Bisogna assumersi la responsabilità di fare il vaccino.

E’ un invito sincero e non polemico a chi non si è mai vaccinato, nell’interesse proprio e nell’interesse di tutti”.

Infine una considerazione sulla riapertura delle scuole. “Le scuole sono ripartite, e per questo vanno ringraziati gli  insegnanti, il personale, le famiglie, i dirigenti, il provveditore. E’ in corso uno sforzo enorme, ma è stato giusto riaprirle, perché se tutto è aperto – luoghi di lavoro, stadi, teatri, palazzetti – non si può pensare di chiudere il luogo in cui si costruisce l’Italia di domani. La scuola non può essere sempre sacrificata e non può essere il ‘vaso di coccio’ della gestione della pandemia. E ad oggi mediamente le percentuali consentono di poter dire che è stato giusto riaprirle.

Non tutto gira alla perfezione, ma questo è un dato che ci consegna la pandemia, conclude il sindaco, la consapevolezza dell’imperfezione. La capacità di avere flessibilità, buon senso e pazienza”.