REGGIO EMILIA – Con un’incidenza di 2400 casi ogni 100mila abitanti, l’emergenza Covid nella provincia reggiana crea ancora preoccupazione. “Il numero di casi continua a essere molto elevato, negli ultimi giorni ci siamo assestati sui 2000 contagi giornalieri – spiega Nicoletta Natalini, dirigente sanitaria Ausl – e numeri così dimostrano che non ci sarà a breve neanche un calo di ricoveri, poiché questi arrivano sempre a distanza di qualche giorno dalla scoperta della positività”.

Anche per quanto riguarda l’incidenza i dati sono in peggioramento: “La settimana scorsa i numeri erano migliori, tanto da far sperare in un veloce raggiungimento del plateau, addirittura in una diminuzione della curva, ma negli ultimi tre giorni il valore è a 2400 casi ogni 100.000 abitanti, che è un numero altissimo”.

Attualmente sono 8452 i casi attivi (positivi al covid) e 6861 le persone in quarantena per aver avuto un contatto stretto con un positivo.

Ospedale: più che dimezzata l’attività chirurgica per potenziare l’assistenza ai positivi in terapia intensiva

Forzatamente ridotta l’attività chirurgica per potenziare l’assistenza ai positivi: “Per garantire l’attività legata ai ricoveri per Covid, a tamponi, vaccini, e attività delle Usca, abbiamo ridotto ulteriormente l’attività chirurgica – continua la dirigente – La richiesta di ricoveri obbliga a repentine riconversioni talvolta di interi reparti, inoltre è stata ridotta o interrotta tutta l’attività ambulatoriale, dalla medicina sportiva, alle vaccinazioni no covid di sanità pubblica tranne quelle non differibili, e quasi tutta l’odontoiatria a parte le urgenze.

L’assistenza ai ricoverati in terapia intensiva ci ha portato alla decisione di ridurre l’attività chirurgica e chiudere le sale operatorie per reperire infermieri e anestesisti. Fino a 10 giorni fa, con 16-18 posti letto occupati, l’attività era stata ridotta del 50%, arrivati a 21 si sono rese necessarie ulteriori riduzioni, con un numero di interventi molto inferiore rispetto all’attività ordinaria. Ma non abbiamo alternative”.

Scuola: 3100 studenti in quarantena dai nidi alle superiori

Dal 1 settembre 2021 il dipartimento di Sanità Pubblica di Reggio Emilia ha preso in carico complessivamente 1495 classi.

“Ad oggi sono 320 le classi seguite dal nostro servizio, spiega la dott.ssa Silvia Cilloni, del Dipartimento di sanità pubblica, di cui 100 classi della primaria in cui è stato riscontrato un caso di positività, con gli alunni in attesa di tampone ma non in sospensione di frequenza, come previsto dalla nota ministeriale dell’8 gennaio.

221 classi sono invece in quarantena: di queste, 25 sono sezioni di asilo nido, con almeno un caso di positività che comporta la quarantena per tutti gli alunni; 80 sezioni della scuola dell’ infanzia, anche questi in quarantena per la presenza di almeno un caso nella sezione. 54 classi di scuola primaria per la presenza di un focolaio con almeno 2 casi di positività e la conseguente quarantena per tutti. 28 classi di secondaria di primo grado, per  focolai con medie con almeno 2 casi di positività che comportano la quarantena solo per studenti non vaccinati, o con ciclo incompleto o concluso da più di 120 giorni o guariti da più di 120 giorni. Provvedimento analogo per le 34 classi delle superiori che hanno un focolaio con almeno 2 studenti positivi.

Il distretto più interessato è quello reggiano, con 112 classi in quarantena, a cui seguono Correggio con 27 classi, Montecchio con 26, Scandiano con 25, Guastalla con 18, Castelnovo Monti con 13.

In totale sono 3100 studenti in quarantena e circa 20 tra docenti e personale scolastico. 135 i focolai, di cui 52 nelle scuole primarie, 34 alle superiori, 28 alle medie, 16 alle scuole dell’infanzia e 5 negli asili nido.

In ambito scolastico da inizio anno sono stati richiesti 22.000 tamponi per gli studenti e 2000 per il personale scolastico.